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Ynis Afallach Tuath

TOR
Giovedì, 14 Agosto 2008 - 16:35 - 2785 Letture
Avalon di Valerie Le Fay


Tor. Parola di origine celtica che può essere tradotta come punta rocciosa.
Questo il nome di un erto colle naturale alto circa 158 metri, che può essere scorto a circa 25 miglia di distanza.
Esso è una dei numerosi elementi paesaggistici che contribuiscono a rendere magica e misteriosamente sacra la terra di Glastonbury,
luogo legato a numerose leggende riguardanti Avalon, re Artù ed il sacro Graal.



A rendere particolarmente affascinante il Tor è la sua conformazione. Esso infatti è circondato da terrazze concentriche, che lo avvolgono come spire.
Sulla loro origine non vi sono certezze. Alcuni ritengono che siano opera dell’uomo, altri che esse in origine fossero terrazze naturali sfruttate poi dall’uomo per la coltivazione. Il che avrebbe contribuito a marcarle maggiormente.
Si potrebbe quindi arrivare alla conclusione che le particolari terrazze del Tor siano state formate da fattori congiunti:
l’attività geologica naturale del terreno, diverse pratiche agricole ed anche pratiche spirituali.
La cima del Tor è raggiungibile attraverso due sentieri. Uno più ripido e tuttavia più breve e l’atro, chiamato Pilgrim’s Path, più lungo ma più agevole.
Su di essa si può scorgere la torre di San Michele.
Questa è ciò che rimane di un monastero dedicato al Santo e fondato a Glastonbury tra il 600 e l’ 800.
Esso ebbe vita breve, infatti un terremoto intorno all’anno mille lo distrusse ed esso fu raso definitivamente al suolo nel 1539.
Una probabile causa di questo terremoto è data dal fatto che sotto il Tor la terra è scavata dall’acqua.
Essa crea tunnel e caverne che rendono particolarmente instabile la superficie calcarea della collina.
Ma qualcuno preferisce vedere in questo una ribellione vera e propria della Terra, la volontà del Tor di affermare
il suo arcaico potere che mai potrà essere domato o soppiantato da nuovi culti, per quanto sacri essi possano essere.
Infatti il Tor è carico di simbologie ed attorno ad esso sono intrecciati molti miti, che risalgono ad un’ Era precedente il cattolicesimo e forse addirittura vi si svolgevano riti sacri già in epoca preistorica.
Infatti nei dintorni della collina sono stati ritrovati dei resti di menhir ed alcuni sostengono che essa sia stata legata a particolari culti solari.

Tuttavia nella mitologia celtica sul Tor si troverebbe l’ingresso al regno dell’Annwn, l’oltretomba.
Non solo a livello simbolico ma bensì anche a livello materiale.
L’oltretomba è presente nelle caverne, e nei depositi biancastri depositati dall’acqua calcarea della White Spring.
Guardiano della porta del regno dell’Annwn era Gwynn ap Nudd, il bianco figlio della notte colui che guidava nella notte la caccia selvaggia, e che era considerato il re delle fate.
La simbologia del Tor è fortemente legata al labirinto poiché il sentiero tracciato dalle terrazze concentriche assume proprio la tipica forma del labirinto cretese.
Esso potrebbe essere stato un percorso processionale, o un cammino iniziatici di discesa e risalita dal mondo degli inferi.
Narra infatti una leggenda locale che al centro del Tor vi sia davvero una sorta di camera, posta sotto la cima ad una profondità sconosciuta che si presume tuttavia essere notevole.
Ciò rafforza ulteriormente il legame mitologico tra il Tor e l’Annwn celtico.
Legame reso ancora più saldo proprio dalla simbologia del labirinto, visto come viaggio iniziatici nell’oltretomba,
viaggio di morte e rinascita nel centro della terra per ritornare in superficie mutati, trasformati, un po’ più vicini al divino.
Come ben sintetizzato dal motto alchemico V.I.T.R.I.O.L. Visita interiora terrae rectificando inveniens occultum lapidae.

Il Tor è assimilabile alle montagne sacre di varie tradizioni mitologiche.
Esso è l’asse del mondo che collega cielo e terra, materiale e spirituale, che avvicina gli uomini al reame divino.
Il centro, la cima, è il punto di incontro delle direzioni, è l’omphalos, il punto in cui le energie si intersecano e si incontrano dove l’energia della Terra si dispiega dall’alto in basso e viceversa come nel lemma ermetico come in alto così in basso.
Queste energie sono presenti sul Tor come maschili e femminili, infatti in esso si legano le linee di Michele e Maria, una risonanza dei draghi rossi e bianchi della mitologia bretone.
Esse sono anche simboleggiate dalle terrazze, che come serpente si snodano lungo le pareti del Tor, fisiche rappresentazioni dello psicopompo
che accompagna le anime nel loro viaggio ultraterreno.

