Ynis Afallach Tuath

HANES TALIESIN

Articoli / I Mabinogion e altri testi gallesi
Inviato da Argante 24 Gen 2009 - 09:57

Segue qui la traduzione integrale del testo gallese 'Hanes Taliesin'. La traduzione è opera di Abigail, socia dell'Ynis Afallach Tuath, e pertanto si richiede di non pubblicare altrove tale testo senza il consenso dell'autrice e, congiuntamente, dell'Associazione Ynis Afallach Tuath stessa.
Tradotto dall'originale fornito dall'Accademy of Ancient Texts.


In tempi passati viveva a Penllyn un uomo di nobile lignaggio, chiamato Tegid Voel, e la sua dimora era nel mezzo del lago Tegid, e sua moglie era chiamata Caridwen. Da sua moglie gli era nato un figlio chiamato Movran ab Tegid ed anche una figlia chiamata Creirwy, che era la più bella ragazza del mondo; ed essi avevano un fratello, l’uomo più sfortunato del mondo, Avaggdu. Ora, sua madre Caridwen pensò che era probabile che egli non sarebbe stato accettato tra uomini di nascita nobile, a causa della sua bruttezza, a meno che avesse alti meriti o conoscenza. Perché era all’inizio del tempo di Artù e della Tavola Rotonda.
Così prese la decisione secondo le arti dei libri di Fferyllt, di far bollire un calderone di Ispirazione e Scienza per suo figlio, in modo che potesse essere onorevolmente ricevuto per la sua conoscenza dei misteri dello stato futuro del mondo.
Allora cominciò a far bollire il calderone, che dall’inizio dell’ebollizione non doveva cessare di bollire per un anno e un giorno, fino a quando tre gocce benedette fossero ottenute dalla grazia dell’Ispirazione.
Ed essa mise Gwion Bach il figlio di Gwreang di Llanfair a Caereinion, nel Powys, a rimestare il calderone, e un vecchio cieco chiamato Morda a tenere il fuoco acceso sotto di esso, e diede loro istruzioni in modo che non lasciassero che smettesse di bollire per il periodo di un anno e un giorno. E lei stessa, secondo i libri degli astronomi e nelle ore dei pianeti, raccoglieva ogni giorno tutte le erbe incantate. Un giorno, verso la fine dell’anno, mentre Caridwen stava raccogliendo piante e facendo incantesimi, successe che tre gocce del liquido incantato schizzarono fuori dal calderone e caddero sul dito di Gwion Bach. E a causa del loro grande calore egli portò il dito alla bocca e nell’istante che mise quelle gocce miracolose in bocca, previde tutto ciò che stava per accadere, e percepì che la sua preoccupazione maggiore era di mettersi in guardia contro le astuzie di Caridwen, poiché vasta era la sua abilità. E con molta paura scappò verso la sua terra. E il calderone si spezzò in due, perché tutto il liquido contenuto in esso eccetto le tre gocce miracolose era velenoso, così che i cavalli di Gwyddno Garanhir furono avvelenati dall’acqua del ruscello in cui finì il liquido del calderone, e la confluenza di quel ruscello fu chiamata il Veleno dei Cavalli di Gwyddno da allora in poi.
In quel momento entrò Caridwen e vide che tutto il lavoro dell’intero anno era andato perduto. Prese un ciocco di legno e colpì il cieco Morda sulla testa fino a fargli cadere un occhio sulla guancia. Ed egli disse, “ mi hi sfigurato a torto, poiché io sono innocente, La tua perdita non è stata a causa mia” “Tu dici il vero” disse Caridwen, “è stato Gwion Bach a derubarmi”.
Ed ella lo inseguì correndo. Egli la vide, e mutò se stesso in una lepre e scappò. Ma ella si mutò in un levriero e lo braccò. Lui corse verso un fiume e divenne un pesce. Lei sotto forma di lontra femmina lo inseguì sotto l’acqua fino a che non fu obbligato a trasformarsi in uccello. Ella, sotto forma di falco, lo seguì e non gli diede tregua nel cielo. E proprio mentre si stava scagliando su di lui ed egli già temeva la morte, scorse un mucchio di grano setacciato sul terreno di una fattoria e si lasciò cadere tra il grano, trasformandosi in uno dei chicchi. Allora ella si trasformò in una chioccia nera dalla cresta alta, andò verso il grano e lo smosse con le zampe, lo trovò e lo ingoiò. Come dice la storia, lo tenne in grembo per nove mesi e dopo che l’ebbe partorito non se la sentì di ucciderlo, a causa della sua bellezza. Così lo avviluppò in una borsa di cuoio e lo gettò nel mare alla mercé di Dio, il ventinovesimo giorno di aprile.
A quel tempo, la pescaia di Gwyddno era sul confine tra Dyvi e Aberystwyth, vicino al suo stesso castello, e il valore di cento libbre era prelevato in quella pescaia ogni vigilia di maggio. In quei giorni Gwyddno aveva un unico figlio chiamato Elphin, il più sfortunato dei ragazzi ed il più bisognoso. Il padre ne era oltremodo addolorato, poiché pensava che fosse nato in un’ora nefasta. E dietro suggerimento del suo concilio, il padre gli aveva garantito il contenuto della pescaia di quell’anno, per vedere se avesse mai avuto fortuna , e per dargli qualcosa con cui incominciare nel mondo.

