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Ynis Afallach Tuath

Eostre, l'uovo, la lepre e il coniglio
Giovedì, 12 Marzo 2009 - 13:23 - 14477 Letture
Ciclo dell'Anno Ostara e alcune usanze pagane del periodo primaverile

Per cominciare a parlare della festa di Ostara, occorre collegarsi subito all'origine del nome della festività,
ovvero il nome dell'antica Dea anglosassone della primavera, Ostara, appunto, o anche Eostre.
Ammetto, però, che personalmente non sono riuscita a trovare molto materiale riguardante questa Dea, o almeno non sotto questo nome.
Ostara era una Dea che personificava l'alba; per questo motivo era associata alla primavera ed era considerata una Dea della fertilità.

Ella era amica di tutti i bambini e qui ci si collega alla leggenda in cui si narra che Ostara, mentre faceva giocare un gruppo di bambini, un giorno avrebbe trasformato un uccello in coniglio. Nel divertimento generale dei bimbi, l'animale avrebbe deposto uova colorate- che poi la Dea avrebbe donato ai bambini- e da qui sarebbe nata la simbologia di questa festa (passata poi alla Pasqua
cristiana) legata alle uova e al coniglio o lepre (spesso, a livello tradizionale, questi due begli animaletti non vengono separati ma ritenuti portatori dello stesso significato).
La Dea sarebbe assimilabile, quindi, alla Dea greca Eos e alla Dea romana Aurora.
Inoltre, occorre dire che, secondo il venerabile Beda, il nome inglese di Pasqua (che cade proprio nella prima domenica dopo il plenilunio che può verificarsi il giorno dell'equinozio di primavera o in uno dei 28 giorni successivi- ma non più tardi del 25 aprile), Easter, sarebbe provenuto proprio dal nome della Dea
sassone Eostre, dea della rinascita. Va detto, però, che secondo alcuni studiosi moderni, egli avrebbe frainteso la parola anglosassone che significava "primavera", collegandola alla Dea pagana.
Inoltre, sembra che durante le preparazioni del periodo pasquale, nel medioevo ci fossero ancora molte feste pagane, rivisitate dal cristianesimo. Nei paesi germanici, ad esempio, c'era l'abitudine di accendere dei falò, in primavera; questa usanza venne condannata dalla Chiesa, ma quando alcuni monaci irlandesi arrivarono in Germania, nel V e VI secolo, si portarono dietro tale usanza dandogli una giustificazione cristiana, ovvero la benedizione del fuoco all'esterno dalle porte della chiesa, durante il sabato santo. L'usanza si diffuse anche in Francia e venne assimilata dalla liturgia romana nel IX secolo (e tutt'ora la benedizione del fuoco nuovo fa parte della vigilia della Pasqua).
Inoltre, le celebrazioni della Pasqua iniziavano all'alba: secondo un'antica leggenda pagana, il sole ballava la domenica di Pasqua oppure faceva tre capriole nel momento in cui sorgeva, in onore del Cristo risorto. I raggi della luce che penetravano le nuvole erano considerati angeli che danzavano per la gioia. Anche l'uovo ed il coniglio, di cui parleremo successivamente, erano simboli pagani di rigenerazione e fertilità, ripresi dalla Pasqua.
Alcune altre tradizioni pagane passate nel cristianesimo sono anche quelle che si tenevano nei paesi nordici il lunedì ed il martedì di Pasqua, ovvero i giorni tradizionali dell'"innaffiata" e della "scudisciata", basati su antichi riti della fertilità. L'innaffiata consisteva nel bagnare le ragazze con bottiglie o secchi pieni d'acqua. La scudisciata, invece, consisteva nel frustare i ragazzi con verghe fatte con salice o altri rametti d'albero.
Tornando alla Dea,invece, dicevo che sotto il suo nome principale non ho trovato grandi notizie, ma come Freya (che incarna in sé anche la figura di Ostara), certamente sì.

