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Ynis Afallach Tuath

SANTE, DEE, EROINE E SAGGE DONNE: il calendario al femminile: Luna di Agosto
Venerdì, 20 Agosto 2010 - 10:42 - 2175 Letture
Lunologia LUNA DI AGOSTO: DIANA/ARTEMIDE, LA DEA SELVAGGIA DEI BOSCHI

Luce e oscurità si mescolano in Diana il cui nome proviene da “Divina” o forse da “Dies”, giorno o forse da “Dium” spazio celeste. Nella tradizione greca era chiamata Artemide, gemella di un dio saggio, Apollo, giusto e glorioso ed ella ne è in qualche modo l’altra faccia, ombrosa e misteriosa.

Suo fratello illumina il giorno, lei splende di notte. Selvaggia dea della natura, percorre le foreste seguita dalle fiere. Ha con sé due leoni. Punisce crudelmente chi non la onora, premia con l’immortalità chi le si consacra. Vergine intransigente non nutre comprensione né perdono per chi cede alla passione amorosa. Feroce con gli uomini e senza femminili dolcezze, difende le donne per tutelare la continuità della nascita e protegge i bambini e le schiave. E’ essenziale e decisa come richiede il tempo che verrà, consacrato al segno zodiacale della Vergine appunto.

Il 21 di agosto avevano luogo a Roma le solenni celebrazioni dedicate a Diana e vi partecipavano numerosi gli schiavi. In origine Diana era dea del libero cielo, chiamata anche Jana, adorata solo negli spazi aperti ed era esclusivamente una divinità delle donne. Il 15 agosto processioni di donne si recavano ad Ariccia (Roma) per portare offerte nel suo bosco sacro. Ella aveva come aiutante la ninfa Egeria, ninfa delle acque, sua assistente nei parti poiché Artemide nacque per prima e aiutò la madre Latona a dare alla luce il suo gemello Apollo. Anche Diana come protettrice del parto cambiava nome diventando Lucina e le donne andavano al suo santuario portando tavolette votive e consacrando le proprie vesti alla dea. Artemide/Diana esigeva la castità dalle sue devote; quando la sua amica e compagna più cara Callisto fu sedotta da Zeus, la Dea la punì trasformandola in orsa. Le giovani adolescenti poiché ancora vergini erano a lei dedicate, erano chiamate “orse” e danzavano in onore della dea con maschere raffiguranti orsi. Per i greci l’orsa era il simbolo della maternità e della creazione.
Il tempio di Artemide ad Efeso era considerato una delle sette meraviglie del mondo antico: al suo interno la dea era rappresentata da una grande statua nera, col corpo coperto di grandi mammelle a forma d’uovo e da immagini di animali. Molte immagini della dea hanno sembianze di animali: Atargatis, celebrata il 15 agosto, ha corpo di pesce ed ha dato origine al mito della sirena; Lilith ha volto di civetta; Aridela, dea cretese, aveva sembianze di colomba.
Ora in questa settimana si celebra l’Assunzione della Vergine Maria, vergine come lo era Diana/Artemide e assunta al cielo come l’antica dea. La morte della Vergine Maria non è menzionata nei Vangeli, né esistono resoconti contemporanei della sua sepoltura o informazioni su dove si trovi la sua tomba. Per questo la chiesa sancì ufficialmente che Maria era stata portata in cielo da una schiera di angeli solo nel 1950 e solo nel 1954 venne dichiarata “Regina dei Cieli”.

Nel suo libro “Il mistero del sepolcro della Vergine Maria” Graham Phillips ipotizza che, dopo la morte di Gesù, Maria fu affidata a Giuseppe d’Arimatea suo parente maschio più prossimo e che con lui arrivò in Britannia trascorrendo tra i druidi gli ultimi anni di vita. Nell’isola di Anglesey si trova una chiesa legata alle leggende sul Graal e l’autore ipotizza che questo potrebbe essere il luogo dove riposano le ossa di Maria.

In Oriente, dove il cristianesimo ebbe origine, si celebrava proprio il 15 agosto la festa di una Grande Madre di nome Atargatis, metà donna e metà pesce, considerata la patrona della fertilità e dei lavori dei campi. Tutto il mese di agosto è costellato di feste dedicate alla Madonna, periodo che è sotto il segno del Leone e poi sotto quello della Vergine, e sotto la protezione di Iside e di Cerere.

Quale mese dunque più adatto di agosto per celebrare colei che racchiude in sé le dee antiche, la Madre di Dio, la Vergine per eccellenza, la Regina Coeli, la Maris Stella, la Madre dei Viventi?
Troviamo quindi la festa della Madonna della Neve (5 agosto), di Maria Regina (22 agosto), del Cuore Immacolato di Maria (22 agosto) per proseguire nel mese di settembre con la Natività di Maria.

Presso i popoli celti questo periodo era Lughnasadh, dedicato al Dio Lugh che era capo dei Tuatha Dè Danann “il popolo della Dea Dana”. I druidi accendevano fuochi e i membri del clan mangiavano insieme i frutti della terra, per poi seguire i sacerdoti nei campi dove il druido tagliava la prima manciata di spighe. Con quelle spighe le donne preparavano pani e dolci da consumare insieme, perché è nell’unione che il clan trova la forza. Lughnasadh è anche la festa dell’amore, della fertilità e i ragazzi intrecciavano collane di fiori da regalare alle ragazze, mentre gli innamorati costruivano piccole capanne di rami intrecciati ricoperte di fiori sulla riva dei torrenti e lì passavano la notte, immersi nel rito più potente, quello dell’Amore. Le origini di questa festa sono però collegate ad una figura femminile, Tailtiu, madre adottiva di Lugh, la quale si affaticò per preparare le pianure irlandesi all’agricoltura e così morì dopo aver chiesto che la pianura diventasse la sua tomba.
Troviamo dunque un altro mito legato alla Dea Madre che collega strettamente la fertilità e la morte, ricordandoci che non può esistere un prendere senza un lasciare, un ricevere senza dare.



Note: ( a cura di Elys)
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