Il giorno seguente, quando Elphin andò a vedere non c’era nulla nella pescaia. Ma quando si volse per andarsene percepì la borsa di cuoio su di un palo della pescaia. Allora uno dei guardiani della pescaia disse: “Tu non fosti mai sfortunato fino a stasera, ed ora tu hai distrutto le virtù della pescaia, che aveva sempre prodotto il valore di cento libbre ogni vigilia di maggio, e stasera non vi è nulla tranne questa pelle di cuoio all’interno di essa” “Ma come” disse Elphin” lì dentro ci potrebbe essere il valore di cento libbre”. Tirarono su la borsa di cuoio e colui che la aprì vide la fronte del ragazzo e disse ad Elphin ; “guarda che fronte splendente!” “Sia chiamato Taliesin” disse Elphin. Alzò il ragazzo nelle sue braccia e lamentando la sua sfortuna lo posò dolorosamente dietro di lui. E mise il suo cavallo al passo, che prima trottava, e lo trasportò delicatamente come se fosse stato seduto nella sedia più comoda del mondo. E dopo poco il ragazzo fece una Consolazione e lode a d Elphin, e gli predisse onore; e la Consolazione era come potete vedere:

Biondo Elphin, cessa di lamentarti!
Che nessuno si lamenti di ciò che possiede,
disperarsi non porta vantaggio,
nessuno vede ciò che lo supporta;
la preghiera di Cynllo non sarà invano;
Dio non mancherà la sua promessa.
Mai nella pescaia di Gwyddno
Ci fu tale fortuna come stanotte.
Biondo Elphin, asciuga le tue guance!
Essere troppo triste non gioverà,
sebbene tu pensi che non ne hai ricavo,
troppo dispiacere non ti porterà del bene;
Né dubita i miracoli dell’Onnipotente:
sebbene sono ancora piccolo, ho grandi doti.
Dai mari e dalle montagne
E dal profondo dei fiumi,
Dio porta ricchezza all’uomo fortunato.
Elphin dalle qualità spiccate,
il tuo carattere non è da uomo,
non devi essere troopo addolorato:
meglio confidare in Dio che prevedere il male.
Piccolo e debole quale sono,
sulla spiaggia spumeggiante dell’oceano,
nel giorno del bisogno ti sarò
più di servizio che trecento salmoni.
Elphin dalle qualità notevoli,
non essere dispiaciuto della tua sfortuna:
sebbene disteso così debole nella mia borsa,
giace una virtù nella mia lingua.
Mentre continuerò come tuo protettore
Tu non hai molto di cui aver paura,
ricordando i nomi della trinità
nessuno sarà in grado di farti del male.

E questo fu il primo poema che Taliesin cantò, fatto per confortare Elphin nel suo dolore perchè tutto il prodotto della pescaia era andato perduto, e, ancora peggio, che tutto il mondo considerasse che era stato per colpa sua e della sua sfortuna. E allora, Gwyddno Garanhir gli chiese cosa era, se uomo o spirito. Su di ciò cantò la sua storia e disse:

Prima, sono stato formato una persona avvenente,
Alla corte di Ceridwen ho fatto penitenza;
sebbene piccolo fui visto, placidamente ricevuto ,
fui grande sul suolo del posto dove fui condotto;
sono stato una difesa apprezzata, la dolce musa il motivo,
e per tacita legge sono stato liberato
da una nera vecchiaccia sorridente, quando irritata
terribile la sua richiesta quando perseguita:
sono fuggito con vigore, sono fuggito come una rana,
sono fuggito sotto spoglie di corvo, a malapena trovando scampo,
sono fuggito con veemenza, sono fuggito come una catena
sono fuggito come un capriolo nel sottobosco intricato,
sono fuggito come un cucciolo di lupo, sono fuggito come il lupo nella natura selvaggia,
sono fuggito come un tordo dal linguaggio portentoso
sono fuggito come una volpe, avvezza a balzi d’umore simultanei
sono fuggito come una rondine, che non servì a nulla,
sono fuggito come uno scoiattolo, che invano si nasconde,
sono fuggito come corna di cervo, dagli strati rossicci,
sono fuggito come ferro in un fuoco ardente,
sono fuggito come una punta di lancia, di dolore a chi la desidera,
sono fuggito come un fiero toro che combatte strenuamente,
sono fuggito come un cinghiale ispido visto in un burrone,
sono fuggito come un bianco chicco di grano puro,
incastrato nel bordo di un lenzuolo di canapa,
che pareva della misura di un puledro di giumenta,
che si riempie come una nave sulle acque,
in una buia borsa di cuoio fui gettato,
e fui mandato alla deriva su un mare sconfinato,
che fu per me un auspicio di essere teneramente accudito,
e dio allora mi liberò.