Frigg o Freya

Intanto, va detto che gli Dèi germanici sono divisi in due tipi di divinità. Il primo tipo di Dèi sono i Vani, antichi Dèi che proteggevano la fertilità, la navigazione, il commercio, il benessere. A questi Dèi venivano dedicati riti legati alla natura, alla danza, feste; le divinità più importanti di questo gruppo erano femminili ed entravano in contrasto spesso con i nuovi Dèi, gli Asi, che rappresentano la vittoria del patriarcato (popolazioni guerriere) sul matriarcato (popolazioni agricole). Gli Asi sono più legati alla sovranità e al diritto, alla guerra; i Vani sono più legati alla fertilità, la pace, l'agricoltura. Gli Asi sono divinità sovrane e vivono in Asgard, una fortezza celeste al centro del mondo in cui si giunge attraverso il ponte dell'arcobaleno (il bifrost) sempre minacciato dai giganti.
Freya è figlia di Njodr, dio della navigazione che fa parte dei Vani; inoltre, Freyja ha un fratello gemello, Freyr, dio della luce,del sole e della fertilità (il cui simbolo è un grosso fallo); in questo, ripropongono la tipica coppia divina di gemelli come anche Castore e Polluce, Romolo e Remo ecc. Loro tre vivono prigionieri degli Asi.
Freya è la Madre Terra, divinità della primavera (ecco il suo aspetto come Eostre), della fortuna,dell'amore sensuale, della bellezza e della giovinezza, progenitrice degli esseri umani. E' dea della fertilità e della lussuria, ma è anche in relazione alla guerra (le spettano metà dei caduti in battaglia, mentre l'altra metà vanno ad Odino, suo sposo, come narrato nell' Edda di Snorri). Ella è maestra di magia (come Iside), legata a pratiche sessuali, e a causa della sua bellezza è desiderata dai Giganti. Anche se apparteneva ai Vani, veniva onorata anche dagli Asi ed insieme alla Dea Frigg era una delle più importanti dee del pantheon. Come già detto, in alcuni miti è presentata come la sposa di Odino (con il nome di Frigga)e con lui ha avuto il figlio Baldr (o Baldur o Balder), che ha caratteristiche di un dio della vegetazione e che è sposo di Nanna.
Frigg (detta anche Frija,Frea, Freyja, Foige)è la regina del cielo, la madre di tutte le divinità e degli uomini, protettrice della fertilità, dell'amore e del matrimonio. Il giorno sacro a Freya era il Venerdi (Freitag in tedesco e Friday in inglese), in certi miti, invece di essere sposata con Odino, appare come moglie di Odur e madre di Hnossa. Odur, però, la lascia per girare il mondo e da quel giorno la Dea piange incessantemente e le sue lacrime sono gocce d'oro. Il suo bene più famoso è la collana Brising donatele dai nani, dopo che ebbe giaciuto con loro; successivamente, questa collana avrà diverse traversie a causa del dispettoso Dio Loki. Dall' Edda di Snorri, inoltre, viene presentata come una Dea che ascolta volentieri le richieste d'aiuto degli esseri umani; inoltre, spesso viene accusata di giacere con molti Dèi e uomini e per questo viene paragonata ad una capra che insegue i capri. Anzi, nella Locasenna viene detto che Freyja avrebbe anche giaciuto con il fratello Freyr; ma va detto che, intanto, la promiscuità sessuale delle divinità preposte alla fertilità era tipica nelle mitologie antiche; inoltre, si riproporrebbe il rapporto amoroso tra fratello e sorella classico di molte mitologie,come ad esempio Iside ed Osiride. La dea dimora in Folkvang (campo delle genti) dove si trova il suo palazzo chiamato Sessrumnir (ricco di feste); tutti i giorni, Freya esce dal suo palazzo in un carro tirato da due gatti. Altro nomi della Dea sono Mardoll (che splende sul mare), Horn, Gefn, Syr e Vanadjs. Come Frigga risiede nella sua dimora chiamata Fensalir (palazzo del mare), presiedeva ai matrimoni e si vestiva con piume di falco; aveva, inoltre, 11 serve: Fulla, Hlin, Gna, Lofn, Vjofn, Syn, Gefjon, Snotra, Eira, Vara, Vor) che l'aiutavano a presiedere ai matrimoni e alla giustizia. Nell'Anello del Nibelungo di Wagner si trova sotto il nome di Fricka. Quindi, è una dea della Primavera e dell'amore come Venere/Afrodite, e delle acque e della magia come Iside, ma anche della giustizia come Atena.

