Ynis Afallach Tuath

MITO

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Inviato da Argante 24 Set 2011 - 09:06

MITO deriva dal greco mythos "parola" ed indica un discorso, una narrazione, un racconto ambientato in un tempo antico ma indefinito, imperniato sulla natura e le origini degli Dei, e sulle loro relazioni con gli uomini.
La sua radice si collega anche al significato di mandar suono, muggire, belare.

Dal Dizionario etimologico (Avviamento all'etimologia italiana) di Giacomo Devoto risulta:
Mito, dal greco mythos = "parola, leggenda"
Dal Dizionario etimologico inglese Webster si legge:
Myth, dal greco mythos = "racconto, parola"

Il Mito ha dunque a che fare con la parola intesa come narrazione di storie: eventi dei quali non è possibile trovare alcuna traccia storica, qualcosa risalente agli albori della storia umana, e qualcosa di estremamente importante nella vita quotidiana dell’essere umano.

Nell’etimologia inglese troviamo: "speech, thought, story, myth," of unknown origin.
Myths are "stories about divine beings, generally arranged in a coherent system; they are reveled as true and sacred; they are endorsed by rulers and priests; and closely linked to religion. Once this link is broken, and the actors in the story are not regarded as gods but as human heroes, giants or fairies, it is no longer a myth but a folktale. Where the central actor is divine but the story is trivial ... the result is religious legend, not myth."
[J. Simpson & S. Roud, "Dictionary of English Folklore," Oxford, 2000, p.254]
  
Traducendo comprendiamo come i miti siano storie di esseri divini, ritenuti veri e sacri, vicini alla religione ma che nel tempo sono stati considerati non più come Dei ma come eroi umani, giganti o fate, divenendo così parte non più del mito ma della leggenda popolare. La parola Mito significa "parola", ma anche "favola", "racconto", ed è di fondamentale importanza soffermarsi sul Tempo-Non Tempo del racconto.
Si dice che il Mito sia "ciò che non è mai esistito, ma esiste da sempre"...

I dizionari descrivono quindi il mito come un qualcosa di inventato, di non vero, una favola senza fondamento o origini... in verità, studiando i miti, si può ben comprendere come essi siano invece storie archetipiche, profondamente radicate nell’essenza stessa dell’uomo, e come tramandino antichi materiali psichici divenuti racconti. Il mito rappresenta una storia dal significato archetipico universale, narrata presso una determinata comunità e i cui attori sono sempre Dei, eroi e semidei.
Essi, con tutte le loro storie, le loro funzioni, rappresentano le molteplici sfaccettature dell'animo umano, rendendo così più facile all’essere umano riconoscersi in una storia già descritta.

C'è chi, parlando del mito, lo vede come la testimonianza di usi antichi o eventi religiosi, e di conseguenza lo reputa il ricettacolo di elementi storici attendibili; a patto, ovviamente, che se ne sia compresa la lingua, tenendo anche conto di eventuali errori di trascrizione, fraintendimenti o di eventuali modifiche fatte volontariamente a scopi politici o religiosi.

"Il mito si trova all'incrocio di diverse branche e dà sempre scacco alla scienza unica (storica, psicologica o sociologica) che pretenderebbe di spiegarlo. Interessarsi ai miti presuppone non soltanto esplorare la sostanza stessa dell'immaginario umano, ma anche prepararsi a comprendere meglio la storia, poiché, secondo l'espressione di Gilbert Durand, il mito è UN MODULO DELLA STORIA, e i moventi dell'uomo inserito nella storia sono più spesso di quanto si pensi, di ordine mitico, stranamente mitico"

Perchè il mito è così importante?
 
Nonostante gli ultimi anni di “progresso umano” abbiano messo l’accento sull’importanza del pensiero oggettivo esplorando principalmente il mondo esterno e arrivando quasi a dire che i fattori soggettivi sono un intralcio alla ricerca della “verità”, la mitologia ha continuato ad avere un posto importante nella cultura attuale, grazie anche alle ricerche di grandi menti quali Jung, Frazer, Campbell, Harding...
 
