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Ynis Afallach Tuath

GRAINNE'
Venerdì, 22 Febbraio 2008 - 17:42 - 4178 Letture
Divinità Grainnè è un’antica dea del pantheon celtico.
E’ anche conosciuta con i nomi di Greinne o Grania ma le notizie che abbiamo su di lei
sono molto scarse, proprio a causa delle sue remote origini probabilmente risalenti al neolitico.

Grainnè era quasi certamente una dea del grano e del sole, il quale, nei freddi paesi nordici, veniva considerato di genere femminile, poiché il tepore dei suoi raggi scioglieva la neve e permetteva la rinascita della vita.
La parola gaelica ‘Grian’ significa infatti proprio sole.
Sempre in gaelico, la radice ‘Gran’ indica invece il grano. Grainnè è dunque una divinità solare, la madre della vita sulla terra, colei che di giorno permette la crescita della vegetazione e di notte si immerge nelle acque dell’ovest per rigenerarsi e rigenerare il mondo.

I suoi simboli sono: cerchi multipli, spirali, raggi ed occhi, tutti strettamente associati al sole. Essi sono incisi in abbondanza sugli antichi monumenti funerari,
come i tumuli di Knowth nella piana del Brugh na Boinne,
o il più celebre Newgrange, sempre vicino a Knowth (Irlanda).

Queste costruzioni in pietra, caratterizzate da un lungo corridoio
che si apre su di una camera circolare sempre buia tranne nei giorni dei solstizi
o degli equinozi, quando un raggio di sole filtra in una stretta apertura
illuminandola, hanno una fortissima simbologia collegata al
Ventre/Tomba della Grande Madre primigenia: colei da cui
tutto proviene ed a cui tutto torna prima di una nuova esistenza.
L’animale associato a Grainnè è il corvo, da sempre legato al ciclo agricolo
del grano e psicopompo per eccellenza, messaggero divino e traghettatore d’anime.

Il nome Grainnè è molto diffuso in Irlanda, a testimonianza dell’importanza secolare di questa dea, a dispetto della scarsità delle fonti a noi rimaste.
Molto celebre in proposito è l’eroina della poesia irlandese Grainnè che viene data in sposa contro la sua volontà al vecchio e famosissimo Fionn. Grainnè si ribella a questa imposizione poiché innamorata del giovane e bel guerriero Diarmaid, con il quale fugge.
Fionn però riesce a riprendere con la forza Grainnè e Diarmaid viene ucciso nella foresta da un cinghiale magico. Da allora, Grainnè è anche il simbolo della sovranità femminile, retaggio di un’antica cultura matrilineare in cui la Grande Regina era libera di scegliere il proprio campione, che moriva ritualmente ripetendo il ciclo stagionale del sole e della natura. Grainnè è poi diventata eroina romantica, simbolo dell’amore che va contro ogni regola, seppure con una fine infelice.
La parola gaelica ‘Graidh’ significa infatti Amore.

Secondo alcuni autori, Grainnè sarebbe un’antenata mitologica della più recente figura di Igraine o Arnive, amante di Uther Pendragon e madre di Artù e Morgause
(o Anna). Anche in questo caso si tratterebbe di una Grande Regina,
madre del re dei re, che viene data in sposa all’anziano romano Gorlois
ma che si innamora del giovane e forte guerriero Uther, con il quale
concepisce Artù grazie agli incanti di Merlino. Tuttavia, sembra più probabile
che il nome Igraine derivi da Tigerna, cioè Signora, la Grande Regina
che si dice governi ora il castello del Graal abitato da nove fanciulle.

In ogni caso, le analogie con la storia e i significati del mito di Grainnè sono evidenti, sempre a testimonianza dell’antichità di questa dea.

Di certo, non conosciamo nulla di lei e poco troveremo nei libri ma il suo volto splende ogni giorno su di noi, portando la primavera ed i frutti del raccolto.

I silenziosi tumuli neolitici ancora attendono il risveglio del Grande Re e Grainnè,
paziente, ogni anno torna a visitarli, a vegliare sul suo sonno, ad attendere il suo Amante, per riportare la vita in un mondo antico ma mai dimenticato nel cuore e
nell’anima di coloro che intravedono nei raggi infuocati
la sua capigliatura dorata ed indomita come il grano.

Note: -Caillean-
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