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Ynis Afallach Tuath

BERCHTA E LE DEE FILATRICI
Lunedì, 27 Dicembre 2010 - 14:30 - 5638 Letture
YULETIDE Il periodo solstiziale è un un periodo di eventi soprannaturali. Anticamente questo lasso di tempo veniva collegato anche alla Caccia Selvaggia. In Irlanda i cacciatori sovrannaturali  venivano chiamati "Yule Host", e li si immaginava andare in giro per la terra a raccogliere le anime dei morti.



Una figura di questo tipo, al femminile, può essere la cara Frau Holle (Dea Holla), portatrice di fertilità, abbondanza e giustizia. Il folklore germanico la immagina percorrere la terra su una slitta trainata da cani nei 12 giorni che seguono il solstizio, distribuendo doni e fortuna... in compagnia di un magnifico ed incantato corteo. Il suo nome significa 'la gentile' e fu solo con l'avvento del cristianesimo che ella divenne la strega crudele che 'raccoglieva' intorno a sé le anime dei bambini non battezzati. In verità il suo corteo è costituito dalle più magiche e gentili creature....

Durante questi dodici giorni le Dee quali Frau Holle, la Berchta e altre affini, vagavano di casa in casa esaminando gli arcolai delle donne (sono tutte dee strettamente collegate all’arte della filatura e ai lavori femminili). Se le donne avevano filato con cura e maestria, se avevano tenuto bene in ordine la casa, sarebbero state premiate (magari con matasse di lino o di lana che non si sarebbero mai esaurite, o con Buona Fortuna); se invece il lavoro fosse risultato sciatto e mal fatto, allora i fili sarebbero stati ingarbugliati e le pigre donne punite.

La versione più celebre di questa storia, è quella raccolta e tramandata dai Fratelli Grimm: la Favola di Fata Piumetta.



Non racconterò qui oggi la Favola per intero, ma vi narrerò solo i punti salienti. Questa gentile fata riceve la visita di due sorelle, una brava e lavoratrice (che verrà premiata) e una svogliata e pigra (che verrà punita). Per arrivare alla sua magica torre, le due fanciulle cadono in acque gelide, ed è proprio da questo elemento che comprendiamo come il racconto voglia sottolineare il passaggio delle due fanciulle nell’Altromondo.
La Filatura esaminata da Berchta (Holle) infatti non è solo la filatura della lana, ma anche quella della propria esistenza. Ognuna di noi tiene tra le mani il prezioso e sacro filo della propria esistenza, e decide da Sè se filarlo bene o male, se metterci impegno o trascuratezza... Questa dea veglia sulle sue figlie e sul loro lavoro, sia quello fisico, sia quello animico, spirituale... Ecco perché in questa splendida storia viene celato il Viaggio nell’Altromondo, verso la Dea che giudicherà il nostro lavoro, verso la Dea che è la Somma Filatrice di ogni destino.

Fata Piumetta è anche colei che, sprimacciando i cuscini, fa nevicare... E’ questo particolare che ci consente di riconoscerla come uno degli Spiriti dell’Inverno. Andiamo con ordine.

Gli elementi che caratterizzano Frau Holle, sono presenti in molte figure: fata Piumetta, la dea celtica Berchta, la Baba Jaga... tutte dee che portano seco fortuna e fertilità e che sono indissolubilmente legate al mondo femminile e alle sue arti. Ancor di più, esse sono figure legate al periodo solstiziale, ai boschi, agli animali... sono ‘donne selvatiche’. Nel suo splendido saggio “Donne che corrono coi lupi”, l’analista Clarissa Pinkola Estes ci spiega:
“A livello archetipico, la natura Vita/Morte/Vita è una componente fondamentale della natura istintiva. Nei miti e nel folklore è rappresentata da Dama del Muerte, Coatlique, Hel, Berchta, Ku'an Yin, Baba Jaga, La Dama in Bianco, la Compassionevole Ombra Notturna, in un gruppo di donne chiamate dai greci Graie, le vecchie donne. Da Banshee, sul suo carro fatto di nuvole, a La Llorona, la donna piangente sul fiume, dall'angelo oscuro che sfiora gli esseri umani con la punta dell'ala, sprofondandoli nell'estasi, alla fiammata che appare quando la morte è imminente, le storie sono piene di questi resti delle personificazioni dell'antica Dea Vita/Morte/Vita."

Come personificazione del volto Vecchio e Antico della Madre, esse abitano il periodo invernale, il loro tempo è quello della neve e del ghiaccio... Perché? La risposta la possiamo trovare analizzando molti altri aspetti...




Tutte queste figure sono strettamente legate al bosco e agli animali. La Berchta ad esempio, non è solo la dea tutelare delle filatrici, ma anche la signora delle bestie, colei che le protegge. In ciò viene spesso assimilata alla figura della Saliga, anch’essa di origine germanica. Le Salighe (e qui potete leggere anche ‘la Berchta’) sono spiriti che tutelano gli abitanti del bosco, poiché gli animali sono i testimoni della pura forza dell’istinto vitale, sono il legame vero e profondo con la Terra e la Madre. Queste dee ci presentano la dimensione del dono.

