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Ynis Afallach Tuath

SAMHAIN IN AVALON
Venerdì, 22 Febbraio 2008 - 13:11 - 12951 Letture
Ciclo dell'Anno -LA FINE DELL’ESTATE IN AVALON- Samhain ,la fine dell’estate, Halloween, Ognissanti, El dia de los muertos. Nella maggior parte dei paesi del mondo, il 31 ottobre ed il primo di novembre sono considerati particolari giorni di festa. Questi freddi giorni di fine autunno, con il cielo grigio ed il vento che spazza le foglie secche da strade e campi, si colorano delle zucche che occhieggiano sotto i portici, delle corone di fiori donate ai defunti, profumano di fumo e pioggia, di cannella e cardamomo impiegati per preparare il cibo dei morti.

Negli Stati Uniti e sempre in più paesi europei, potreste imbattervi in orde di piccoli fantasmini ed improbabili streghette che vi chiederanno un dolcetto o uno scherzetto ( o in compagnie di “fantasmini” ben più grandi e meno sobri) e nell’America del sud verreste coinvolti nelle più solenni ed elaborate processioni del Giorno dei Morti. Qui nel nord Italia, dove abito, la festa di Ognissanti significa, fin da quando ero piccola, pane dei morti speziato e ossa dolci da mordere; lunghe , gelide visite nel piccolo cimitero e il profumo dolciastro dei crisantemi che si confonde con la nebbia e il fumo dei falò nei campi. Quando ero bambina, mia madre mi ha insegnato un particolare rispetto per questo giorno , cosi come la devozione a quell’aspetto materno e femminile della divinità che lei riconosceva nella Vergine Maria. Mi ripeteva che la civiltà di un popolo si giudica dal modo in cui rende onore ai defunti. Molto foscoliano detto cosi, ma c’era qualcosa nelle parole di mia madre, nel modo convinto e solenne con cui parlava a una bimba di cose cosi assurde e lontane come la morte, che mi è rimasto dentro. Un senso profondo di mistero e magia, la magia del quotidiano, di quei momenti che acquistano significato solo più tardi nella vita. Quando mia madre mi faceva quei discorsi Halloween non era ancora sbarcato in Italia, ma il mio Ognissanti aveva il festoso sapore dei dolci che mi comprava mia nonna, delle caldarroste acquistate al ritorno dai cimiteri, delle vicende tragicomiche di ogni famiglia e le vacanze di scuola che mi permettevano di rotolarmi nelle foglie col cane se non pioveva. Le prime volte che ho sentito parlare di Halloween e visto comparire zucche e vampiri per la città andavo già al liceo e il 31 ottobre venivo sempre invitata a qualche festa in discoteca a cui regolarmente non mi veniva permesso di partecipare. Ed è più o meno il periodo in cui ho appreso che la vecchia e commerciale, seppur a mio avviso affascinante vigilia di Ognissanti, all hallows’ eve non era “l’americanata” che sembrava ma un antico giorno di magia, Samhain, la festa celtica della fine dell’estate. Gli antichi celti che popolavano anche le nostre regioni ci hanno lasciato una tradizione cosi fortemente radicata nello spirito popolare che la Chiesa ha dovuto rassegnarsi a spostare la commemorazione dei defunti, inizialmente celebrata nel mese di maggio, al primo di novembre, nel tentativo di cristianizzare una festa cosi scandalosamente popolare e oltraggiosamente pagana. Le antiche anime che attraversano la terra dei vivi in questo periodo sono diventati i diavoli ed i vampiri, i terribili mostri maligni da cui difendersi con messe e preghiere. Ma soprattutto, per non cadere vittime del maligno è assolutamente necessario tapparsi ben in casa dopo aver assistito alla funzione, pena l’incappare il qualche misterioso ospite indesiderato nascosto fra le pieghe della notte. Ovviamente, lo scopo celato era bandire gli antichi rituali di fertilità e trasformazione celebrati al tramonto e durante le tre notti del Samhain. La festa di Trinoux Samonios, i tre giorni della fine dell’estate, è storicamente e incontrovertibilmente testimoniata dal calendario di Coligny, un antico calendario di epoca celtico-romana, rinvenuto lo scorso secolo nella omonima località francese. Autorevoli studiosi hanno concordato sul fatto che i celti seguivano un tipo di calendario luni-solare, con mesi scanditi dai ritmi lunari e le principali feste annuali calcolate sulle base delle posizioni