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Ynis Afallach Tuath

La cultura di Hallstatt
Martedì, 10 Novembre 2009 - 14:10 - 4817 Letture
Celti I Celti erano un grande insieme di popolazioni indoeuropee che giunsero in Europa in varie ondate, fra il 3500 e il 1500 a.C., muovendosi dalle regioni centrali dell'Asia, attraverso il Caucaso e il Medio Oriente.
Probabilmente, in passato, esistevano documenti che attestavano le antiche origini dei Celti, ma di questi se ne è persa ogni traccia. Archeologi e linguisti concordano con l'identificazione dello stanziamento originario dei Celti in Europa, fin dagli inizi del III Millennio a.C., in un'area compresa tra le attuali Germania meridionale, Francia orientale e Svizzera Settentrionale.


Verso il 1200 a.C., durante l'Età del Bronzo, comparve la “Cultura dei Campi di Urne”, così definita dallo studioso di preistoria Erns Wagner, per la caratteristica comune in tutta l'area geografica del rito funerario. Infatti questa civiltà era caratterizzata dall'usanza di seppellire i resti dei morti cremati in urne di argilla con piccoli oggetti che erano appartenuti al defunto. La Cultura dei Campi di Urne si insediò nelle zone della Germania Centroccidentale e Meridionale, Belgio, Francia, Romania Centrorientale, Svizzera , Austria, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia e nell'area dell'ex Iugoslavia. Queste popolazioni erano solite abitare su piccole alture fortificate, si raggruppavano in piccole comunità dedite all'agricoltura, erano abili nella lavorazione del bronzo, nonché verso la fine di questo periodo, del ferro e parlavano una lingua che avrebbe dato luogo ai vari idiomi di tipo celtico.

Durante il passaggio dell'Europa all'Età del Ferro, la Cultura del Campi di Urne venne soppiantata dalla Cultura di Hallstatt (1200-480 a.C.), civiltà che mostrava già le prime caratteristiche culturali che poi saranno proprie della cultura celtica classica. Il nome deriva da un importante sito archeologico austriaco distante una cinquantina di chilometri da Salisburgo, nei pressi della cittadina di Hallstatt.
La cultura di Hallstatt in Europa centrale è precedente all'identificazione dei Celti da parte dei Greci come un gruppo culturale a sé stante, ma è considerata come celtica a tutti gli effetti sia in termini di innovazioni tecnologiche, sia di stili artistici. In tutta Europa sono presenti ritrovamenti della cultura di Hallstatt, caratterizzati da varianti regionali e fasi successive. A distinguere i vari ceppi è soprattutto la loro diversa abilità nella lavorazione dei metalli.
Il periodo di sviluppo di questa civiltà è suddiviso in quattro fasi principali:
* le fasi denominate Hallstatt A e Hallstatt B corrispondono alla tarda età del bronzo , tra il 1200 e l' 800 a.C. ca.,
* la fase chiamata Hallstatt C corrisponde agli inizi dell'età del ferro , tra l' 800 e il 600 a.C. ca. In questa fase troviamo le meravigliose tombe a tumulo principesche.
* durante la fase chiamata Hallstatt D, tra il 600 e il 500 a.C. ca., l'area occidentale, probabilmente in connessione con il commercio verso il Mediterraneo, acquista una maggiore importanza. Questo periodo storico viene definito anche "periodo dei tumuli" o "periodo dei principi".

La classe dominante era quella guerriera, ma l'economia hallstattiana si fondava principalmente su un'agricoltura in cui sembra che l'allevamento assumesse spesso un ruolo di primo piano. Ciò spiega probabilmente il popolamento di regioni oggi rimboschite e che non presentano condizioni favorevoli alla coltura cerealicola. Il bestiame era forse la base della ricchezza personale, mente la terra rimaneva proprietà comune. L'aspetto militare di questa società non era quindi solo l'espressione della condizione degli uomini liberi, ma rispondeva anche alla necessita di difendere gli armenti dalle brame dei vicini, desiderosi di arricchirsi con razzie. La popolazione hallstattiana era in stretti rapporti commerciali con molte popolazioni del Mediterraneo, come i greci della colonia di Massalia e gli Etruschi, e con le genti del medioriente, ad esempio gli Sciti. La via obbligata dei contatti fra Boemia e mondo mediterraneo passava dalla valle del Danubio, seguendo un percorso che era già, come poi nel Medioevo, quello del sale, estratto dai giacimenti alpini e convogliato lungo gli affluenti meridionali del grande fiume: l'Inn, la Salzach e la Traum. La popolazione di Hallstatt aveva il pieno controllo di queste vie, perciò il commercio del sale, estratto dalle miniere Salisburghesi, del ferro, delle e armi e dell'ambra importata dal Baltico era fonte di notevole ricchezza.