Freya e Baldr, un mito che si ricollega alle feste primaverili

Si narra che la Dea avesse avuto un sogno premonitore della morte del figlio (anche se nell'Edda più recente si dice che fosse stato Baldr ad avere avuto dei sogni tristi che presagissero la sua morte, e in altre versioni ancora sarebbe stata un'indovina raggiunta da Odino in Hel dopo i sogni di Balder a dire che egli sarebbe stato ucciso dal fratello cieco, ma inconsapevole) e per questo gli Dèi si riunirono in consiglio per decidere il da farsi per metterlo al sicuro da ogni pericolo. Frigg/Freya costrinse tutte le cose esistenti nel mondo a giurare di non fare del male a Baldr (fece giurare all'acqua e al fuoco, al ferro e a tutti i metalli, alle pietre e alla terra, gli alberi, alle malattie, ai veleni, a tutti i quadrupedi, gli uccelli e gli animali che strisciano); e per questo tutti gli Dèi si rallegrarono. Ma Frigg si dimenticò del ramo di vischio.
E siccome il Dio Loki non fu felice di questo giuramento – essendo invidioso di Baldur- sotto spoglie di vecchia, si recò dalla Dea la quale gli rivelò che le armi degli Dèi non potevano fare nulla a Baldr. Allora Loki chiese se proprio tutte le cose avevano giurato di non fare del male a Baldr e Frigg rispose che il vischio, che cresceva ad est del Walhalla, le era sembrato troppo giovane per farlo giurare. Così, Loki strappò quel vischio e lo portò al consiglio degli Dèi. Qui, nell'Asgard, gli Dèi avevano preso l'abitudine di fare un gioco: tirare frecce, pietre, dardi contro Balder, divertendosi ad ammirare come queste cose non lo scalfissero per nulla. Loki trovò Hodhr, il dio cieco gemello di Baldur, al di fuori del cerchio degli Dèi e gli chiese perché egli non scagliasse frecce contro Baldr. Egli rispose che non lo faceva perché non vedeva e perché non aveva armi. A quel punto, Loki gli disse di rendere onore a Baldr come gli altri Dèi: sarebbe stato lui,Loki, ad indicargli dove fosse il Dio;gli disse, inoltre, che avrebbe potuto tirargli addosso il vischio per omaggiarlo. Così avvenne e Baldr venne trapassato da parte a parte dal rametto di vischio. Gli Dèi rimasero attoniti, poi cominciarono a piangere Baldr. Alla fine, Baldr venne bruciato su una pira a bordo di una nave nel mare, su cui venne bruciata anche la moglie Nanna ed il cavallo del Dio. Questo fatto diede inizio al crepuscolo degli Dèi.
E' interessante notare il mito dell'uccisione del gemello, che forse rimanda al classico scontro tra Dio
del Vischio e Dio dell'Agrifoglio.(N.d.Xenia) Sicuramente, secondo Frazer, i due punti principali della leggenda sono lo sradicamento del vischio (di cui magari ci occuperemo in futuro) e la cremazione del Dio, che si collega all'uso dei fuochi in diverse feste annuali pagane, tra cui quelle di primavera (Ostara, Beltane).