Allora Elphin giunse alla casa o corte di Gwyddno suo padre, e Taliesin era con lui. Gwyddno gli chiese se aveva fatto una buona pesca alla pescaia ed egli gli disse che aveva ricevuto molto di meglio del pesce. “che cosa era?” chiede Gwyddno “un Bardo” rispose Elphin. Allore Gwyddno disse “ahimè, di cosa ti sarà di profitto?” e lo stesso Taliesin replicò e disse “Mi sarà di profitto più di quanto la pescaia sia mai stata di profitto a te”.Gwyddno chiese “sei in grado di parlare, pur così piccolo?” e Taliesin gli rispose “Sono più bravo io a parlare che tu a farmi domande” “Fammi sentire cosa sai dire” chiese Gwyddno. Allora Taliesin cantò:

“nell’acqua c’è una qualità dotata di un dono,
su Dio è giustissimo meditare correttamente,
a Dio è appropriato supplicare con serietà,
dal momento che non ci può essere ostacolo a ottenere una ricompensa da lui.
Sono nato tre volte, lo so per riflessione,
era triste per una persona non venire a ottenere
tutte le scienze del mondo, unite insieme nel mio petto,
poiché io so ciò che è stato, cosa succederà in futuro.
Supplicherò il mio signore perché mi dia rifugio in lui,
possa ottenere riguardo nella sua grazia,
il figlio di Maria è la mia fiducia, grande in lui è la mia letizia,
poiché in lui il mondo si sorregge senza fine.
E’ stato Dio ad istruirmi e innalzare le mie aspettative,
il vero creatore del paradiso, che mi garantisce protezione,
si intende giustamente che i santi debbano pregare quotidianamente
perché Dio il rinnovatore li porti a lui.

Subito Elphin diede ciò che aveva pescato a sua moglie ed ella lo accudì teneramente ed amorevolmente. E da quel momento in poi le ricchezze di Elphin aumentarono sempre di più giorno dopo giorno, ed anche l’amore ed il favore del re, e Taliesin soggiornò là fino all’età di tredici anni, quando Elphin figlio di Gwyddno fu invitato a Natale da suo zio Maelgwn Gwynedd, che qualche tempo dopo teneva corte aperta nel periodo di Natale nel castello di Dyganwy, per tutti i suoi signori di entrambi i gradi, sia spirituali che temporali, con una vasta e nutrita schiera di cavalieri e scudieri. Tra di loro nacque un discorso e una discussione. E così fu detto “Esiste in tutto il mondo intero un re grande quanto Maelgwn, o uno su cui il paradiso abbia riversato così tanti doni spirituali come su di lui? Primo in forma e bellezza,umiltà e forza, oltre a tutte le virtù dell’anima!” E oltre a questo dissero che il Paradiso aveva dato un dono superiore a tutti gli altri, il quale era la bellezza, l’avvenenza, la grazie, la saggezza e la modestia della sua regina, le cui virtù sorpassavano quelle di tutte le dame e le nobildonne di tutto il regno. E con questo si chiesero gli uni con gli altri Chi aveva uomini più audaci? Chi aveva cavalli o cani più belli o più veloci? Chi aveva bardi più abili o più saggi di Maelgwwn?
Ora a quel tempo i bardi godevano di ottimo favore presso i notabili del regno; e allora nessuno svolgeva l’ufficio di quelli che sono ora chiamati araldi, a meno che fossero uomini istruiti, non solo esperti nel servizio di re e principi, ma studiosi e profondi conoscitori del lignaggio, armi ed imprese di principi e re, in discorsi riguardo a regni lontani e l’antichità di questo regno, e principalmente negli annali dei primi nobili; ed anche fossero sempre preparati con le loro risposte in varie lingue, latino, francese, gallese e inglese. Ed oltre a questo erano grandi cronisti, annotatori e abili nel comporre versi e pronti a comporre englyn in ognuna di quelle lingue. Ora di questi ve ne erano ventiquattro a quella festa nel palazzo di Maelgwyn e il loro capo era un tale chiamato Heinin Vardd.

Quando tutti terminarono di lodare così il re ed i suoi doni, accadde che Elphin parlò così: “In verità nessuno tranne un re può competere con un re, ma se egli non fosse un re, direi che mia moglie era virtuosa come ogni dama del regno, ed anche che ho un bardo che è più abile di tutti i bardi del re” In breve tempo alcuni compagni riportarono al re le vanterie di Elphin; e il re ordinò che fosse gettato in una prigione robusta, fino a che non riconoscesse la verità sulla virtù di sua moglie e la saggezza del suo bardo.

