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Ynis Afallach Tuath

SANTE, DEE, EROINE E SAGGE DONNE: il calendario al femminile. APRILE
Venerdì, 16 Aprile 2010 - 10:12 - 1808 Letture
Lunologia Afrodite, Dea dell'Amore.

Il mese di aprile deve il suo nome alla parola latina aprilis che a sua volta deriva dal greco aphròs, spuma, dalla quale il mito dice sia nata Aphrodite oVenere. Il dio Urano era stato evirato dai suoi stessi figli i Titani. Il suo pene era caduto nell’oceano e aveva tinto di rosso il mare: poi la spuma si era condensata dando origine a una figura, Afrodite dalle lunghe chiome, che navigava su una conchiglia di mitilo. Essa scosse le gocce d’acqua dai riccioli e le gocce si tramutarono in perle.

Essa scosse le gocce d’acqua dai riccioli e le gocce si tramutarono in perle. Poi navigò fino all’isola di Cipro dove venne accolta e fornita di vesti degne della sua bellezza.
Ma Afrodite originariamente non era greca: era l’antica Dea madre del Mediterraneo orientale il cui culto si era dapprima stabilito sulle isole al largo della Grecia e poi era penetrato nella terraferma. L’allegoria del cielo che feconda il grande utero del mare è una storia che si ripete in tutte le antiche tradizioni e Afrodite rappresenta la dea dell’amore e della bellezza in profonda connessione con la luna che governa appunto le acque. Nella maggior parte delle mitologie indo-europee troviamo la dea-vacca con le corna a falce di luna e di solito si racconta che fosse sposa di un toro, che ne era figlio e amante. Il toro è anche simbolo di Poseidone dio del mare e il toro è il segno zodiacale di questo periodo, portatore di abbondanza, fertilità e risveglio dei sensi dopo il lungo riposo invernale. Troviamo le corna come simbolo lunare di fecondità nella bellissima Venere di Laussel (Francia). Sul corno ci sono 13 tacche, che sono le fasi lunari di un anno solare. Questo bassorilievo si trova all’entrata di una grotta che era probabilmente luogo di riti femminili legati alla fecondità.
Il toro e la vacca sacra sono simboli potenti, animali sacri portatori di cibo e vita per la comunità, ma anche rappresentano quella sensuale energia che il segno zodiacale incarna tanto bene.
Anche le sirene ammaliatrici che tentano Ulisse e tanti altri eroi hanno questo aspetto del femminile, quella capacità di sedurre, di circuire e far perdere la razionalità che tanto impaurisce gli uomini. Nel folclore europeo la fata Morgana, che appunto seduce con le sue arti magiche Artù, prende il nome dalla parola celtica mor che significa mare, come morgan sono gli spiriti marini e Mor-dred suo figlio. Ella era signora delle Isole Felici o Avalon dove venivano portati gli eroi defunti. Si dice fosse sorella di Artù e che insieme fecero un figlio Mordred che uccise il padre. Artù venne trasportato morente e addormentato sull’isola di Avalon dove, vegliato dalla sorella-sposa Morgana, attende di risvegliarsi quando ci sarà ancora bisogno di lui. Le nozze tra fratello e sorella si ritrovano in tutte le grandi tradizioni a partire da quella egizia così come l’uccisione del padre da parte del figlio, che simbolicamente rappresenta il nuovo ciclo che soppianta il vecchio. Solo con l’arrivo del cristianesimo Morgana divenne una strega dalle pericolose arti seduttive e il figlio di lei un pericoloso parricida, così come le sirene e il mare stesso vennero demonizzati come infidi e temibili poiché legati al potere femminile.

In questo periodo cade una delle feste più importanti del nostro calendario, la Pasqua, festa di resurrezione e di rinnovamento. Ma presso gli antichi questo era anche il periodo delle feste di fertilità, prima fra tutte Beltane detta anche festa dei fuochi di Bel, dove Bel era il dio della Luce e del Fuoco: il fuoco della passione che genera la vita e che dava origine a grandi festeggiamenti.
Il fuoco della notte di Beltane (giorno 30 aprile) veniva acceso con nove tipi di legno sacri (sorbo,quercia, salice,nocciolo, betulla, biancospino, melo, pino, vite) perché il numero nove rappresenta la completezza. Esso veniva acceso in coppia e tra i due fuochi veniva fatto passare il bestiame per propiziare latte abbondante e fertilità. La gente danzava intorno al falò e saltava attraverso i fuochi come purificazione e buona fortuna. Dopo le danze e i salti le coppie si appartavano col favore dell’oscurità e continuavano le celebrazioni a loro modo impersonando la grande madre Terra e il dio dei Boschi che si accoppiano per favorire la fertilità della natura. Per tutta la notte del 30 aprile si susseguivano, in una atmosfera orgiastica, banchetti e danze che terminavano con l’avvento della nuova vita. Su tutti vegliava la Grande Dea della Fecondità, che dominava il destino dei vivi e dei morti. I bambini concepiti in questa notte erano considerati sacri e benedetti perché portatori di fortuna per tutta la comunità. Molte leggende associate a questa festa parlano di esseri fatati che appaiono agli umani e chi si addormenta sotto un biancospino rischia di essere portato via da loro. I bambini possono essere scambiati e un bambino fatato viene così allevato dagli umani mentre un bambino umano vivrà con le fate, quasi a suggellare un patto di alleanza e rispetto reciproco. Per questo il cristianesimo demonizzò questa notte, facendone una notte di convegni di spiriti e di streghe, che potevano essere cacciati dall’intervento di Santa Valpurga, monaca inglese del VIII secolo e badessa del monastero tedesco di Heidenheim in Germania. La notte sacra di Beltane divenne così la notte di Santa Valpurga e per tutto il medioevo notte privilegiata per far ardere i roghi delle streghe.
Un altro mito importante è quello gallese di Llud in cui questo re-eroe catturò un terribile drago che ogni vigilia di Beltane portava morte e distruzione sulla terra. La figura dell’eroe che sconfigge il drago la troviamo riportata in san Giorgio (giorno 23 aprile) dove il drago rappresenta, come il serpente, la forza sotterranea della Terra e il potere del femminile.
Il cavaliere che uccide il drago compie un sacrificio sacro unendosi in una sorta di nozze di sangue legate alla vita e alla morte. Anche san Marco (giorno 25 aprile) è un cavaliere oltre che uno degli evangelisti e il suo nome è legato a Marte, dio sposo di Venere, il suo animale totem è il leone, simbolo solare. L’ usanza di portare un bocciolo di rosa (fiore di Venere) all’amata resiste ancora a Venezia ed è chiamata “festa del bocolo”. Anche qui troviamo le sacre nozze tra maschio e femmina che ci ricordano come tutto può nascere solo dall’amore e dalla passione, qualità che noi donne possediamo senza dubbio.

Note: Testo a cura di Elys
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