Freya/Ostara secondo Robert Graves

Anche un autore come Robert Graves, nel suo "La dea bianca" parla di questa Dea con i suoi diversi nomi: Freya, Frigga, Frigg, Holda, Held, Hilde, Goda, Ostara. Nel capitolo "Eracle sul loto" Graves ci parla di Freya come la Dea Bianca (che cambia nome a seconda delle diverse popolazioni), mentre nel capitolo "I sette pilastri", parlando dei "7 pilastri della saggezza" ebraici, collegati ai 7 giorni della creazione, Freya sarebbe collegata al venerdi, per cui al pianeta Venere e alle Dee Istar (babilonese) e Venere (greca) o Afrodite (romana). E quindi,secondo questo schema, riprendendo i sette alberi sacri del bosco irlandese (betulla, salice, agrifoglio, nocciolo, quercia, melo, ontano) di cui egli aveva parlato precedentemente e che mette in relazione con i giorni della settimana ebraici, ne esce che la pianta collegata a Freya- Afrodite sarebbe stato il melo. Nel capitolo "il dio dal piede di toro", Graves ragiona sul fatto che è la Dea che "fa e disfa il suo uomo", seguendo l'ipotesi che in realtà, in molti miti antichi come in quello dello smembramento del Dio (es. Osiride) in origine, probabilmente, la Dea stessa era complice volontaria dell'uccisione annuale del Dio consorte; e quindi, ricollegandosi a questa ipotesi, il nostro suggerisce che, probabilmente, anche la Dea Frigg avrebbe potuto essere coinvolta nella morte di Balder, che nel mito ella piange.
Invece, nel capitolo "La triplice musa", Graves ci parla del collegamento che potrebbe esserci tra Freya e il tema dell'inseguimento amoroso di una bella fanciulla da parte di un uomo, che spesso si ritrova in molti miti e leggende, tra cui anche quello di Lady Godiva.
Questo tema si ritrova anche nelle sculture di alcune cattedrali, in cui viene raffigurata una figura simboleggiante "la lascivia", rappresentante una donna dalle lunghe chiome avvolte in una rete che cavalca all'amazzone un capro ed è preceduta da una lepre.
Questa immagine la si ritrova anche nelle storie tratte dal Targum ebraico che uno scrittore citato da Graves, tale Gaster, avrebbe raccolto in tutta Europa. Fra queste, c'è un racconto in cui ad una donna viene chiesto dal suo amante, come prova d'amore, di presentarsi da lui "né vestita, né svestita, né a piedi, né a cavallo, né sull'acqua né sulla terra ferma, né con un dono, né senza un dono". La donna giunge dal suo uomo vestita da una rete,a cavallo di un capro, con un piede che strascica in un fosso e mettendo in libertà una lepre. Una storia simile, anche se con qualche variante, si ritroverebbe in Gesta Danorum, alla fine
del XII secolo, narrata da Saxo Grammaticus. Aslog, ultima dei Volsunghi, figlia di Brunilde e di Sigurd, viveva in una fattoria a Spangerejd, in Norvegia, sotto l'identità di una sguattera dal nome di Krake (che significa "cornacchia"- che potrebbe subito portarci all'idea della Dea mortifera, n.d.Xenia), col viso
coperto di fuliggine. Nonostante la donna celasse la sua bellezza in tal modo, colpì comunque l'eroe Ragnar Lodbrog che pensò di sposarla e come prova dei suoi meriti la obbligò a presentarsi da lui né a piedi né a cavallo, né vestita né nuda, né a digiuno né mangiando, né sola né accompagnata. A questo punto, Aslog si
presentò a dorso di un capro, con un piede che strascicava per terra, vestita solo delle proprie chiome e di una rete da pesca, tenendo accanto a sé una cipolla e scortata da un segugio.
Intanto, occorre dire che l'immagine della donna che cavalca un caprone, ricorda molto l'iconografia che divenne famosa, successivamente, delle streghe in molte incisioni (n.d.Xenia); poi, come ci rammenta Graves, se mettiamo insieme le informazioni ottenute da questi due racconti, la figura cioè della lascivia e le
due storie, vediamo che la donna ha il viso scuro, i capelli lunghi, un corvo che le volteggia sul capo, una lepre che le corre innanzi, un segugio che le corre di fianco, un frutto vicino alle labbra, una rete che la ricopre ed un capro che le fa da cavalcatura.
A questo punto, dice Graves, come non identificare questa donna con la Dea dell'amore e della morte Freya, Frigg,Holda, Hilde, Goda o Ostara, nel suo aspetto di Calendimaggio (Beltane, 30 Aprile-1 maggio). Secondo Graves, questa Dea giunse nel Neolitico o ai primordi dell'Età del bronzo, provenendo dal Mediterraneo dove era venerata come Dittinna (per la rete), Egea (per la capra), Coronide
(per il corvo), e come Rea, Britomarte, Artemide ecc., portando con sé la danza del labirinto. Il frutto accostato alle labbra, dice Graves, è probabilmente la mela dell'immortalità (che ritroviamo anche presso i Celti, nell'Isola dei meli, Avalon- n.d.Xenia); inoltre, come ci ricorda l'autore, il corvo è legato alla morte (pensiamo le Dee come la Morrigan ecc; ma è anche legato alla profezia e alla divinazione, come nel caso di Atena e tante altre Dee e Dèi,oltre che visto come messaggero divino n.d.Xenia). Successivamente, sarebbe divenuta, in Britannia, Rhiannon, Arhianrod, Cerridwen, Blodeuwedd, Danu o Anna Hilde, poi, vive nella Via Lattea come Rea a Creta e Blodeuwedd in Britannia, entrambe legate alle capre; la capra, come ben sappiamo, era un animale collegato a diverse divinità e alla vigilia di Calendimaggio, a Brocken, si sacrificava una capra in suo onore. Anche Holda cavalcava un capro ed era preceduta da una muta di 24 segugi, le sue figlie (le 24 ore di Calendimaggio) ed inoltre aveva un colore pezzato, poiché era ambivalente (sia nera Madre-terra che cadaverica Morte, come Holda o Hel).
Come Ostara, la dea sassone, presiedeva un sabba a Calendimaggio, nel corso del quale sarebbe stato immolato un capro. Il suo animale rituale era la lepre che nella tradizione inglese "depone" ancora le uova di Pasqua. Il capro sarebbe significato fertilità per il bestiame, mentre la lepre avrebbe indicato buona caccia. La rete, una buona pesca, mentre la chioma fluente raccolti abbondanti.

