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Ynis Afallach Tuath

LE NOVE VERGINI DI AVALON - parte I -
Mercoledì, 20 Aprile 2011 - 13:10 - 3938 Letture
Avalon L'utilizzo del numero NOVE in contesti sacri è universale: dal Nord Europa all'Africa, dalla Britannia fino alle Terre più a Est. Le tante dediche di chiese, pozzi, isole, pietre... alle nove Vergini ci guida con quasi certezza al supporre che il culto delle nove vergini fosse alla base del paganesimo antico, o meglio, ne fosse una colonna portante e affondasse le proprie radici in tempi remoti ed oscuri.

Gruppi di nove donne sacre sono citati in numerose mitologie: dalle muse alle Regine di Avalon fino alle sacerdotesse dell'Isola di Sein citate da Pomponio Mela e giù sino alle antiche pitture rupestri di Cogul, raffiguranti la danza sacra di nove figure femminili.



Per molti secoli le conoscenze dei saggi vennero trasmesse oralmente, nulla venne messo per iscritto e apparentemente molto andò perso; oggi però, basandosi sulla tradizione orale, congiunta ad una analisi critica, all'archeologia e allo studio della toponomastica, possiamo con buona ragione supporre di riuscire a ricreare parte di ciò che verosimilmente si perse nelle nebbie del tempo, riuscendo in questo modo ad entrare nel profondo mistero dei nuclei di nove vergini: gruppi presenti in tutte le epoche e in tutto il mondo.

Queste sorellanze appariranno quindi nella loro primaria essenza: sacerdotesse detentrici di grandi saperi, dedite al culto di dee e dei, alla medicina, nove donne sacre custodi dei confini tra questo mondo e l'Altro, vergini spesso legate ad una sola ed unica figura eroica maschile.



In Scozia, vicino alla città di Dundee, sorge un'antica pietra pitta, nota come Martin's Stane, databile al VIII sec. d. C. Essa viene collegata ad una preziosa leggenda che narra come nove sorelle vennero divorate da un drago posto a guardia di una fonte. Prima di morire la nona sorella riuscì a chiedere aiuto: in soccorso giunse la gente del villaggio e tra la folla si distinse Martin, il suo amato. Egli, in una lunga battaglia che si svolse tra il villaggio di Pittempton e quello di Badragon, sconfisse il drago, ma perì a sua volta. La fonte di Pittempton da allora venne chiamata 'Il pozzo delle nove vergini', e la pietra venne eretta per commemorare le fanciulle eil prode Martin.

La presenza attorno a Dundee di numerose pietre pitte e pozzi sacri, contestualmente alla leggenda legata alle nove donne, al fatto che i nomi dei due paesini significhino rispettivamente 'il luogo del tamburo' (Pittempton) e 'la città del drago' (Baldragon > Badragon > Balkello) sembrano verosimilmente indicare la presenza di un antico luogo di culto sito nell'area.
Nel suo libro Hill of the Dragon Newman ipotizza che le leggende riguardanti fanciulle divorate da draghi identifichino in verità il passaggio dalla Vecchia Religione al Cristianesimo.
Si pensi ad esempio, che ancora nel 1870 tale posso a Pittempton veniva onorato il 1 maggio...

Sempre presso questi luoghi si racconta che nel corso del VI sec. d. C. ivi abitasse St. Donald con le sue nove figlie , conducendo un'esistenza di preghiera e semplicità. Quand'egli morì, le nove figlie continuarono la sua opera di carità, e la loro fama crebbe a tal punto da attirare l'attenzione dello storico re Garnard, il quale le invitò a corte e, colpito da tanta grazia e saggezza, decise di costruire loro un rifugio nei pressi della capitale Abernethy, a sole pochissime miglia dalla Martin's Stane.

Il quel luogo le fanciulle vissero in santità e si narra che alla morte vennero seppellite sotto una grande quercia.



La leggenda viene raccontata in diverse versione, e in una di esse troviamo i nomi di tre delle sorelle: Mayota, Financa e Fyndoca. Alla più vecchia, Mayota, è dedicato ancora oggi un antico pozzo, conosciuto come Maik's Well.
Mayota è strettamente legata alle oche e agli uccelli in genere, proprio come un'altra probabile sacerdotessa dell'Antica religione. Onenna, venerata a Broceliande.
Mayota, stando alla 'History and Chronicle of Scotland', tradotta da Bellenden, aveva potere sulle oche e veniva celebrata il 22 dicembre, un giorno così prossimo al Solstizio d'Inverno da far pensare ad una figura di primaria importanza.

Anche alla seconda sorella, Findoca, vennero dedicate molte chiese e si narra che ella fondò un santuario su un'Isola del Loch Awe.

Gli elementi che vengono di solito associati alle nove vergini nelle leggende, sono dunque, riassumendo, le quercie, i draghi, le isole, le cime delle colline e i pozzi sacri. Ad esempio, vicino a Forfar, a Finavon per la precisione (un nome di origine gaelica che signica acqua bianca), sorge una cappella dedicata alle nove vergini, e la stessa Finavon, è chiamata diallettalmente 'Kirk of Aikenhatt', chiarendo così ancora una volta i riferimenti alle quercie e alla sacralità del luogo.

Analizzeremo ora, molti altri esempi di sorellanze: le arturiane nove dame di Avaon, le nove muse, le storiche sacerdotesse dell'isola di Sein, le nove donne che custodivano in fuoco di Brighid (per alcuni 19)....

(… continua ...)

Note: di Argante del Lago

Fonte:
The Quest for the NINE MAIDENS
di Stuart McHardy

ed. Luath Press Limited
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