della luna e del sole. La festa di Samhain veniva celebrata alla luna piena a cavallo tra gli attuali mesi di ottobre e novembre. Iniziava al tramonto, poiché secondo i celti nulla può nascere se non dall’oscurità, come la vita di un bimbo cullata nel grembo buio di sua madre; e durava circa tre giorni, probabilmente il giorno precedente e quello successivo alla luna piena. Le testimonianze in merito non sono molte, se non quelle piuttosto travisate degli autori latini che non comprendevano e ritenevano barbare le abitudini di quel popolo fiero e duramente sottomesso, da screditare agli occhi dei civili concittadini. I saggi e fieri celti inoltre non mettevano nulla per scritto, tramandavano il loro sapere oralmente, grazie alla storie dei bardi ed alla saggezza dei druidi e delle druidesse. Quindi molto di ciò che oggi si conosce del significato della festa di samhain deriva dall’analisi retrospettiva della storia, del mito , delle poche fonti letterarie e dall’analisi comparata delle molte usanze e credenze popolari che ancora oggi sopravvivono, a farsi beffe della cultura dei vincitori, a dimostrarci quanto i cicli naturali e la memoria ancestrale siano insiti in noi. Samhain infatti si basa a sua volta su rituali ed usanze che si perdono nella notte dei tempi, probabilmente gia presenti in epoca preistorica e diffuse nei vari continenti, cosa che spiegherebbe come mai i rituali del giorno dei morti sono diffusi anche fra popoli che non subirono, direttamente o indirettamente l’influenza celtica. In rete o nelle varie fonti letterarie, fra le quali segnalo la validissima “Halloween, storia e tradizioni” di Jean Markale, grande studioso di cultura e storia celtica, potrete ormai trovare valanghe di informazioni su questa festa ultimamente tornata prepotentemente alla ribalta anche in Europa, perciò non è scopo di questo articolo trattare l’aspetto più compilativo e storico dell’analisi delle fonti. Quello che voglio cercare di raccontare e condividere con voi, come forse si intuisce dall’introduzione poco ortodossa e dal taglio intimo, è come una donna di oggi può vivere questa festa. Come una donna che ha una famiglia, un lavoro, i soliti impegni quotidiani, ancora riesce a fermarsi davanti a un fuoco, a un turbinare di foglie secche, a un acero che si arrossa, e sentire nelle vene pulsare il vento di ottobre , la voce della tradizione, il fluire costante del Ciclo della Vita. Questo è uno scritto per donne che, come le mie sorelle, credono in un Isola che c’è, oltre il velo del razionale e delle limitazioni che la paura ci fa imporre all’istinto. Questo è il modo in cui le Figlie dell’Isola delle Mele, Ynis Afallon, Avalon, vivono la Fine dell’Estate. Innanzitutto la datazione: Samhain in Avalon viene celebrato non il convenzionale 31 ottobre, ma secondo le antiche usanze, alla luna piena più vicina a questa data, con più precisione, alla prima luna piena che si verifica dopo che il sole è entrato nel segno dello Scorpione. I temi dominanti di questa festività sono la sospensione del tempo, il sovvertimento dei ruoli, l’incontro con l’Altromondo e l’inversione delle energie di crescita (samos) in quelle di contemplazione e ritiro (giamos). A Samhain celebriamo la Discesa nella nostra interiorità, nella contemplazione dei Misteri di morte, rigenerazione, trasformazione, in armonia con ciò che avviene nel mondo naturale. L’energia della terra e l’energia personale possono essere visualizzate come un grande serpente che in questo periodo lentamente si avvolge su se stesso e si ritira nella profondità della terra, per rigenerarsi e trasformarsi. Cosi come le foglie secche si arrossano e cadono dagli alberi, anche noi riflettiamo sull’anno trascorso e sui progetti portati a termine e abbandoniamo tutto ciò che non è più funzionale alla nostra crescita. Il vento di ottobre spazza le nostre vite e ci libera dalle cose morte che dobbiamo imparare a lasciare andare. Samhain era infatti la fine e l’inizio del ciclo dell’anno, una sorta di capodanno, un periodo liminare, in cui il confine fra gli opposti si faceva tanto sottile da annullarsi temporaneamente. E’ un tempo fuori dal tempo, come il tramonto che è non è giorno ma non ancora notte. Questo è