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Ynis Afallach Tuath

Il melograno e la zucca
Venerdì, 28 Novembre 2008 - 08:09 - 19941 Letture
Ciclo dell'Anno Con questo breve articolo ho pensato di approfondire cosa si nasconda dietro ai due simboli principali della festa di Samhain, legata all’altro mondo e al regno le cui porte si spalancano in questa notte così sacra e misteriosa.


Il melograno nella Wicca

Per finire qui questo breve ex-cursus sul melograno, ho pensato di dare un’occhiata all’Enciclopedia delle piante magiche di Scott Cunnigham per sapere come venga usato nella magia della Wicca.

Genere: maschile
Pianeta: Mercurio
Elemento: fuoco
Divinità: Cerere, Persefone ( peccato che Cunningham si dimentichi Dioniso, Attis e compagnia bella, n.d.Xenia ).
Poteri: divinazione, fortuna, desiderio, ricchezza,
fertilità.

Usi magici

Cunningham riporta il fatto che mangiare i chicchi di melograno aumenterebbe la fertilità e per lo stesso scopo se ne può portare addosso la buccia.
Il melograno sarebbe poi un frutto magico che dona fortuna: esprimendo un desiderio prima di mangiarlo, dovremmo essere esauditi.
Inoltre, continua l’autore, un ramo di melograno farebbe scoprire tesori nascosti ed attirerebbe denaro; la buccia essiccata viene aggiunta agli incensi di denaro e ricchezza. Inoltre, per sapere quanti figli una donna avrà, dovrà lanciare un melograno per terra e il numero di chicchi usciti rappresenteranno il numero di figli ( come abbiamo già visto poco sopra ).
Inoltre, i rami di melograno appesi sopra alle porte difenderebbero dal male e il succo verrebbe adoperato sia come sostituto del sangue, sia come inchiostro magico.

La zucca

Altro simbolo, forse anche più conosciuto del precedente, anche perché ormai più commercializzato durante il periodo di Samhain/Halloween, è la zucca, facente parte del genere Cucurbita della famiglia delle Cucurbitacee. Ve ne sono di diverse specie provenienti da diverse zone del mondo, con colori e forme di tutti i tipi. Spesso, sono state usate per creare oggetti decorativi, utensili, scatole ecc. Fin dall’antichità, la zucca svuotata è stata usata come contenitore; addirittura, gli Aztechi le usavano per berci la loro amata bevanda al cacao. Servivano per trasportare sale e acqua, ma anche come galleggianti per insegnare alle persone a nuotare.
Ma quali sono i significati legati a questo frutto della terra?
Alfredo Cattabiani, nel paragrafo intitolato “La zucca di Atena” comincia col ricordarci la famosa zucca di Cenerentola di Charles Perrault che, per magia, grazie alla fata buona, si trasforma in un’eccellente carrozza.
Questa fiaba, che come ci dice il nostro, è anche un’allegoria di una rinascita dagli inferi al cielo, riflette il simbolismo della zucca che, grazie ai suoi tanti semi, fin dall’antichità venne considerata sia in Occidente che in Oriente il simbolo della resurrezione dei morti.
Ed in effetti, è proprio da qui che nasce la tradizione della notte di Samhain-Halloween di svuotare le zucche, intagliarle con volti terrificanti ( pensiamo al personaggio di Jack - O’- Lantern, n.d.Xenia ), ed illuminarle grazie ai lumini posti al loro interno. Queste lanterne vanno poste sui davanzali o negli angoli delle vie per rappresentare il ritorno dei defunti nella notte del Capodanno celtico, in cui vi è un rimescolamento tra mondo dei vivi e mondo dell’aldilà, da cui rinascerà l’anno nuovo, un nuovo corso.
Da un articolo di Andrea Romanazzi apparso recentemente su Athame, leggo che la tradizione di intagliare le zucche con figure spaventose per allontanare gli spiriti maligni sarebbe nata verso il ‘700, anche sei in origine non si trattava proprio di
zucche ma di rape. Sembra, però, che nel 1845, causa una grande carestia in Irlanda, molta gente, dovendo immigrare in America, si portò con sé questa usanza.
Ma in America le rape non si trovavano facilmente ed allora si pensò bene di sostituire le rape con le zucche che, comunque, sin dall’antichità avevano avuto questo forte legame con il concetto di morte e resurrezione, come vedremo, già legato al culto della Dea e ritrovato nel Cristianesimo.
A proposito, comunque, del rapporto tra l’immagine della zucca e gli spiriti, volevo far notare una cosa: James Frazer, ne Il ramo d’oro,cita una pratica che, a suo dire, avrebbero usato gli stregoni delle Hawaii.
Questi sarebbero stati in grado di catturare le anime delle persone vive chiudendole dentro a delle zucche,per poi darle da mangiare alle persone per sbarazzarsene. Inoltre,questi stregoni, strizzando con le mani le anime catturate, sarebbero stati anche in grado di ottenere da esse delle informazioni.
Cattabiani ci dice anche che Ateneo riferisce di un culto particolare nella città greca di Sicione, in cui si adorava una Dea chiamata Kolokasìa Athenai. Siccome Atena è un altro nome della luna ( come già abbiamo visto nell’articolo sulla Dea, n.d.Xenia ), è evidente che la zucca sia sempre stata consacrata alla Dea Madre e simboleggi abbondanza e fecondità ( proprio per i suoi tanti semi e anche, aggiungerei, per quella forma panciuta e rotonda che dà l’idea di una donna in attesa,
n.d.Xenia ), prosperità e buona salute. Inoltre, ci dice Romanazzi, l’uso della zucca anche come medicamento per i problemi femminili è rintracciabile in un testo chiamato Corpus Hippocraticum del 400-300 a.C. in cui si dice di svuotare una zucca, metterci dentro del carbone gettandovi sopra della mirra triturata per poi far sedere la donna su questa zucca e far prendere i vapori ai genitali. Quindi, sempre un mezzo per ottenere la fertilità. Ma non finisce qui. L’autore ci spiega anche che la zucca,presso i romani, sarebbe stata collegata a Priapo, la divinità di origine greca itifallica, simbolo della sua natura fertile. Come ci dice il nostro, nei Carme ( o Carmina ? n.d.Xenia ) Priapei egli veniva invocato come il custode delle zucche ed in diversi autori latini ( es. Propezio ) la zucca viene collegata al ventre della donna…Per cui, la zucca avrebbe avuto un doppio significato: quello del ventre fertile della Dea Madre, ma anche quella del fallo maschile ( pensiamo alle zucche allungate, n.d.Xenia ). In tutti e due i modi, diviene comunque simbolo della fertilità.

