Ynis Afallach Tuath

Riflessioni sul Cammino di Avalon: la ruota della medicina celtica

Articoli / Avalon
Inviato da Argante 06 Ago 2008 - 09:49

Iniziamo dalla famosa formula degli alchimisti e da una citazione:
'V.I.T.R.I.O.L, Vista Interiora Terrae Rectificando Invenies Operae Lapidem (o anche Occultum Lapidem),

<< Discendi nelle viscere della Terra, distillando troverai la pietra dell'Opera>> o anche
<<Visita l'interno della Terra. Correggendo troverai la pietra nascosta>>.
Questa frase simboleggia il viaggio interiore che compie colui che vuole entrare in contatto
con la propria parte divina. Esso avviene scendendo nelle profondità di sè stessi per trasformare
le impurità che vi si trovano e giungere a realizzare un punto fermo (una pietra angolare)
su cui ricostruire la propria vita di armonia con l'intero cosmo. La Pietra nascosta è la capacità di
tramutare vizi, difetti, emozioni e pensieri negativi in Luce. Il significato è passare da una vita
dominata da stati di inconsapevolezza,ignoranza, pregiudizi, a una in contatto con la parte
divina che alberga nel profondo di ciascuno, alla Coscienza dell'essere. Il Druidismo è
essenzialmente un insegnamento esoterico e così vanno letti i poemi e le leggende
tramandatici dalla tradizione celtica, altrimenti restano un ammasso incomprensibile
di formule e parole capaci di creare belle immagini poetiche ma nulla di più'.


Questa breve citazione è tratta dal libro di Riccardo Taraglio 'Il Vischio e la Quercia'.
La si trova tra le note del capitoletto dedicato alla Ruota della Medicina celtica.
Non vi pare che vi venga descritta alla perfezione la tradizione avaloniana?
Questa mia sottolineatura vuole rivelare il carattere profondamente antico di questa tradizione.
Il fatto che sia stata codificata sono in questi decenni non significa che sia una modernità o
un Cammino nuovo e innovativo. Siamo così certi che sia rimasto poco o nulla degli insegnamenti
antichi? Certamente moltissimo è andato perduto, ma il percorso di discesa - confronto - riemersione -
risoluzione e integrazione non è affatto nuovo.
E' bensì il percorso iniziatico che si compiva anticamente.
Non ci sono rimaste le prove da superare, le formule, i riti, ma lo scheletro si.
E da uno scheletro si può ricostruire moltissimo, senza temere di discostarsi troppo da ciò che fu.
Questo scheletro è lo 'strumento concettuale' del quale gli antichi si servivano per vivere il loro
cammino dell'anima, è, continuando a citare ' lo strumento che permette all'individuo
che lo utilizza di entrare in contatto con la realtà vivendo consapevolmente eventi e persone
che in essa si muovono. Con <<Ruota di Medicina>> si intende un sistema di lettura della realtà
circostante per mezzo dei quattro punti cardinali maggiori più quelli minori, associando a ciascuno
di essi tutta una serie di simboli.'


Senza proseguire nella profonda analisi della Ruota, non posso che di nuovo pensare al
Ciclo di Guarigione di Avalon. Non è quindi difficile rispondere alla domanda:
Il cammino va vissuto con l'eco del passato pur non avendo informazioni certe oppure
rinnovandolo per creare una nuova Avalon?
Il Cammino non è un eco senza informazioni certe, bensì un cammino nuovo ricostruito
sullo scheletro di quello antico. Uno scheletro che ci è veramente rimasto e del quali siamo sicuri...
Un Cammino che serve per ricondurci, tramite un nuovo passaggio, ad Avalon,
alla nostra Avalon interiore, a quel luogo nel quale siamo un tutt'uno con la divinità,
comunque la si voglia intendere....


di Argante -Arc'Hant Afallon Alarch-

FONTI:
Il Vischio e la Quercia di Riccardo Taraglio

Questo articolo è stato inviato da Ynis Afallach Tuath
  http://www.ynis-afallach-tuath.com/public/

La URL di questo articolo è:
  http://www.ynis-afallach-tuath.com/public/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=198