Quando Elphin fu messo in una torre del castello, con una spessa catena ai piedi (si dice che fosse una catena d’argento, poiché era di sangue reale), il re, come narra la storia, mandò suo figlio Rhun ad indagare sul comportamento della moglie di Elphin. Ora Rhun era l’uomo più sgraziato del mondo e non vi era donna o ragazza con cui avesse intrattenuto conversazione, ma di lui si parlava male. Mentre Rhun si recava in fretta alla dimora di Elphin, pienamente intenzionato a portare disgrazia su sua moglie, Taliesin disse alla sua signora come il re avesse imprigionato il suo signore, e come Rhun stesse arrivando in fretta per cercare di gettare disgrazia su di lei. A questo scopo fece in modo che la sua signora facesse travestire una delle sue sguattere di cucina con i suoi vestiti, ciò che la nobildonna fece con piacere, e ne caricò le mani con i migliori anelli che lei e suo marito possedevano. Così travestita, Taliesin disse alla signora di mettere la ragazza seduta al tavolo nella sua stanza per cena e far finta di essere la sua padrona, e alla signora di sembrare la serva. E quando al tempo stabilito furono sedute a cena nella maniera che è stata detta, Rhun arrivò improvvisamente alla dimora di Elphin e fu ricevuto con gioia, poiché tutti i servitori lo conoscevano e lo portarono subito alla stanza della loro signora, nelle cui sembianze la serva si alzò da tavola e gli diede il benvenuto con gioia. Dopo si sedette nuovamente a cena e Rhun con lei. Poi Rhun cominciò a scherzare con la serva, che conservava ancora le sembianze della sua signora. E questa storia mostra che la ragazza si ubriacò talmente che si addormentò; e la storia racconta che fu una polvere che Rhun mise nel vino che la fece dormire così profondamente che non si accorse quando egli tagliò dalla sua mano il suo dito mignolo, sul quale c’era l’anello a sigillo di Elphin, che aveva donato a sua moglie come segno d’amore, poco tempo prima. E Rhun tornò dal re con il dito e l’anello come prova, per dimostrare che l’aveva tagliato dalla sua mano senza che lei si svegliasse dal suo sonno di intemperanze.
Il re si felicitò grandemente di queste notizie, e mandò a chiamare i suoi consiglieri ai quali raccontò tutta la storia dal principio. E fece portare Elphin fuori dalla prigione e lo rimproverò per il suo vantarsi. E parlò ad Elphin così: “Elphin, ti sia noto al di là di ogni dubbio che è follia per un uomo fidarsi della virtù della moglie fintanto che non la può vedere; e perché tua possa essere certo della viltà di tua moglie guarda il suo dito, con il tuo anello a sigillo su di esso, che le fu tagliato dalla mano la notte scorsa, mentre dormiva il sonno dell’ubriachezza. Allora così parlò Elphin: “con il tuo permesso, potente re, non posso negare che sia il mio anello, poiché è conosciuto da molti; ma in verità dichiaro fermamente che il dito sul quale si trova non è mai appartenuto alla mano di mia moglie, poiché in verità e certezza ci sono tre cose evidenti al riguardo, nessuna delle quali mai appartenne a nessuna delle dita di mia moglie. La prima delle tre è, questo è certo, col permesso di vostra maestà, che dovunque sia mia moglie in questo stesso momento, sia seduta o in piedi e distesa, questo anello non rimane mai al suo pollice, mentre potete chiaramente vedere che è stato difficile farlo passare sull’articolazione del dito mignolo della mano da cui questo fu tagliato; la seconda cosa è che mia moglie non ha mai lasciato passare un sabato da quando la conosco senza limarsi le unghie prima di andare a letto, e potete vedere chiaramente che l’unghia di questo mignolo non è stata limata da un mese. La terza è, in verità, che la mano da cui proviene questo dito aveva impastato pasta di segale fino a tre giorni prima che il dito fu tagliato, e io possa assicurare a vostra grazia che mia moglie non ha mai impastato pasta di segale da quando è diventata mia moglie.
Allora il re fu tremendamente contrariato con Elphin per tenergli testa così strenuamente in relazione alla bontà di sua moglie, per la cui ragione lo fece rinchiudere in prigione una seconda volta, dicendo che no sarebbe stato liberato fino a che avesse provato la verità del suo vanto, sia riguardo alla saggezza del suo bardo, sia sulla virtù di sua moglie.

Nel frattempo sua moglie e Taliesin rimanevano contenti nella dimora di Elphin. Taliesin mostrò alla sua signora come Elphin fosse in prigione a causa loro, ma le disse di stare tranquilla poiché egli sarebbe andato alla corte di Maelgwn a liberare il suo padrone. Allora ella gli chiese in che modo lo avrebbe liberato ed egli le rispose:

“ Un viaggio io farò
e al cancello arriverò
nella sala entrerò
e la mia canzone canterò;
il mio discorso pronuncerò
per zittire i bardi reali.
In presenza del loro capo,
saluterò per deridere,
su di loro arriverò
ed Elphin libererò.
Se contesa nascesse,
in presenza del principe,
con richieste ai bardi
di un dolce canto scorrevole,
e le grandi tradizioni dei maghi,
e la saggezza dei Druidi.
Nella corte dei figli del distributore
Vi sono alcuni che apparsero
Intenti a schemi astuti,
per mezzo di arti e mezzi ingannevoli,
in spasmi di afflizione
per far torto agli innocenti,
che gli sciocchi stiano in silenzio
come erst nella battaglia di Badon,-
Con Artù dei liberali
La testa, con lunghe lame rosse
Attraverso imprese di uomini irascibili
Ed un capo con i suoi nemici.
Guai a loro, gli stolti,
quando vendetta arriva su di essi.
Io Taliesin, capo dei bardi,
con le parole di un Druido sapiente,
libererò Elphin
dalle catene di altezzosi tiranni.
Al loro grido crudele e raggelante,
con un atto di sorprendente velocità,
dal lontano Nord
ci sarà presto una fine.
Che né la grazia né la salute
Siano a Maelgwyn Gwynedd,
per questa forza e questo torto
e siano mali estremi
ed una fine vendicata
a Rhun e a tutta la sua stirpe:
che sia corta la sua vita
e incolte tutte le sue terre
e l’esilio a Iona sia assegnato
a Maelgwn Gwynned!”
Dopo di ciò prese congedo dalla sua signora e giunse alla corte di Maelgwn, che stava per sedersi nella sua sala e cenare secondo il suo stato regale, come era usanza in quei giorni che re e principi facessero ad ogni festa principale. E appena Taliesin entrò nella sala, si mise in un angolo tranquillo, vicino al posto dove i bardi e i menestrelli sarebbero venuti a fare il loro servizio e dovere verso il re, come è l’usanza alle festività principali quando è proclamata la munificenza. E così, quando i bardi e gli araldi vennero ad annunciare la generosità e a proclamare il potere del re e la sua forza, in quel momento passarono presso l’angolo dove era accovacciato. Taliesin sporse le labbra al loro passaggio e suonò “Blerwm, blerwn” con il dito sulle labbra. Nessuno di loro gli prestò molta attenzione mentre passavano, ma procedettero fino a che arrivarono davanti al re, davanti al quale fecero l’inchino coi loro corpi, come dovevano, senza pronunciar parola, ma sporgendo le labbra, e facendo le boccacce al re, suonando Blerwm, blerwn sulle labbra con le dita, come avevano visto fare al ragazzo prima. Questa vista fece meravigliare il re e pensare che si fossero ubriacati con molti liquori. Allora comandò ad uno dei suoi signori, che serviva a tavola, di andare da loro e dirgli di rinsavire, di considerare dove si trovavano e che cosa fosse appropriato che facessero. Il signore fece questo volentieri. Ma essi non cessarono dalla loro follia più di prima. Quindi egli glielo mandò a dire una seconda volta e una terza, desiderando che uscissero dalla sala. Alla fine il re ordinò ad uno dei suoi scudieri di dare un colpo al loro capo chiamato Heinin Vardd; e lo scudiero prese una scopa e lo colpì alla testa, così che ricadde sulla sua sedia. Allora si alzò e si inginocchiò, e chiese permesso a sua grazia di mostrare che questo non era loro colpa per mancanza di conoscenza né per ubriachezza, ma per l’influenza di un qualche spirito che era nella sala. Dopo di che Heinin parlò così: “oh, onorevole re, sia noto a vostra grazia che non per il troppo bere o i troppi liquori siamo muti, senza il potere della parola come uomini ubriachi, ma per l’influenza di uno spirito che siede nell’angolo laggiù sotto forma di un bambino.” Subito il re ordinò allo scudiero di condurglielo ed egli andò all’angolo dove sedeva Taliesin e lo portò di fronte al re, che gli chiese chi fosse e da dove venisse. Ed egli rispose al re in versi.