Ogni dea è incarnazione delle energie primordiali, la Terra stessa ci premia con doni che derivano dalla sua energia e forza. Usando quelle energie con rispetto e amore, esse portano doni, simbolicamente rappresentati dai fili preziosi donati dalla Berchta e dalla Buona sorte. Sono dee generose, come ben possiamo comprendere da questo splendido passo tratto da ‘Donne Selvatiche’ di Claudio Risè e Moidi Paregger: “Il mondo delle forze della Natura, del Sacro, è il mondo delle eccedenze, delle abbondanze. Il mondo del pensiero razionale (ndr: in antitesi con il mondo istintuale rappresentato dagli animali) è invece in gran parte il mondo del calcolo, della misura e del controllo (...). Il mondo della Natura Primordiale è quindi, innanzitutto, il mondo dell’eccedenza, della dismisura tra quanto mette l’uomo (il piccolo seme) e quanto le forze naturali restituiscono (il campo, l’albero, la foresta). la donna selvatica insegna che sul suo mondo, di cui lei è espressione, si può contare all’infinito, a condizione di rispettarlo e onorarlo”.
E infatti, la versione fiabesca di Berchta, la nostra fata Piumetta, dona abiti in oro, dona preziosi, ma solo alla sorella solerte che si impegna e la tratta con amore e rispetto e che in fin dei conti non ha che dato una mano nelle faccende domestiche.

La stessa arte della filatura è un dono. In moltissime culture una Dea dona ad una donna il sapere necessario per compiere questo atto, ma non solo, la Madre dona la materia prima, che si tratti di lana o di lino. Si può dire, paragonando il lavoro fisico a quello spirituale, che la donna abbia nelle mani la propria fortuna. Filare bene o filare male, con amore o con trascuratezza, con attenzione o con superficialità...

Sono molti i racconti che parlando di giovani fanciulle che, mentre filano, vengono contattate da orride vecchie che chiedono aiuto. Perché la vecchiaia? E’ semplice, perché essa è già parte di noi e di ciò che filiamo. Onorarla è onorare tutto ciò che compiamo, dall’inizio alla fine, una fine che è già compresa nell’inizio. La vecchiaia non va sfuggita, disprezzata o temuta, va onorata e rispettata. Spesso nei racconti la ‘Vecchia’ dona qualcosa di apparentemente inutile, come foglie secche, ma che poi, a casa, si tramutano in oro.. come a dire che ogni dono, se accolto e onorato, può rivelarsi assai prezioso. Ecco dunque perché Berchta e le dee a lei simili appaiono spesso in forma di vecchie (come la stessa fata Piumetta) e sono tutelari dell’inverno. Non a caso in moltissime descrizioni folkloristiche, queste Donne Selvatiche, se toccate, appaiono gelide al tatto...

Tutte queste figure riassumono in Sè quindi il concetto di dono: agendo con rispetto e amore verso le forze ultraterrene e naturali, esse ci ricompenseranno a piene mani.

Si dice infatti che Berchta fosse la benefica protettrice dell’agricoltura, delle semine e dei raccolti. La sua protezione garantiva la nascita di vitellini sani e la sua sola presenza sui campi, aleggiante come brina, li benediva e li rendeva fertili, pronti, di anno in anno, per nuovi raccolti.

Pare che le sue origini fossero celtiche, ed il suo nome, che a seconda delle zone cambia un poco, risalga all’antico alto tedesco berath o berth, ovvero “lucente”, “splendente”, “luminosa”.

La cara Berchta vestì poi i panni laceri e logori dell'odierna Befana e proprio a Lei, come abbiamo già detto, venivano dedicati i dodici giorni successivi al Solstizio di inverno, poi divenute le 12 notti dopo il Natale. A sottolineare il passaggio da Dea Berchta a Befana, rimane l'usanza di chiamare la notte del 6 gennaio proprio “la notte della Berchta”.
In questa suggestiva Vigilia " era usanza preparare e gustare in onore della Dea torte di farina e latte, lasciandone per Lei qualche fetta, perché, segretamente e senza essere vista, sarebbe passata ad assaggiarle.
Però non si doveva attardarsi per aspettarla, sperando di vederla, perché se qualcuno ci fosse riuscito ne sarebbe rimasto abbagliato ed avrebbe perso la vista per tutto l’anno.
Berchta appariva spesso nelle sembianze di una donna molto anziana, coi capelli arruffati e gli abiti scuri e logori, ma il suo apparire, come quello di Holla, poteva mutare radicalmente.
Secondo altre storie, ella viveva nel misterioso mondo sotterraneo e da lì emergeva una sola volta all’anno, splendida e luminosissima, abbigliata di una veste incantevole, per spargere la segale sui prati alpini e benedire le campagne."


Berchta contiene la radice BR  che secondo Franco Rendich (L'origine delle lingue europee, Palombi Ed.) è composta da B che ha significato di energia vitale e da R che significa muovere, giungere, raggiungere. Quindi nella lingua indoeuropea (dalla quale deriva anche il gaelico) BR significa giungere con forza vitale, spingere avanti con energia vitale, espandere la coscienza, crescere spiritualmente. 
La radice BR è la stessa di Braman che ci riporta ad una idea di divinità che non può essere declinata al maschile o al femminile. Brahma è l'Essere Immenso, l'equilibrio tra concentrazione e dispersione, tra luce e oscurità. Esso rappresenta l'equilibrio tra le forze contrapposte da cui nasce ogni forma di vita.
 
Ritroviamo questa radice anche in Brigit dea degli inizi e ispiratrice dei Poeti...



Note: Articolo di Argante del Lago

Donne che corrono coi lupi di Clarissa Pinkola Estes
Donne Selvatiche di Claudio Risè e Moidi Paregger
Le Dee di Luce e Fortuna di Violet
Antichi Dei per il futuro di Silvano Danesi
Miti e dei dell'India di Danielou
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