L'estrazione del sale, è destinata probabilmente alla conservazione della carne e alla conciatura delle pelli. E’ certo che la possibilità di disporre di riserve alimentari sotto forma di prosciutti o insaccati vari dovette contribuire alla mobilità dei popoli celtici, rendendo più facili le spedizioni militari su lunghe distanze.
L'artigianato del bronzo sfrutta un retaggio che comprende tutte le tecniche essenziali e veniva usato ad arte per plasmare oggetti che rappresentano spesso una vera fatica. Le applicazioni di ambra e corallo che fioriscono nel V secolo a.C. sono impiegate per i corredi, tuttavia i progressi più evidenti furono realizzati nel campo della lavorazione del ferro, dove i fabbri sperimentarono ingegnosamente l'uso del nuovo metallo a partire dalle applicazioni per il bronzo.
Un altro settore in cui si rilevano importanti innovazioni è quello della produzione tessile: si può supporre l'esistenza di tessitori specializzati che producono, ispirandosi ai modelli mediterranei, tessuti di straordinaria finezza destinati a incrementare il prestigio dell'élite sociale.

I temi dell'arte hallstattiana si riferiscono quasi esclusivamente al culto solare: uccelli acquatici e cavalli, le due specie animali associate per tradizione agli spostamenti, e sono accompagnati da simboli più o meno espliciti, come le svastiche, i cerchi concentrici, i triskel, i rosoni o i dischi a raggiera, ripetuti in un campo di motivi geometrici semplici per formare composizioni, che svelano un'organizzazione che non è solo ornamentale, infatti solitamente occultavano la registrazione di dati strutturali inerenti al presunto ordinamento dell'universo e dei suo cicli. Oltre agli animali, fra cui compare anche il cervo, il repertorio dei Celti hallstattiani comprendeva profili molto schematici di personaggi umani, talvolta a cavallo, quindi modesto ma perfettamente coerente, il repertorio figurativo denota la prevalenza assoluta di una divinità maschile associata al culto solare. E' probabile che possedesse un equivalente femminile, forse la divinità lunare evocata dall'associazione dei simboli della coppa d'oro di Zurich-Altstetten, un oggetto la cui funzione sembra fosse più rituale che funeraria.

Del periodo di Hallstatt ci sono rimasti notevoli esempi di arte figurativa stilizzata, in maggior parte provenienti da siti funerari. Uno di questi è il carro votivo di Strettweg, scoperto in una tomba del VI secolo a.C., in Stiria (Austria), alto solo 23 cm; è un pezzo dettagliato e completo, piccoli guerrieri, cervi si affollano intorno a un nudo femminile con un piatto di offerte votive sul capo. Dello stesso periodo esistono anche altri piccoli animali e uccelli in bronzo, uno dei più famosi, un toro di bronzo, è stato scoperto in una grotta di Blanska, nella Repubblica Ceca; la raffinatezza del pezzo, però ha indotto alcuni esperti a classificarlo come un'importazione dall'Oriente.

In questa cultura l'architettura è essenzialmente in legno e la pietra viene raramente usata, eccezion fatta per i paramenti delle mura. Il tipo di costruzione più diffuso presenta un'ossatura di pali verticali, le cui tracce nel terreno indicano una pianta generalmente rettangolare dalla dimensioni variabili, potendo talora raggiungere parecchie decine di metri di lunghezza. Le tecniche di lavoro e assemblaggio del legno erano di eccellente livello. Le case degli agglomerati fortificati che si ispirano alle città mediterranee non sono apparentemente diverse da quelle che troviamo negli insediamenti rurali, e non vi è nulla che permetta di distinguere, in base alla particolarità della costruzione, gli edifici in cui sono state trovate tracce di attività artigianali da quelli che potevano servire da abitazione. Analogamente non è facile individuare negli insediamenti gli indizi della gerarchia sociale: può darsi che le residenze dei "principi" si trovassero, perlomeno qualche volta, fuori della fortezza. Gli stanziamenti rurali non si distinguono per tipologie abitative molto diverse, ma la disposizione dell'insieme è di solito nettamente più libera. A fianco dei complessi aperti apparentemente composti da parecchie unità contemporanee, che possiamo definire villaggi, esistevano anche gruppi isolati di costruzioni a cui si dà solitamente il nome di case coloniche.

L'attività religiosa si svolgeva verosimilmente nei luoghi in cui si stabilisce per via naturale il contatto fra le terra degli uomini e il mondo celeste, o sotterraneo, degli Dèi. Si accendono grandi fuochi e si offrono sacrifici su picchi rocciosi particolarmente suggestivi. Questi luoghi di culto, a cui è dato di nome di Brandopferplatze (luoghi di olocausto, o sacrificio per cremazione), sono stati scoperti in Svizzera e Germania: si presentano come affastellamenti di carboni e cocci di terraglie, nonché ossa di animali. In Boemia sono state ritrovate le tracce di un altro tipo di santuario naturale: piccoli oggetti simbolici in terracotta perforati per essere appesi, sparsi su una superficie ridotta. Appare plausibile l'interpretazione secondo cui si trattava di un albero sacro, l'oggetto di culto ai rami del quale sarebbero stati agganciati. Vediamo inoltre moltiplicarsi spazi delimitati da un fossato o una palizzata, dalla pianta generalmente oblunga; si suppone il loro ruolo di luogo consacrato, ma resta incerta l'utilizzazione.