La zucca in America, in Australia ed India

In America centrale, la zucca avrebbe assunto un ruolo simile a quello dell’uovo cosmico orfico, come ci spiega la leggenda seguente. C’era un uomo potentissimo che si chiamava Iaia. Un giorno, il suo unico figlio morì improvvisamente; dopo averlo pianto, il padre lo seppellì in una zucca enorme che portò ai piedi di una montagna, vicina al paese.
Dopo alcuni mesi, l’uomo tornò alla tomba del figlio scoperchiandola per versare qualche lacrima sul giovane, ma il corpo non c’era più e nella zucca piena d’acqua nuotavano balene e pesci di tutti i tipi.
Sconvolto, Iaia tornò dai parenti per raccontare l’accaduto. Nel paese vivevano quattro fratelli che incuriositi dal racconto che si arricchiva ogni volta di nuovi elementi ( tesori ecc. ), decisero di andare ai piedi della montagna per impadronirsi della zucca magica. Quando Iaia lo venne sapere li raggiunse e li sorprese mentre stavano per portare via la zucca. Sorpresi dal suo arrivo, i quattro, per evitare una vendetta, la lasciarono cadere e la zucca si spaccò in molte parti mentre un torrente ne uscì inondando la terra. Fu così che si formarono i mari e gli oceani.
In Indocina, invece, si narra che l’umanità fu distrutta dal diluvio, tranne due giovani ( un fratello ed una sorella ) che si salvarono in una zucca. I due si sposarono e la donna partorì…una zucca: i suoi semi, sparsi in pianura e in montagna, diedero origine alle diverse etnie. Simile è il mito che si ritrova in India.
Sumati, sposa del Re Sagara di Ayodhya, a cui erano stati promessi 60.000 figli, partorì una zucca da cui uscirono i 60.000 bambini. Mentre Teofilo Folengo nelle Maccheronee, descrive una zucca talmente grande da essere la patria di poeti, cantanti, astrologi e negromanti.

Le zucche come emblemi di stupidità.

In Europa, la forma tondeggiante della zucca è stata collegata alla forma della testa umana ( pensiamo ad espressioni come “ha la zucca pelata”, “che zuccata!” per indicare una botta in testa ecc. ).
Dall’uso, in antichità, di usare le zucche come contenitori del sale nasce la frase “aver poco sale in zucca” ecc. o per dire, ad esempio, che una persona è poco intelligente “è una zucca vuota”.
Il suo significato negativo nasce dal fatto che, nonostante le sue grosse dimensioni, non avesse un gran valore nutritivo, oltre ad essere pure un po’ insipida. Per questo è divenuta anche emblema di nullità. Nonostante questo, però,occorre tener conto che dal punto di vista alimentare sia ricca di vitamina A e C, oltre che ad avere dei semi con capacità vermifuga.

