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Ynis Afallach Tuath

IL RAGNO
Venerdì, 22 Febbraio 2008 - 18:09 - 23499 Letture
La simbologia del ragno è ricca e sfaccettata. Positiva, negativa, abietta, magica, incantevole.….

Una… ragnatela di diversi significati, affascinante e complicata, una ragnatela che avvolge con cura quasi tutte le culture del mondo, sia quelle orientali che quelle occidentali.

Il ragno è la Grande Madre nel suo aspetto di determinatrice e tessitrice di destino; simboleggia le dee lunari, detiene i segreti del passato e dell'avvenire, ma al centro della tela rappresenta il sole circondato dai suoi raggi. Passato e futuro, e ruota solare sono anche le caratteristiche di Arianrhod, dea celtica citata nei Mabinogion signora del Castello a Spirale. Colei che rappresenta il Cerchio nella Tradizione Avaloniana, mentre al centro troviamo Branwen, altra dea celtica.
La ragnatela rappresenta un piano cosmico le cui componenti spaziali si irradiano dal centro: i raggi sono l'essenziale, mentre i cerchi sono l'esistenziale e l'analogo. Ci insegna come restare dentro la nostra realtà presente, comprendendo però allo stesso tempo il nostro rapporto individuale con la Creazione nella sua totalità.

Se infatti la tela pare da un lato rappresentare qualcosa di profondamente negativo perchè richiama l'idea di trappola, dell'essere invischiati (infatti la tela del ragno è potentissima rispetto alle sue ridotte dimensioni) dall’altra parte nella sua perfezione, nella bellezza che la contraddistingue e comunque, anche nella resistenza, richiama il concetto di Wyrd. Nel libro di Brian Bates ‘La Via del Wyrd’ si fa proprio riferimento al Wyrd con l'immagine di una tela dagli innumerevoli fili quasi trasparenti che collegano tutto.. e che sono in grado di vibrare.

Inoltre vi sono diversi miti, come quello delle Parche, che fanno riferimento al destino dell’essere umano sempre associandolo all'elemento della tela, della tessitura.

Il ragno ha già in se tutto ciò che gli serve per la sua arte e per la sua sopravvivenza. Non deve cercare altrove, produce da sè tutto ciò che gli necessita... Crea la sua ragnatela e si pone al centro, come un sole... ed è proprio per questo motivo che in India viene considerato un fondatore di civiltà..., la crea senza dover far riferimento ad elementi esterni, è nella sua natura essere creatore (polo se vogliamo positivo), ma è nella sua natura anche distruggere per nutrirsi (polo negativo). In ciò pare quasi essere un apportatore di equilibrio.
Non a caso il simbolo del ragno si incontra in molte religioni e culture del mondo.
Al di fuori della cultura e mitologia occidentale, il ragno è visto da vari popoli come un essere creatore da cui ha avuto origine il mondo o come un benefattore dell'umanità per averle donato il fuoco.

Citando da Wikipedia: ‘Biliku è una creatura leggendaria, venerata nelle isole Andamane, spesso raffigurata come una donna-ragno.

Secondo la leggenda, Biliku è una divinità femminile dall'aspetto di una gigantesca donna-ragno in possesso di enormi poteri. Si narra che esistesse prima della creazione del mondo e che un giorno creò la Terra e gli uomini: dopo aver tessuto la sua tela, si aggirò furtiva e a grandi passi nella "vasta notte vuota"; poi si sedette e si servì delle antenne per modellare la Terra che, finito il lavoro, collocò nell'Universo. Contenta della sua creazione vi si trasferì, portandovi il fuoco e la luce e governandone ogni aspetto (in particolare il tempo atmosferico) a seconda del suo umore, finché non si stancò e tornò da dove era venuta’.

Sempre su questa scia, per i Nativi Americani questa creatura incarna l’ energia creativa: simboleggia infatti il creatore che tesse la tela del mondo, della creazione tutta e rappresenta sia il Grande Spirito sia il destino di ogni essere vivente (ancora il concetto di Wyrd). Essi credono che la donna-ragno, o Kokiyangwuti, sia stata creata per portare la vita nel mondo e alcune leggende narrano come essa abbia creato i primi due gemelli della Terra da cui poi si sono generate le piante, gli animali e gli uomini. Credono inoltre che il ragno abbia per primo tessuto la tela dell'alfabeto e che abbia donato il linguaggio a tutti gli esseri umani, permettendo loro di evolversi dalla condizione primitiva.