Sembra in effetti che i "principi" celtici hallstattiani svolgessero una funzione cruciale nella vita spirituale della comunità, tanto che la loro sepoltura monumentale diventa spesso il nucleo di una necropoli. Appare come l'equivalente del re tribale garante dell'unione tra comunità e territorio ancestrale, egli è il compagno della dea tutelare, colui che mantiene la coesione del suo popolo organizzando i banchetti in occasione delle grandi feste che scandivano l'anno.
Ricchi, venerati e potenti, questi capi dell'élite guerriera, eredi di una funzione le cui origini risalgono probabilmente alle società paleolitiche, diventeranno i principali beneficiari degli scambi commerciali che si intrecceranno col mondo mediterraneo.

In questo periodo la novità più importante è rappresentata dall'eccezionale rituale funerario: sepolture individuali che si distinguono dalla situazione normale per la presenza di oggetti eccezionali, che sembrano essere esclusiva di personaggi armati che possiamo collegare al progressivo emergere di una classe militare e la contemporanea formazione di un'ideologia eroica. Sembrano riferirsi al desiderio di onorare un defunto importante, svincolati da un cerimoniale con regole fisse, riservato a un'élite sociale privilegiata.

E' soprattutto nelle fasi più recenti che è possibile fare collegamenti ai Protocelti. Sono state ritrovate tombe particolarmente ricche sotto grandi tumuli, risalenti proprio all'ultima fase di questa cultura. I tumuli si trovavano in vicinanza di centri abitati fortificati. All'interno delle tombe sono stati ritrovati numerosi monili e accessori di importazione, che testimoniano numerosi contatti commerciali. Un esempio è la tomba della, cosiddetta, Principessa di Vix, una donna di circa trent'anni di importante famiglia. Il suo corpo fu bruciato durante una cerimonia e la sue ceneri furono sistemate in una sorta di bara adagiata su un carro, durante gli scavi furono ritrovate ancora le ruote appoggiate al muro della camera sepolcrale. Attorno al carro è stato recuperato il suo corredo funebre composto da coppe di importazione Greca, crateri in bronzo e ciotole per miscelare il vino.

Una delle fortezze hallstattiane meglio conosciute è quella di Heuneburg, un pianoro triangolare, in cui si sono potute distinguere dieci ricostruzioni delle sue fortificazioni, fra cui le mura in mattoni crudi a bastioni quadrangolari ispirate a un modello greco-siciliano. Era il punto in cui i traffici partiti dal Mediterraneo, attraverso il corridoio del Rodano, o dall'Italia lungo l'altopiano svizzero, raggiungevano l'asse fluviale del Danubio. I gruppi di tumuli che circondano il sito confermano la sua importanza, la camera centrale del tumulo più grande, con un diametro di 80 metri e alta 14, era stata saccheggiata, ma si è potuto esplorare la tomba secondaria di una coppia, accompagnata da un carro a quattro ruote, ove si sono rinvenuti diversi oggetti, fra cui i resti di un tessuto ricamato di seta.

Lo sfruttamento del sito di Hallstatt era iniziato dalla fine dell'Età del bronzo, ma conobbe un particolare sviluppo nell'Età del ferro, come attestano il numero e la ricchezza delle sepolture dei guerrieri e dei loro compagni. Questi personaggi non erano impegnati nel lavoro delle cave, effettuato probabilmente dagli schiavi, ma lo controllavano e dovevano assicurare anche il regolare svolgimento degli scambi: si facevano inumare quasi tutti con un servizio di bicchieri composta da parecchi recipienti bronzei.

Il mondo dei principi hallstattiani, rappresenta indiscutibilmente il preludio all'entrata dei Celti nella storia. Ciononostante sembra difficile scorgervi l'epoca della costituzione di un'etnia celtica, che sarebbe stata fino a questo momento fusa in una massa più o meno indifferenziata di Indoeuropei in via di mutazione. L'impatto del mondo urbano del Mediterraneo contribuirà però ad accelerare i mutamenti, che porteranno, un secolo dopo, alla formazione della cultura di La Tene.

Fonti:

La grande storia dei Celti" di Venceslas Kruta
I celti. Un popolo e una civiltà d'Europa Di Elena Percivaldi
Celtic Britain Di Lloyd Robert Laing
http://it.wikipedia.org/wiki/Cultura_di_Hallstatt


Note: ARTICOLO A CURA DI:
Euphorbia, sulla base degli studi condotti nel gruppo "Ynis Afallach Tuath".

Un particolare ringraziamento a: Berkana, Sylesia ed Euphorbia.
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