Il primo capo dei bardi sono per Elphin,
e il mio paese di origine è la regione delle stelle d’estate;
Idno e Heinin mi chiamarono Merddin,
nel tempo ogni re mi chiamerà Taliesin.
Ero con il mio Signore nella sfera più alta,
sulla caduta di Lucifero nelle profondità dell’inferno:
ho portato uno stendardo davanti ad Alessandro,
conosco i nomi delle stelle dal nord a sud,
Sono stato nella galassia al trono del Distributore;
Ero a Cana quando Assalonne fu assassinato;
ho convogliato lo spirito divino al livello della valle di Hebron;
Ero alla corte di Don prima della nascita di Gwdion.
Ero istruttore di Eli e Enoc;
ho avuto le ali dal genio dello splendido pastorale,
sono stato loquace prima di avere in dono il linguaggio;
ero sul posto della crocifissione del misericordioso figlio di dio,
ho trascorso tre periodi nella prigione di Arianrod,
sono stato direttore capo del cantiere della torre di Nimrod
sono un portento dalle origini sconosciute.
Sono stato in Asia con Noè sull’arca,
ho visto la distruzione di Sodomia e Gomorra,
Sono stato in India quando Roma fu costruita,
Sono ora venuto qui ai resti di Troia,
Sono stato col mio signore nella mangiatoia dell’asino,
ho rafforzato Mosè attraverso le acque del Giordano,
Sono stato nel firmamento con Maria Maddalena,
ho ottenuto la musa dal calderone di Ceridwen;
sono stato bardo dell’arpa a Lleon di Lochlin.
Sono stato sulla Collina Bianca, alla corte di Cynvelyn,
per un anno ed un giorno in ceppi e manette,
ho sofferto la fame per il figlio della vergine,
sono stato allevato nella terra della divinità,
sono stato insegnante a tutte le intelligenze,
sono capace ad istruire l’universo intero,
Sarò sulla faccia della terra fino al giorno del giudizio,
e non si saprà mai se il mio corpo è carne o pesce,
Poi fui per nove mesi
Nel grembo della vecchia Ceridwen,
in origine fui il piccolo Gwion,
e nel tempo sono Taliesin.”
E quando il re e i suoi nobili ebbero udito la canzone, si meravigliarono molto, poiché non avevano mai udito nulla di simile da un ragazzo così giovane come lui. E quando il re seppe che era il bardo di Elphin, invitò Heinin, il suo primo bardo e il più saggio, a rispondere a Taliesin e a gareggiare con lui. Ma quando arrivò, non poté far altro che suonare ‘blerwm’ sulle labbra; e quando mandò a chiamare gli altri dei 24 bardi essi fecero tutti lo stesso e non poterono fare altro. E Maelgwn chiese al ragazzo Taliesin quale era la sua missione, ed egli gli rispose in canto.