Nello sciamanesimo poi il ragno può rappresentare un totem. Secondo i casi, esso diviene dunque uno sciamano, un guaritore, una porta e così via.

Questo animale è comunque sempre considerato una creatura spirituale. Si riteneva infatti che durante il sonno, l’anima di colui che sogna, fosse in grado di uscire e rientrare dal corpo attraverso la bocca e prendendo le sembianze proprio di un ragno, sottolineandone così il carattere di psicopompo.

Il ragno è dunque un "risvegliatore sciamanico", per le donne, delle loro energie femminili represse da troppo tempo, ad esempio.

In questa creatura si può vedere anche una sorta di archetipo di Ceridwen (ma anche delle Norne "coloro che si pronunciano"). Il ragno tesse la sua tela, il suo piccolo wyrd, e alcuni animaletti ci restano impigliati, come la maga o la sacerdotessa nell'antichità tessevano i loro incanti. Il filo argenteo come la luna viene prodotto dal ventre del ragno e il suo mangiare le prede può essere visto come una simbolica iniziazione. E l’iniziazione è sicuramente una Porta che lo sciamano deve attraversare diverse volte nel proprio Cammino. Iniziazione che nella cultura celtica viene da Ceridwen (che non a caso significa Porta Divina). L'aspetto oscuro della dea che altro non è se non l'altra faccia della medaglia, che regge l'equilibrio cosmico.

Questo aspetto sciamanico legato al ragno viene ben enunciato in un articolo presente nel numero di Yule del 2004, scritto e redatto da Xenia, nel quale si analizza un validissimo testo.

Nel testo "La sapienza di Avalon" che tratta del Wyrd (ovvero la trama di tutte le azioni passate e le reazioni che avvengono su tutti i livelli dell'essere attraverso l'intero tempo dell'esistenza; o meglio: il fato non è immutabile, ma in continua trasformazione poiché tutto influisce su ogni cosa ), l'autore Brian Bates parla infatti chiaramente del significato iniziatico del ragno nel sistema dello sciamanesimo nordico, dopo aver trattato il tema delle Tre sorelle tessitrici del destino umano e di come poter mutare i nostri schemi di vita. Nel capitolo sette, intitolato "Nani: trasformarsi con la rete del Wyrd", al paragrafo "Il mondo occulto", l'autore ci parla di un esempio di un rito di iniziazione in cui un nano, inteso come figura legata all'Oltretomba, si presenta all'apprendista sciamano sottoforma di ragno. Egli cita il testo tratto da un "Libro degli incantesimi" anglosassone, di cui riporto le parole:

E si avvicinò una creatura simile ad un ragno.
Aveva in mano le briglie fatte della sua tela.

Disse che tu eri il suo destriero
E ti mise la briglia intorno al collo.

Subito si allontanarono dalla terra
E appena si staccarono dalla terra
Le loro membra si raffreddarono.

Poi venne la Sorella di quella creatura
E pose fine al viaggio e fece giuramento
Che mai il male potrà nuocere a costui
Né a chi sa ottenere questo incantesimo
O capire come cantarlo.

Il testo racconta la storia del viaggio di iniziazione nell'Oltretomba per diventare sciamano; l'Oltretomba è il luogo della conoscenza.

La malattia, lo stato febbrile e quindi lo stato di coscienza alterato era la porta di entrata verso una nuova realtà grazie a visioni anche...terrificanti.

Quando l'aspirante sciamano si sentiva pronto per un viaggio nell'Aldilà, dopo una lunga preparazione, lo sciamano che lo addestrava cominciava a proporgli immagini che lo portassero ad avere certe visioni e in tutti i miti si parla di un viaggio in cui l'iniziando è accompagnato da degli animali particolari ( animali totem ).
Questo incantesimo del ragno era evidentemente usato a questo scopo. Nella prima parte, lo sciamano suggerisce all'iniziando l'immagine dell'arrivo del ragno. L'apprendista deve lasciarsi cavalcare da lui. Qui comincia la seconda parte, ovvero la descrizione del viaggio vero e proprio e quindi l'abbandono del corpo da parte dell'iniziando (il corpo che si raffredda). Alla fine, si giunge all'iniziazione ricevuta da parte delle Sorelle del Wyrd.