Il Tor è quindi un archetipo della montagna sacra.
Un luogo di forti energie, di incanti e di visioni.
E, vedendolo svettare nelle nebbie come un fatato reame,
nessuno può rimanere immune al suo fascino ed alla sua arcaica potenza.


"...Un giorno di primavera, nel settimo anno del regno di Uter Pendragon, a Caerlon, Viviana, sacerdotessa di Avalon e Dama Del Lago, uscì al crepuscolo per guardare nello specchio magico. Sebbene la tradizione di cui la Dama era sacerdotessa fosse più antica dei druidi, aveva con loro in comune una credenza fondamentale: le grandi forze creatrici dell'universo non potevano essere adorate degnamente in un edificio costruito da mani umane e l'Infinito non poteva essere contenuto in un oggetto artificiale. Perciò lo specchio della Dama non era né di bronzo né di argento. Dietro di lei si ergevano le mura grigie dell’antico Tempio del sole, costruito dagli Splendenti giunti da Atlantide molti secoli prima. Davanti a lei stava il grande lago circondato da canne ondeggianti e avvolto nella nebbia che ormai, anche nei giorni più belli, avvolgeva la terra di Avalon. Ma oltre il Lago c’erano isole e altri laghi, in quello che veniva chiamato ilTerritorio dell’Estate. Era in gran parte sommerso da paludi salmastre; ma al culmine dell’estate gli acquitrini si prosciugavano e le terre si estendevano fertili. Lì il mare interno si ritraeva, cedendo ogni anno nuovo spazio alla terra ferma. Un giorno quelli sarebbero diventati ricchi campi… ma non in Avalon. Avalon era eternamente circondata dalle nebbie,nascosta a tutti eccettuati I fedeli; e quando gli uomini andavano in pellegrinaggio al monastero cristiano, il tempio del sole era per loro invisibile. Quando impiegava la Vista, Viviana riusciva a scorgere la chiesa che I monaci avevano costruito. Era là da molto tempo. Secoli prima, così diceva Merlino, un piccolo gruppo di preti era venuto dal sud, e con loro era giunto il profeta nazareno. La storia diceva che lo stesso Gesù aveva studiato là nella dimora dei druidi dove un tempo sorgeva il tempio del sole, e aveva appreso il loro sapere. Anni dopo quando il Cristo era stato sacrificato, ripetendo il Mistero più antico della stessa Britannia, uno dei suoi parenti era ritornato, e aveva piantato il bastone nel suolo della collina sacra, ed il bastone era fiorito trasformandosi nel roveto che fioriva non soltanto d’estate ma anche nel cuore dell’inverno. Ed I druidi in ricordo del mite profeta che avevano conosciuto, avevano consentito a Giuseppe d’Arimantea di erigere, sull’Isola Sacra, una cappella e un monastero in onore del suo Dio, perché tutti gli Dei sono uno solo. Ma era trascorso molto tempo. A lungo I cristiani e I druidi avevano vissuto fianco a fianco; ma poi erano arrivati I romani e avevano sradicato I sacri boschi dei druidi, accusandoli di praticare il sacrificio umano. La loro vera colpa era stata quella di esortare il popolo a non accettare le leggi romane. Allora, per proteggere l’ultimo rifugio della loro scuola, I druidi avevano operato l’ultimo grande cambiamento rimovendo l’isola di Avalon dal mondo dell’umanità. Adesso Avalon era celata nella nebbia. Le genti delle Tribù sapevano dov’era e là andavano a ad adorare. I romani, divenuti cristiani dal tempo di Costantino, credevano che I druidi fossero stati sconfitti dal Cristo, e non sapevano che erano ancora vivi e si tramandavano il loro sapere nella terra nascosta. Se voleva, Viviana poteva vedere con la vista duplice, perché era la grande sacerdotessa di Avalon. Quando voleva, vedeva la torre che avevano costruito su Tor, il Monte Sacro dell’iniziazione: una torre dedicata a Michele, uno degli angeli ebraici la cui antica funzione era domare il mondo inferiore dei demoni…"

tratto da “Le Nebbie di Avalon”, M. Zimmer Bradley

Note: Fonti

Avalon, N.R.Mann
Passaggio ad Avalon, J.S. Bolen
Avalon within, Jhenah Telyndru
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