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Ynis Afallach Tuath

GLASTONBURY EXPERIENCE
Sabato, 24 Maggio 2008 - 16:58 - 2767 Letture
Articoli vari Quando è estate e il giorno inizia presto, hai a volte, se vivi a Glastonbury, la sensazione che qualcosa di tangibile vaghi nell’aria in cerca di un luogo sul quale posarsi. E’ l’incanto forse, la magia di quei luoghi che danza per le vie deserte della città, per i campi verdissimi, su per le colline e attorno ai pozzi… cerca di farsi ancora vedere. A volte essa assume l’aspetto terrificante del Rifiuto… e diviene, Glastonbury Experience…

La Glastonbury Experience è appunto il netto rifiuto, il senso di delusione,
di vuoto assoluto che ti prende quando arrivi nei pressi del Tor.
Un muro. Un muro fatto di ciò che meno vorresti, un muro fatto delle tue
paure interiori peggiori.
Senti che vieni rigettato, respinto, senti che tu non puoi vedere oltre, non
ne sei capace, è tutto un sogno, un'illusione, e che se anche così non
fosse: tu non ne sei degno.
Un muro che però, se lo passi, ti svela la Avalon che cerchi. Pare quasi di
scrivere le pagine di un romanzetto di fantasia... eppure ciò che si
sperimenta, ciò che si risveglia nel Viandante, è qualcosa di fisico, di
concreto. E accade solo a coloro che si recano là con lo scopo di proseguire
sul Cammino del Viandante. Non del wiccan, non della strega, non del
buddhista o del cristiano. No. La Glastonbury Experience afferra alla gola
chi percorre i sentieri della Signora di Avalon, della Dea in quelle vesti.
Perchè ogni Cammino ha le sue prove, specifiche, distinte, prove che
incarnano l'essenza di quel Cammino preciso.

Non saper passare le Nebbie, non poter accedere all'Isola, non scorgere l
incanto dietro alla realtà e venir scartati, è il timore di colei e di colui
che segue la via di Avalon.
In altri modi lo è di qualsiasi viandante, ma la Glastonbury Experience è
riservata a colei che viaggia sull'onda... delle Nebbie.
Questa esperienza è qualcosa di tangibile che viene vissuto da moltissime
persone e si ripete ogni volta che là ci si reca. Si ritrova quel muro, si
ritrova quel rifiuto, e spesso, grazie alla Dea, la forza di passare oltre e
di vedere ciò che davvero si cela ad ogni angolo di questo Sentiero.
Le nebbie sono la materializzazione della nostra perdita interna. La
Glastonbury Experience è qualcosa di analogo. In quei luoghi le emozioni
cambiano
velocemente, si è come senza pelle, ci si rende conto che lì le maschere che
portiamo ogni giorno, le apparenze e le difese dietro cui ci nascondiamo e
che ci danno sicurezza, cadono, inesorabilmente cadono…

Chi ha avuto la fortuna di vivere una tale esperienza non può non affermare
che essa sia una delle Grande Prime Iniziazioni di Colui e Colei che
percorre i Sentieri dell’Isola dei Meli. Si rinasce a nuova consapevolezza,
attraverso la paura e il timore. Ci si ritrova fanciulli sperduti alla
Ricerca dell’Isola che… c’è. Ci si ritrova Viandanti che han perso la Via e
poi l’han ritrovata.
Un salto più in alto nell’infinita spirale della Cerca.

Glastonbury è un luogo dove molte vie, molte vite, molti mondi si incontrano. Ci si può arrivare con uno scopo preciso, seguendo la propria Cerca, o si può venirne attratti senza un apparente motivazione. Ma in genere, chi passa qualche ora fra i prati e le colline del Somerset nelle miti giornate ventose di giugno o nei freddi e bui mesi dell'autunno, non può fare a meno di restare soggiogato dall'atmosfera. Non so cosa sia. Ma c'è. Lo senti sulla pelle. E ti cambia. Sembra che il tempo scorra in modo differente, lento ed eterno come il ribollire delle gelide acque del Pozzo del Calice. Il silenzio e il vento sulla Collina si fanno assordanti, la Vista si apre nell'immensità dell'orizzonte e capita di sentirsi cosi soli, con se stessi, con le propie paure, con le ferite che ci portiamo dentro.
A volte la glastonbury experience inizia giorni prima del viaggio, soprattutto per chi si reca ad Avalon con uno scopo.
E allora capita di sognare luoghi mai visti, ma profondamente famigliari, che forse non ritroveremo nella glastonbury di oggi ma che ci chiamano dagli abissi del tempo. Possono succedere circostanze esterne che ci scoraggeranno, molti imprevisti, forse ci verrà voglia di rinunciare al viaggio. C'è chi si sente male fisicamente oppure avverte un'inquietudine vaga. Ma quando finalmente si raggiunge la cima del Tor, e la mente si apre su cieli di immenso blu o i sensi si perdono nell'abbraccio della nebbia, quando assaporiamo la pace dei giardini del Pozzo, e ci inginocchiamo ad ascolatare le storie senza tempo della Fonte, allora sappiamo, nelle ossa e nel sangue, che Avalon vive, dietro i dubbi e le incertezze, dietro le paure e le piccolezze di ogni giorno.



Note: di Argante e Caillean,
sopravvissute alla Glastonbury Experience :-D
GLASTONBURY EXPERIENCE | Login/crea un profilo | 2 Commenti
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Re: GLASTONBURY EXPERIENCE (Punti: 1)
da Misaela (kerrydwen@hotmail.com) 24 Mag 2008 - 17:48
(Info utente | Invia il messaggio) http://kerrydwen.splinder.com)
Avete reso tangibili le emozioni...grazie, spero un giorno anche io di camminare su quell'erba...

Re: GLASTONBURY EXPERIENCE (Punti: 1)
da PhoenixMoon 24 Mag 2008 - 19:47
(Info utente | Invia il messaggio) http://spiritodininfea.splinder.com/)
Incantevole!
Ne sono rimasta affascinata!

Mi ha trasmesso una forte sensazione,
non ci sono parole, solo Fantastico!






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