Miseri bardi, sto cercando
Di assicurarmi il premio, se posso;
tramite un lieve sforzo profetico
sto tentando di recuperare
la perdita che ho sofferto,
spero di portare a termine il tentativo
dal momento che Elphin sopporta i patimenti
nella fortezza di Teganwy,
che non si mettano su di lui
troppe catene e ceppi;
il trono della fortezza di Teganwy
cercherò di nuovo;
fortificato dalla mia musa sono potente;
potente da parte mia è ciò che cerco,
poiché trecento canti e più
sono combinati nell’incantesimo che canto.
Non ci dovrebbero essere dove sono io
Né pietra né anello;
e non ci dovrebbe essere attorno a me
nessun bardo che non sappia
che Elphin figlio di Gwyddno
è nella terra di Artro,
imprigionato da tredici lucchetti,
per aver lodato il suo istruttore,
e allora io Taliesin,
capo dei bardi dell’ovest,
libererò Elphin
da catene d’oro.
Se voi siete primi bardi
Al maestro delle scienza
Dichiarate i misteri
In relazione agli abitanti del mondo;
c’è una creatura nociva
dalla fortezza di Satana
che ha sopraffatto tutti
tra il profondo e la superficie,
le sue fauci sono ampie
come le montagne delle Alpi;
la morte non la soggiogherà
e neppure mano o lame;
c’è il carico di novecento carri
nel pelo delle sue due zampe
c’è un occhio nella sua testa
verde come limpido velo di ghiacciolo,
tre sorgenti sgorgano
dalla cima del suo collo,
mari agitati
vi nuotano attraverso;
Lì fu la dissoluzione dei buoi
Di Deivrdonwy il dono delle acque.
I nomi delle tre sorgenti
Da in mezzo all’oceano;
una generava acqua salmastra
che proviene da Corina
per riempire il diluvio
che scompare al di là del mare;
la seconda, senza danno
cadrà su di noi,
quando c’è pioggia fuori,
attraverso il cielo stracolmo
la terza apparirà
attraverso le vene della montagne
come un banchetto di selci.
L’opera del Re dei Re.
Voi siete bardi pasticcioni,
in troppa sollecitudine;
non potete celebrare
il regno dei Britannici;
ed io sono Taliesin.
Capo dei bardi dell’ovest,
che libererà Elphin
da catene d’oro.
State zitti, allora, bardi dalla rima sfortunata,
poiché non sapete discernere tra la verità e la falsità.
Se voi siete bardi primi formati dal cielo,
dite al vostro re quale sarà il suo destino.
Sono io che sono un indovino e un bardo trainante,
e conosco ogni passaggio nel paese del vostro re;
libererò Elphin dalla pancia della torre di pietra;
e dirò al vostro re che cosa gli accadrà.
Una creatura stranissima giungerà dalla palude marina di Rhianedd
Come punizione dell’iniquità di Maelgwn Gwynned;
i suoi capelli, i suoi denti e i suoi occhi saranno d’oro,
e questo porterà distruzione su Maelgwn Gwynned.
Scopri tu cosa è
La forte creatura di prima del diluvio
Senza carne, senza ossa,
senza vene, senza sangue,
senza testa,senza piedi,
non sarà né più vecchia né più giovane
che all’inizio;
per paura di un rifiuto
non ci sono desideri rudi
con le creature.
Grande iddio! Come il mare sbianca
quando comincia ad arrivare!
Grandi sono le sue folate
Quando arriva dal sud;
grandi sono le sue evaporazioni
quando si abbatte sulle coste.
E’ nel campo, è nel legno,
senza mano e senza piede,
senza segni di età avanzata,
sebbene sia coeva
delle cinque età o epoche;
e ancora più vecchia,
sebbene siano anni innumerevoli.
E’ anche ampia
Quanto la superficie della terra
E non fu mai nata
Né fu vista.
Causerà costernazione
Dovunque Dio voglia.
Sul mare e sulla terra,
né vede e né è vista.
Il suo corso è subdolo
E non arriverà quando si desidera
Sulla terra e sul mare
È indispensabile
E’ senza eguali
Ha quattro lati
Non ha confini
È incomparabile
Arriva dai quattro angoli
Non sarà consigliata
E non sarà senza consigli.
Comincia il suo viaggio
Sulla roccia marmorea.
E’ sonora, è muta,
è mite,
è forte, è audace,
quando volge lo sguardo sulla terra.
È silenziosa, è vocale,
è rumorosa,
è la più rumorosa
sulla faccia della terra.
E’ buona, è cattiva,
è estremamente dannosa.
E’ nascosta,
perché la vista non la può percepire.
E’ nociva, è benefica;
è laggiù, è qui,
farà scompiglio
ma non riparerà il danno
non soffrirà per le sue azioni
vedendole senza colpa.
E’ bagnata, è asciutta,
viene di frequente,
provenendo dal calore del sole
e la freddezza della luna.
La luna è meno benefica,
essendo il suo calore minore.
Un Essere l’ha preparata,
da tutte le creature,
tramite una tremenda esplosione,
per abbattere la vendetta
su Maelgwn Gwynned.
E mentre stava così cantando i suoi versi vicino alla porta, sorse un potente temprale di vento, così che il re e tutti i suoi nobili pensarono che il castello cadesse sopra le loro teste. E il re li mandò a prendere Elphin in tutta fretta dalla prigione e lo mise davanti a Taliesin. E si dice che egli cantò immediatamente un verso, così che le catene si sganciarono dai suoi piedi.