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Note: Di Xenia (Sarah Degli Spiriti)
[articolo tratto da Rivista Labrys anno I, n.1.,Ostara/Beltane 2006]

Bibliografia

• Robert Graves, La Dea bianca; ed.Adelphi (Azzate,1998 )
• Anthony S. Mercatante, Dizionario universale dei miti e delle leggende; (Farigliano, CN, 2003)
• Enciclopedia Mythica: www.pantheon.org
• James G. Frazer, Il ramo d'oro; Ed. Newton & Compton (Milano, 1999)
• Storia delle religioni. Mondo classico-Europa precristiana; a cura di Giovanni Filoramo. Collana La biblioteca di Repubblica (Torino, 2005)
• Atlante illustrato della mitologia del mondo, a cura di Angela Cerinotti; ed. Demetra (Prato, 2002)
• Robert Graves, I miti greci,volume I, edizione speciale per Il Giornale.
• René Guénon, Simboli della scienza sacra; ed. Adelphi (Milano, 2000)
• Losapevidell'arte, Simboli e allegorie, prima parte; ed. Electa-Gruppo Editoriale L'Espresso (Pomezia, Roma, 2004)
• Losapevidell'arte, La natura e i suoi simboli, seconda parte; Electa, Gruppo Editoriale L'Espresso (Pomezia, Roma, 2004)
• Dorothy Morrison, L'Arte della strega; ed. Armenia (Milano,2002)
• Phyllis Curott, L'arte della magia; Sonzogno Editore (Bergamo, 2002)
• Scott Cunningham, Wicca, ed. Armenia (Milano, 2001)
• Ed Fitch, Il libro segreto delle arti magiche.
• Starhawk, La danza a spirale; Macro Edizioni (Città di Castello, PG, 2002)
• Raymond Buckland, Il libro delle streghe; ed. Armenia (Milano, 2003)
• Janet e Stuart Farrar, A witches'Bible; Phoenix Publishing Inc. (1996, stampato negli USA)

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