Ciò che è stato spesso liquidato come superstizione o peggio ancora magia e che attinge al mito come base di azione, è invece parte della psiche collettiva e individuale come potente fattore della vita umana.
Jung ha sottolineato come i miti e i rituali rappresentino la fantasia del gruppo e ci possano far capire le realtà psicologiche nascoste sulle quali si fonda la vita stessa del gruppo. I miti rappresentano i processi inconsci di intere tribù e razze e anche le persone “moderne” non sono esenti dal confrontarsi con essi attraverso, per esempio, i sogni. Spesso infatti nei sogni di un individuo si ritrovano elementi che si possono far risalire ai miti primitivi degli antichi e ciò senza che l’individuo in questione abbia studiato o approfondito tale materia.
Joseph Campbell, saggista e studioso di miti e religioni, dice che “I sogni aprono una porta sulla mitologia, poiché i miti sono della stessa natura del sogno. Come i sogni emergono da un mondo interiore sconosciuto alla coscienza di veglia, così avviene per i miti. Così avviene in verità per la vita stessa” (dalla prefazione di Le Figure del Mito, 1974).
 
Possiamo quindi iniziare a capire come mito e vita interiore siano strettamente connessi... esso viene da dentro, dall'essenza stessa dell'uomo. 

Uno degli elementi che maggiormente affascina gli studiosi, risiede nel fatto che il mito/la mitologia/gli archetipi, si ripetono in modo assai simile anche in culture estremamente differenti e lontane tra loro. Se da una parte questo si può spiegare attraverso ciò che il mito in se' racchiude (ad esempio un insegnamento o la spiegazione di un determinato fenomeno) e per il fatto che il materiale di partenza è sempre uguale (terra, acqua, aria, fuoco, stelle, ciclo della vita etc.) e che in fondo siamo tutti abitanti dello stesso pianeta, probabilmente il vero link al perchè il Mito sia così importante per l'uomo sta proprio nella ricerca della comprensione dei Misteri. Il pensiero legato al mito ci dona le chiavi per scorgere la via verso ciò che non è così visibile. O meglio, è un modo per farci comprendere un'essenza più profonda, o quantomeno, meno visibile della realtà.

Esso è infatti una sorta di memoria ancestrale, di custode della memoria dell'essere umano ed è proprio per questa ragione che i temi mitici sono comuni a molti popoli del mondo. I miti raccontano le verità interiori dell'essere umano, ovunque egli viva. E quando si parla di miti si intendono anche le favole e le fiabe. Attraverso il loro simbolismo essi parlano direttamente alla nostra anima o meglio, CON la nostra anima antica o, se volete, con il nostro inconscio collettivo.

Carl Gustav Jung propone il concetto di inconscio collettivo. Secondo tale teoria in esso si profilano contenuti e comportamenti comuni a tutti gli individui: i così detti "archetipi" , o appunto, "miti" e "favole".

I nostri antenati animavano il mondo di immagini di Dei e demoni e nella creazione del mito mettevano i significati simbolici che aiutano ancor oggi la psiche umana nel suo cammino di coscienza. Sotto allo strato di iper-razionalità moderna c’è ancora una grande necessità del linguaggio segreto dell’animo umano perché ce ne siamo pericolosamente allontanati, confinandolo in un trascurato mondo onirico dell’infanzia.
 
Dice Liz Geene: Tutta la conoscenza scientifica del mondo non cancellerà quella che vi era stata fin dai primordi, più antica del più antico degli Dei. Anche la scienza porta con sé un bagaglio mitico che esercita un potere numinoso (Astrologia e destino, 1984)
 
Tutti coloro che hanno una vocazione hanno anche vicino a sé una figura mitica o archetipica, alle volte in ombra, nella quale possono riconoscersi e che li conduce come una luminosa Guida verso il Destino. Essa incarna il significato profondo della vocazione...potremmo chiederci perché la mente umana ha necessità di formulare tali immagini, perché per accedere ad una coscienza più elevata dobbiamo avere un tramite rivestito di una così misteriosa sacralità... di certo i miti parlano profondamente alla nostra anima e non vi è vita interiore senza di essi.

Aticolo redatto sulla base degli studi del gruppo Ynis Afallach Tuath, un particolare ringraziamento a Argante, Caillean, Elys, Abigail, Berkana, Dagmaar.



Fonti:
www.etimo.it
Avviamento all'etimologia italiana di Giacomo Devoto
Dictionary of English Folklore - J. Simpson & S. Roud
Dizionario etimologico inglese Webster
La Dea Bianca, Robert Graves
Artù, l’Orso e il Re
Prefazione di Le Figure del Mito, 1974
Astrologia e destino - Liz Geene, 1984


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