La simbologia negativa del ragno è attestata in ogni continente, sebbene risulti più radicata in Occidente e presso le popolazioni dei deserti.

Molto probabilmente questa magnifica creaturina deve la sua tragica fama alla paura che instillava nell’uomo arcaico a causa del veleno spesso mortale presente nel suo morso. Come non temerlo? Così minuscolo ma capace di essere altamente letale, o, nella migliore delle ipotesi, in grado di provocare forti dolori.

Esiste anche una teoria secondo la quale noi possediamo una sorta di memoria ancestrale sui ragni che deriva dal Medio Evo, quando la loro presenza in una casa era considerata indice di contagio, e più specificamente della peste bubbonica.

Per i cristiani poi divenne il simbolo del male da contrapporre alla buona e laboriosa ape. E, piccola nota maschilista, Primo Levi disse che ‘il ragno è la madre-nemica che avviluppa e circonda, che desidera ... sottometterci ancora al suo volere’… inoltre, quasi in tutte le lingue il nome del ragno è di genere femminile…. anche se personalmente ritengo che ciò sia dovuto al suo essere visto come creatura generatrice e distruttrice al contempo, attributi della Grande Madre , piuttosto che ad un ché di demoniaco e malvagio. In breve l’ennesimo tentativo patriarcale di sovvertire l’ordine naturale delle cose.

In Giobbe (27,18) infine, la casa del ragno è simbolo dell'instabilità e fa parte del retaggio di maledizioni che gravano sul maledetto.

Nell’occultismo simboleggia l’ignoto ed incarna le conoscenze più oscure e ambite.
Inoltre fisicamente è quasi un alieno rispetto all'essere umano, invertebrato dotato di esoscheletro, con dei collegamenti neuronici-cerebrali non uniti come i nostri ma "divisi" e auto sufficienti (basti pensare che se anche noi avessimo un cervello di tipo aracnoide saremmo circa 150 volte più intelligenti).
Nella demnologia il ragno è infine il simbolo degli incubi.
Anche come strumento dell'inconscio esso può assumere significati diversi. Assai spesso provoca nell’uomo il disgusto e la repulsione, un profondo disprezzo.

Secondo l’analisi della dott.ssa Cristina Allegretti:

‘L'attività del tessere la rete può essere associata all’inconscio che tiene le fila della vita dell'essere umano. Il suo manifestarsi nel sogno svela pure l'emergere del Sè ed il prosieguo del processo di individuazione; come pure il bisogno dell'uomo di fare sempre più coscienza.

Il ragno segnala un lato inconscio della vita che si mantiene legata ad una esasperata "coazione a ripetere", la fatica di qualcosa che non abbia ancora trovato spazio sufficiente per recuperarsi alla dinamica universale.

In questo senso la comparsa del ragno può essere interpretata come una richiesta d'aiuto all'uomo affinchè si apra ad una dimensione più ampia’.
E il cerchio si chiude: aprirsi a dimensioni più ampie non è forse la prima e più importante delle Iniziazioni?


Argante
-Arc'Hant Afallon Alarch-


Note: FONTI


-http://it.wikipedia.org

-http://www.geagea.com

-Brian Bates, La sapienza di Avalon - alle fonti del pensiero celtico ( Milano, 1998 )

-Le Garzatine: Simboli ( Milano, 2001 )

-Forum La Triplice Spirale

-Articolo di Xenia tratto da Labrys di Yule 2004
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Re: IL RAGNO (Punti: 1)
da Violet 26 Lug 2008 - 01:58
(Info utente | Invia il messaggio) http://www.tempiodellaninfa.net)
Argante... questo articolo è splendido.... davvero... sono troppo contenta di averlo letto finalmente... pensa che proprio un paio di giorni fa, dal "nulla" ho intuito che "Arianrhod è il Ragno del Destino" e poi oggi sono venuta a leggere il tuo articolo per saperne di più... E Arianrhod l'hai citata anche tu! Che meraviglia... ma tutto l'articolo in sè è stupendo... Davvero grazie per questo dono!






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