IO adoro il supremo, signore di tutte le cose animate,
colui che regge i cieli, sovrano di ogni estremo,
colui che fece l’acqua buona per tutti,
colui che ha distribuito ogni dono e lo ha benedetto-
possa abbondanza di idromele essere data a Maelgwn Gwynned che ci fornisce,
dai suoi corni spumeggianti, il liquore più puro e più scelto.
Visto che le api raccolgono e non gustano,
abbiamo distillato idromele frizzante che è universalmente lodato.
La moltitudine di creature che la terra nutre
Dio le ha fatte per l’uomo, con l’idea di arricchirlo;-
Alcune sono violente, alcune sono silenziose, egli gode di esse,
alcune sono selvatiche, alcune sono docili, il Signore le fa
parte del loro prodotto diventa vestiario,
per cibo e bevande fino al giudizio continueranno.
IO chiedo al Supremo, sovrano della regione della pace,
di liberare Elphin dall’esilio,
l’uomo che mi diede vino, birra e idromele,
con grandi destrieri principeschi, di bell’aspetto,
possa ancora darmene; e alla fine,
possa dio nella sua buona volontà garantirmi, in onore,
una successione di anni innumerevoli, nel ritiro della tranquillità.
Elphin, cavaliere dell’idromele, possa la tua fine arrivare tardi!
E dopo cantò la lode che è chiamata “L’eccellenza dei bardi”.

Chi fu il primo uomo
Creato dal dio dei cieli;
quale fu il più bel discorso adulatorio
che fu preparato da Ieuvav;
quale cibo, quale bevanda,
quale tetto il suo riparo,
quale la prima impressione
del suo primo pensare;
cosa ne fu dei suoi vestiti;
Chi portava un travestimento
A causa dei luoghi selvaggi del paese,
all’inizio?
Perché una pietra dovrebbe essere dura
Perché una spina essere appuntita,
chi è duro come selce,
chi è salato come acqua salmastra;
chi dolce come miele,
chi cavalca la burrasca;
perché arcuato dev’essere il naso,
perché dovrebbe una ruota essere rotonda;
perché dovrebbe la lingua essere dotata della parola
piuttosto che un altro membro?
Se i tuoi bardi, Heinin, fossero competenti,
lascia che rispondano a me, Taliesin.’
E dopo questo cantò il discorso che è chiamato “il rimprovero dei bardi”

Se tu sei un bardo completamente intriso
Di genio da non essere controllato,
sii tu intrattabile
alla corte del tuo re;
finchè la tua tiritera sarà conosciuta,
resta in silenzio, Heinin,
circa il nome dei tuoi versi,
e il nome del tuo vanto;
e circa il nome di tuo nonno
prima che fosse battezzato.
E il nome della sfera,
e il nome dell’elemento,
e il nome della tua lingua,
e il nome della tua regione.
Avanti, bardi di sopra
Avanti, bardi di sotto!
La mia amata è sotto,
nelle catene di Arianrod.
Di certo non sapete
Come comprendere la canzone che pronuncio,
neppure è chiaro come discernere
tra la verità e ciò che è falso;
bardi pasticcioni, cornacchie del distretto,
perché non spiccate il volo?
Un bardo che non mi zittirà,
non otterrà silenzio,
fino a che non andrà coperto
sotto ghiaia e ciottoli;
chi che mi ascolterà
possa Dio ascoltarlo.’

Poi cantò il pezzo chiamato “il disprezzo dei bardi”

“i menestrelli perseverano nella loro falsa abitudine,
canzoni immorali sono la loro delizia;
recitano lodi vane e prive di gusto;
tutto il tempo pronunciano falsità
mettono in ridicolo le persone innocenti
distruggono donne sposate
corrompono innocenti vergini di Maria
mentre trascorrono la loro vita nella vanità;
ridicolizzano povere persone innocenti;
la notte si ubriacano, dormono di giorno
nell’ozio senza lavorare si nutrono
odiano la chiesa e frequentano la taverna
con i ladri e gli spergiuri si accompagnano;
alle corti chiedono informazioni sulle feste
portano nel discorso ogni parola senza senso,
lodano ogni peccato mortale;
conducono ogni vita vile;
passeggiano attraverso ogni villaggio, città e paese
non pensano alla morsa della morte;
non danno né alloggio né fanno carità
indulgendo nei cibi fino all’eccesso.
Non usano né salmi né preghiere,
decime o offerte a dio non pagano,
non vanno in chiesa nelle feste o di domenica,
non osservano le vigilie o le feste.
Gli uccelli volano, i pesci nuotano,
le api raccolgono miele, i vermi strisciano,
ogni cosa lavora per ottenere il suo cibo,
tranne i menestrelli e gli inutili ladri pigri.
Io non derido né il canto né l’arte dei menestrelli,
poichè essi sono dati da dio per alleggerire il pensiero;
ma colui che ne abusa
per bestemmiare Gesù e il suo servizio.

Taliesin, dopo aver liberato il suo padrone dalla prigione e aver protetto l’innocenza di sua moglie e zittito i bardi, così che nessuno di loro osava dire una parola, ora portò la moglie di Elphin davanti a loro e mostrò che non le mancavano dita. Felicissimo ne fu Elphin, felicissimo ne fu Taliesin.

