Ynis Afallach Tuath

ILSERPENTE E IL GRAAL

Articoli / Canti di Avalon
Inviato da Arianrhod 28 Feb 2008 - 19:00

Da "The Serpent and the Grail" di A. A. Attanasio
(traduzione di Arianrhod SilverWheel).

Profondamente, nella terra, il Drago sonnecchiava.
Nell'intero universo solo il Drago esisteva.


Era una bestia il cui corpo si espandeva in tutto lo spazio-tempo. Le sue scaglie erano lo scintillio delle galassie. Le sue esalazioni riempivano il nero vuoto astrale di polvere di stelle. Nella sua mente immensa pulsavano canzoni al ritmo della sua vita; canti di sogno che circolavano alla velocità della luce tra i miliardi di mondi che erano le cellule del corpo del Drago.
Il nostro mondo azzurrino non era che una di quelle piccole cellule, e lì le canzoni di sogno toccavano il silenzio. In questa cellula la vita del Drago non era morta, ma solo assopita, poiché laggiù la forza del Drago era stata cullata fino a farla addormentare. Profondamente, nella terra, avvolto con aria sonnolenta attorno al nucleo centrale del pianeta, il potere terreno del Drago cominciò a sognare. Sognava memorie. Immagini si susseguivano attraverso la sonnecchiante coscienza dell'infanzia del tempo, i primi movimenti dell'universo. Il Drago ricordò la sua crescita fetale, prima dei pianeti, prima delle stelle, quando gli stessi atomi non si erano ancora formati e tutto era energia. Per trecentomila anni il Drago si era rigirato nel grembo della creazione, galleggiando nella luce amniotica di quark e protoni.
Dio era lì. Ella era la luce stessa. Da un'apertura più piccola di un quark era emersa. Da compatte dimensioni di infinite temperature e densità. Ella aveva portato la grande energia che si sarebbe infine raffreddata a formare gli atomi e la materia oscura del corpo fisico del Drago.
Era uscita dall'infinito per giocare. Tutta la creazione era la Sua danza. E Lei ballava molte danze insieme, molti universi, un infinito numero di universi, alcuni in movimento radiante, altri immobili e profondamente oscuri.
In molti degli universi in movimento un Drago era il Suo compagno di danza. Le canzoni di sogno dei Draghi accompagnavano la Sua musica, la ridondante polifonia dell'energia che si raffreddava in materia, di atomi che si comprimevano in stelle e si fondevano all'interno di esse in elementi pesanti, costruendo più grandi e complesse armonie di molecole, densità, campi stellari e galassie (tutte in espansione nel vuoto, fino a dissiparsi interamente nel nulla quando la danza finiva). La cellula del Drago addormentato nella terra non sognava mai il nulla futuro. Esso sognava la sua fiera origine e il calore della propria scoperta. Ricordava il segreto della luce: il Tempo è un'illusione. In ogni protone, in ogni piccolo pezzo di luce, il tempo non esiste. C'è solo il movimento (l'incessante movimento della danza eterna), poiché la luce è l'infinito potere di Dio stesso che si muove energeticamente attraverso l'oscura e fredda sala da ballo dello spazio.
Quando il Drago era nato, quando il sacco amniotico di quark e protoni era scoppiato in nuvole d'idrogeno e nelle prime stelle, la canzone di sogno ebbe inizio. Il Drago udì le prime da altri Draghi, nei luoghi in cui Dio danzava con loro in universi separati. Sussurri delle loro canzoni di sogno trapelavano dalle stelle enormi e nere, collassate su se stesse. La loro roteante oscurità si apriva come una porta, ed echi di canzoni si insinuavano nelle altre stanze del tempo. "Sei laggiù?", dicevano. "Noi siamo qui. E danziamo. Danziamo con Lei! Lei è nostra madre. E' la madre di Tutto. Sei laggiù? Stai danzando anche tu con Lei?".


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