anche il motivo per cui si riteneva che il confine con l’Altromondo si annullasse e permettesse un contatto fra le due dimensioni del ciclo dell’esistenza. Per i celti l’Altromondo non era un semplice Aldilà, ma una realtà quasi tangibile, costantemente presente oltre il sottile velo dell’illusione. L’Altromondo, cosi evanescente eppure concreto, donava senso alla vita in questo mondo, permetteva al ciclo di compiersi, chiudersi e ricominciare. Nulla poteva avere un senso senza la presenza dell’Altromondo, la realtà del magico e dello spirituale, abitato dagli dei, le fate e le nostre anime immortali. A Samhain, cosi come nella sua festività speculare, Belatine, il primo maggio, le due realtà si compenetrano e tutto è possibile. Questo spiega anche l’usanza di travestirsi, probabilmente legata a rituali sciamanici in cui la maschera aveva il significato sacro e rituale di annullare l’individualità per permettere il viaggio fra i Mondi. E sempre per lo stesso motivo, ecco spiegati i numerosi rituali divinatori, facilitati dalla vicinanza e dall’accessibilità dell’Altromondo, dove il tempo scorre in modo differente e si annullano i confini fra passato, presente e futuro. In Avalon, la dea che presiede a questa festa è la Madre, la Grande Regina del raccolto Rhiannon, che lentamente muta nella vecchia, saggia crona Ceredwen, come gli alberi perdono le foglie e i campi si fanno spogli. Altre divinità associate tradizionalmente alla festa sono le fate, il popolo delle colline, il Sidhe, ed il loro re Gwyn Ap Nudd, il bianco figlio della notte, che alla vigilia del Samhain esce dal suo palazzo nel ventre della collina sacra per la Caccia Selvaggia delle anime dei morenti. In Avalon onoriamo anche Morgana, signora dei corvi, della trasformazione e della profezia, che avvolge l’isola con le sue Nebbie insegnandoci quanto è labile il confine delle cose. Un elemento caratterizzante i rituali del Samhain è sicuramente l’accensione di un fuoco sacro, simbolo di trasformazione e rinnovamento. Si dice che in questa notte le popolazioni celtiche spegnessero tutti i loro focolari: le famiglie si riunivano al buio ed al gelo per qualche ora, in contemplazione dei misteri dell’esistenza mentre i druidi salivano sulle colline sacre ad accendere i fuochi rituali. Scendendo, portavano con loro torce che servivano per riaccendere tutti gli altri fuochi domestici, simboleggiando la scintilla della vita che continua nonostante tutto anche nei bui mesi invernali. L’inverno per questi popoli era un vero periodo di stenti e gelo, in cui molti membri della tribù e del bestiame non sopravvivevano. Essi sapevano accogliere la sua sfida con coraggio e con speranza, fiduciosi nel ciclo della vita e consapevoli che nulla accade per caso. I fuochi di Samhain benedicono le nostre case e ciò che amiamo e sono un simbolo della nostra fede nella Ruota delle esistenze. Le donne di Avalon vedono in questa festa intrecciarsi gli opposti: morte e vita di fondono, un ciclo si chiude e arriva il rinnovamento, l’oscurità che precede un nuovo giorno. Abbiamo l’opportunità di riflettere sulle nostre vite e percepire l’Altromondo vicino, con la sua saggezza che va oltre il tempo. Possiamo entrare in comunione con i nostri cari defunti ma senza richiamarli a noi forzatamente: ne osserviamo il passaggio come nebbia sulla superficie del lago e mandiamo loro il nostro amore e le nostre benedizioni, ricordando ciò che hanno significato nella nostra vita. Poiché il Ricordo è ciò che di più prezioso abbiamo, la memoria di ciò che era e il sogno di ciò che sarà. Nell’oscurità tessiamo con fili di seta l’ordito di un nuovo ciclo, con la benedizione degli Antichi. Dunque felice Samhain ,felice fine dell’estate e buon nuovo inizio, nel giorno in cui i Mondi si toccano ed ha luogo la Grande Magia della vita che si rinnova. -Caillean-
SAMHAIN IN AVALON | Login/crea un profilo | 3 Commenti
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Re: SAMHAIN IN AVALON (Punti: 1)
da Argante (isiabbi@hotmail.com) 22 Feb 2008 - 13:15
(Info utente | Invia il messaggio) http://)
hhiihih, sto provando tutte le funzionalità... Mi sa che Violet mi odierà a breve...






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