Allora comandò a Elphin di scommettere con il re che aveva un cavallo sia migliore che più veloce dei cavalli del re. E questo fece Elphin, e furono fissati il giorno, l’ora e il posto, e il posto era quello che oggi viene chiamato Morva Rhiannedd: e là il re si recò con tutta la sua gente e ventiquattro dei cavalli più veloci che possedeva. E dopo un lungo processo il percorso fu segnato e i cavalli furono piazzati per correre. Allora giunse Taliesin con ventiquattro rametti di agrifoglio, che aveva carbonizzato, e al giovane che doveva cavalcare il cavallo del suo signore glieli fece mettere nella cintura e gli diede ordine di lasciare passare tutti i cavalli del re prima di lui, e mentre sorpassava un cavallo dopo l’altro, di prendere uno dei rametti e colpire il cavallo con esso sulla groppiera e poi di lasciar cadere quel rametto; e dopo di ciò di prendere un altro rametto e fare allo stesso modo con ciascuno degli altri cavalli, mentre li sorpassava, intimando al cavaliere severamente di guardare quando il suo cavallo si inciampasse e di gettare il suo cappello a terra su quel punto. Il giovane eseguì tutte queste cose, dando un colpo ad ognuno dei cavalli del re e gettando a terra il suo cappello nel punto dove il suo cavallo inciampò. E su questo punto Taliesin portò il suo signore dopo che il suo cavallo ebbe vinto la gara. Ordinò a Elphin di mettere degli operai che scavassero un buco lì; e quando ebbero scavato un buco abbastanza profondo, trovarono un grosso calderone pieno di oro. E allora Taliesin disse “ Elphin, ecco un pagamento ed una ricompensa per te, per avermi tirato fuori dalla pescaia e per avermi allevato da allora sino ad adesso.” E su questo punto c’è un laghetto d’acqua, che è oggi chiamato Pwllbair.

Dopo tutto questo, il re fece portare Taliesin al suo cospetto e gli chiese di recitare la creazione dell’uomo dall’inizio; e lì compose il poema che è ora chiamato “uno dei quattro pilastri del canto”

L’onnipossente fece,
giù nella valle dell’Hebron,
con le sue mani plastiche,
la bella forma di adamo:
e cinquecento anni,
senza alcun aiuto,
rimaneva là e stava
senza un’anima.
Egli formò di nuovo,
nel calmo paradiso,
da una costola del lato sinistro,
Eva palpito di beatitudine.
Sette ore tennero
Il frutteto,
finchè satana portò discordia
con inganni infernali.
Di là furono cacciati
Tremanti di freddo,
a guadagnarsi da vivere
in questo mondo.
A partorire con dolore
I loro figli e figlie,
ad avere possesso
della terraa d’Asia.
Due volte cinque, dieci e otto,
lei portava
il fardello misto
di uomo-donna.
E una volta, non nascosto,
partorì Abele,
e Caino il derelitto,
l’omicida.
A lui e alla sua compagna
Fu data una vanga
Per dissodare il terreno
In modo da ottenere pane.
Il grano puro e bianco
Da mietere in estate
Per nutrire ogni uomo,
fino alla grande festa di Yule.
Un amano angelica
Dall’alto Padre,
portò semi per coltivare
che Eva potesse seminare;
ma lei allora nascose
un decimo del dono
e non seminò tutto
di quello che era stato raccolto.
Segale nera allora fu trovata,
e non puro grano bianco,
che mostrava così
la malizia del furto.
Per questo atto ladresco
È richiesto
Che tutti gli uomini paghino
Le decime Dio.
Del vino rosso
Piantato nei giorni di sole
E nelle notti di luna nuova;
e del vino bianco.
Il grano ricco di chicchi
E il vino rosso che scorre
Fanno il puro corpo di Cristo,
figlio di Alpha.
L’acqua è carne
Il vino è sangue versato,
le parole della trinità
li santificano.
I libri nascosti
alla mano di Emanuele
furono portati da Raffaele
come dono di Adamo,
quando in età avanzata
immerso fino al mento
nell’acqua del Giordano,
osservando il digiuno,
Mosè ottenne,
nell’acqua del Giordano,
l’aiuto di tre
specialissime verghe.
Salomone ricevette
Nella torre di Babele,
tutte le scienze
nelle terre d’Asia.
Così io ottenni,
nei miei libri bardici,
tutte le scienze
d’Europa e d’Africa.
Il loro corso, il loro portamento,
i loro modi consentiti,
e il loro destino conosco,
fino alla fine.
Oh, che sofferenza
Attraverso estremo dolore
La profezia mostrerà
La stirpe di Troia!
Un serpente attorcigliato
Orgoglioso e spietato
Sulle ali di lei d’oro,
dalla Germania.
Sovrasterà
L’Inghilterra e la Scozia
Dalla spiaggia di Lychlyn
Al Severn.
Allora i Britanni
Saranno fatti prigionieri
Da stranieri venuti
Dalla Sassonia.
Il loro Dio adoreranno,
la loro lingua manterranno,
la loro terra perderanno
eccetto la selvaggia Walia.
Fino a che un cambiamento verrà,
dopo lunga penitenza,
quando ugualmente maturi
i due crimini saranno.
I Britanni allora avranno
La loro terra e la loro corona
E lo sciame straniero
Scomparirà.
Tutte le parole dell’angelo
Sulla pace e sulla guerra
Si compiranno
Per la stirpe di Britannia.

Continuò a raccontare al re varie profezie di cose che sarebbero state nel mondo, in canti, come segue.

*la menzione di Gwyddno Garanhir, invece di Elphin in questo contesto è evidentemente un errore di qualche trascrittore del MS.


Traduzione integrale a cura di Abigail, socia Ynis Afallach Tuath,
del testo inglese 'Hanes Taliesin'.
Vietata la riproduzione anche parziale senza il consenso
dell'autrice.

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