Piccole fate danzano eteree al chiaro di luna
in antiche radure dove ancora s'ode la corsa del cervo
e il respiro della Grande Madre.
Elfi e folletti annodano chiome di ignari dormienti,
silfidi e ondine si rincorrono fra la bianca spuma dei flutti.
Dispettosi esserini rubano gocce d'eternità,
distillano soavi nettari d'Oblio
nelle colline cave risplendenti di mille bagliori.
Lasciati trascinare nella loro danza sfrenata
In cerchi arcani si aprono porte fra i mondi:
è la notte delle fate.
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