La zucca come emblema della brevità della vita e della felicità

Sempre Cattabiani ci parla di un’opera del Durer, San Girolamo nello studio , in cui la zucca rappresenterebbe la fugacità della vita. Un simbolo, questo, che si ritroverebbe nell’Iconologia del già citato Cesare Ripa, il quale parla dell’allegoria della
Felicità breve come di una donna vestita di bianco e giallo ( contentezza ) con una corona d’oro in capo, adorna di pietre preziose. Regge uno scettro nella mano destra ( corona e scettro rappresenterebbero signoria ), al cui braccio si avvolgerebbe con le sue fronde una zucca sorta dal terreno circostante, mentre con la sinistra afferra un bacile pieno di monete e di gemme ( la felicità breve ed effimera come la zucca che in poco tempo appassisce ).
Anche nell’allegoria della Speranza fallace appare una zucca che una donna tiene nella mano sinistra insieme con una nottola, simbolo di chi vola nel buio.

La zucca nell’iconografia Cristiana

Nei tempi antichi, oltre ad essere utilizzata per trasportare acqua, vino o sale, le zucche svuotate venivano usate anche dai viandanti come borraccia per l’acqua. Per questo, nell’iconografia cristiana è divenuta spesso il simbolo dei pellegrini, come San Giacomo Maggiore che, dopo aver predicato in Giudea e Samaria, evangelizzò la Spagna.
L’Arcangelo Raffaele, compagno di viaggio di Tobia, talvolta viene ritratto con una borraccia ricavata sempre dalla zucca.
Anche San Giuseppe, nelle scene che lo raffigurano nella fuga in Egitto, lo rappresentano con lo stesso attributo così come Gesù quando viene rappresentato come viandante sulla strada per Emmaus quando incontra due discepoli con cui poi cenerà.
Quindi, la zucca viene qui a rappresentare un simbolo di resurrezione e salvezza, soprattutto facendo riferimento ad un passo della Bibbia in cui si narra che Dio fece crescere una pianta di zucca per fare ombra a Giona.
Per questo tipo di iconografia, possiamo citare, ad esempio, i seguenti dipinti:
• Adorazione dei pastori di Andrea Mantegna, del 1451-1453 ( New York )
• Riposo durante la fuga in Egitto di Bernart Van Orley, del 1515 ( San Pietroburgo ).
• Il giovane pellegrino, di Alexi Grisou, del 1726 ( Firenze ).

La zucca nella Wicca

Vediamo allora, a questo punto, che ruolo possa avere nella magia della Wicca questo frutto.
Genere: Femminile
Pianeta: luna
Elemento: acqua
Poteri: protezione
Usi magici.

Appesa sulla porta di ingresso, protegge dalle malìe. Un pezzetto di zucca in borsa allontanerebbe il male. Con la zucca si possono anche preparare dei sonagli che allontanino gli spiriti negativi. Va svuotata e va riempita con i semi essiccati. Una zucca essiccata a cui sia stata tolta l’estremità superiore e riempita d’acqua può essere usata come sfera per prevedere il futuro, come strumento di divinazione quindi.
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Note: Articolo di Xenia (Sarah Degli Spiriti) tratto da Labrys, quaderno amatoriale n. 8, Samhain 2005,
titolo originale: SAMHAIN DAL MELOGRANO ALLA ZUCCA


Fonti bibliografiche

Alfredo Cattabiani, Florario. Miti, leggende e
simboli di fiori e piante. Ed. Arnoldo
Mondadori ( TN, 1997 )

Le Garzantine, Simboli. Ed. Garzanti (
Milano, 2001 )

Art Dossier n.49, Botticelli di Guido Cornini,
ed. Giunti ( Pomezia, 1990 )

Losapevi dell’Arte, La natura e i suoi simboli,
prima parte; ed. Electa- Gruppo Editoriale
L’Espresso ( Pomezia, 2004 )

Losapevi dell’arte, Eroi e Dei dell’antichità,
seconda parte. Ed. Electa – Gruppo Editoriale
L’Espresso ( Pomezia, 2004 )

Anthony S. Mercatante, Dizionario universale
dei miti e delle leggende; edizione
Mondolibri, S.p.a., Milano ( Farigliano - CN,
2003 )

Robert Graves, La Dea bianca, Ed. Adelphi (
Azzate, 1998 )

Scott Cunningham, Enciclopedia delle Piante
Magiche, ed. Mursia ( Milano, 2004 ? )

James Gorge Frazer, Il ramo d’oro, studio
sulla magia e la religione. Ed. Newton (
Milano, 1999 )

Articolo di Andrea Romanazzi, Le notti di
Samhain – un viaggio nelle tradizioni
popolari alla ricerca di antichi culti pagani,
apparso in Athame, Anno 4, n. 12- Mabon.

Copertina di A winter garden, five songs for
the season di Loreena McKennitt,1995.
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Re: Il melograno e la zucca (Punti: 1)
da fairymoon 02 Dic 2008 - 10:35
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ma che articolo splendido, sono profondamente affascinata dalla melagrana!






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