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Ynis Afallach Tuath

LA GALLIA
Venerdì, 22 Febbraio 2008 - 18:12 - 2858 Letture
Celti Il De bello Gallico e i Celti

La Gallia nel suo complesso è divisa in tre parti:
una è abitata dai Belgi, una dagli Aquitani,
la terza da quelli che nella loro lingua si chiamano Celti,
nella nostra Galli.

Tutte queste popolazioni differiscono tra loro nella lingua,
nelle istituzioni e nelle leggi.
Il fiume Garonna separa i Galli dagli Aquitani, la Marna e la Senna li separano dai Belgi.
Di tutti questi i più valorosi sono i Belgi,
perché sono i più lontani dalla civiltà raffinata della provincia,
e molto raramente i mercanti si recano da loro a portarvi quei prodotti
che servono ad effeminare gli animi, e sono i più vicini ai Germani che abitano oltre il Reno,
con i quali sono ininterrottamente in guerra…….
Quella parte che, come ho detto, è abitata dai Galli, inizia dal fiume Rodano;
è delimitata dal fiume Garonna, dall'Oceano, dal paese dei Belgi;
dalla parte dei Sequani e degli Elvezi tocca anche il fiume Reno;
si stende verso settentrione.
Il paese dei Belgi comincia dalla parte estrema della Gallia;
tocca il corso inferiore del fiume Reno, si stende verso settentrione e oriente.
L'Aquitania dal fiume Garonna si stende fino a toccare i monti Pirenei
e quella parte dell'Oceano che volge verso la Spagna; si stende tra occidente e settentrione.

(De bello gallico I, 1-3)



Mappa della Gallia

Questo brano segna l’inizio del De bello gallico o Commentarii de bello gallico.
L’opera racconta in 7 libri, uno per ogni anno,
le campagne di Cesare in Gallia dal 58 al 52 a.C.
Per capire il brano è opportuno fare alcune precisazioni.



Il territorio

Nel 58 a. C. le province romane in territorio gallico erano due:
la Gallia Narbonese (che traeva il nome dalla città di Narbo Martius, oggi Narbonne),
era detta anche Provincia da cui l’odierno nome di Provence o Provenza nella Francia di sud-est;
la Gallia Cisalpina (approssimativamente, l’Italia settentrionale tra le Alpi e gli Appennini).
La Gallia Narbonese aveva subito un profondo processo di romanizzazione
ed era perciò anche chiamata Gallia togata (dalla toga, abito tipico del cittadino romano)
in contrapposizione all’insieme dei territori gallici indipendenti
che si estendevano a nord e a est di essa,
detto Gallia comata con riferimento alle chiome incolte portate dai suoi abitanti.

La Gallia comata formava la regione detta Gallia Transalpina o Ulteriore.
Cesare si riferisce alla Gallia transalpina, ancora indipendente.
La Gallia Transalpina sarà poi suddivisa in 3 aree all’epoca di Augusto (63 aC.-14 d.C.):
la Gallia Belgica a nord-est che comprendeva un territorio più vasto dell’attuale Belgio
che si estendeva dal fiume Schelda alla Senna,
(comprendeva in sostanza parte della Francia nord-est,
parte dell’Olanda e della Germania attuali);
la Gallia Celtica al centro, chiamata anche Lugdunensis,
(da Lugdunum = la fortezza del dio Lugh, oggi Lione)
che si estendeva dalla Senna al fiume Garonna
la Gallia Aquitanica tra la Garonna, l’Atlantico, i Pirenei.
(vedere mappa)

Le notizie fornite da Cesare risultano confermate anche da altri autori,
di epoche diverse, come Diodoro Siculo (Biblioteca storica V, 32,1),
Livio (Ab urbe condita V, 34,1), Strabone (Geografia IV, 1,1),
Plinio (Naturalis istoria IV, 105), Ammiano Marcellino (Rerum gestarum libri XV, 11, 1).



Galli/Celti

“La Gallia nel suo complesso è divisa in tre parti:
una è abitata dai Belgi, una dagli Aquitani,
la terza da quelli che nella loro lingua si chiamano Celti,
nella nostra Galli.”

La distinzione che fa Cesare è di natura linguistica.
I Romani definivano Galli tutti i Celti stanziati nelle zone
che oggi costituiscono il territorio della Francia centrale tra Garonna, Mediterraneo,
Alpi, Marna, Senna e Oceano Atlantico.
I Celti comprendevano varie tribù quali per esempio Edui, Sequani, Arverni.
Il nome latino Galli è collegato probabilmente alla parola celtica ghaslos (nomade, errante) o,
forse, a quella bretone gal (potenza).
Alcuni studiosi la collegano anche alla parola gàla (latte),
giustificando questa spiegazione etimologica col fatto che queste popolazioni
avevano la carnagione bianca o all'indo-europeo garlus, dalla radice gar=gal,
che significa gridare.
Gli autori greci per definirli utilizzavano i nomi di Keltoi, Keltai o Galatai.
Con il nome Celti si indica una realtà composita, prodotta dalla migrazione,
avvenuta in ondate successive a partire dal tardo neolitico,
di genti provenienti da Oriente che,
dopo aver invaso la quasi totalità del territorio europeo,
si innestarono nei ceppi etnici locali,
e la cui civiltà scaturì quindi dal miscuglio di una grande quantità di etnie,
spesso in seguito a dure guerre di conquista.
L’occupazione della Gallia, (l’odierno territorio della Francia)
da parte di Giulio Cesare, che si spinse poi fino all’interno della Britannia,
e la reciproca profonda influenza che si è sviluppata tra la cultura classica latina
e la tradizione di quella terra hanno fatto sì che oggi abbiamo
un maggior numero di informazioni
sui popoli di origine celtica dell’Europa nordoccidentale.


-Dora-
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