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Ynis Afallach Tuath

La Sorellanza Sacra di Avalon: riflessione sul suo significato oggi
Giovedì, 14 Agosto 2008 - 16:20 - 8233 Letture
Avalon di
Destiny Caillean

Nove sorelle nella sacra isola di Avalon danzano vicino alle sponde nebbiose, i lunghi capelli sciolti nella brezza sottile che agita i rami dei meli in fiore. Nove donne nelle candide notti di luna soffiano la magica essenza dell’Awen sul fuoco del calderone di Avallach, o forse di Ceredwen, distillando preziose essenze, intessendo trame e orditi nel destino degli uomini.

Nove dame capaci di mutare forma in corvi e cigni, esperte nell’arte della guarigione e dell’incanto, conducono le anime dei defunti sulle rive dell’Isola dei Morti per guidarle lungo le spirali delle esistenze. Nove dee vegliano sulle spoglie mortali del Grande Re, e attendono con antica sapienza il momento del suo ritorno, il giorno in cui Avalon riemergerà dalle nebbie.

Ecco le immagini che giungono subito alla mente, sfiorano le soglie della consapevolezza riemergendo dal profondo lago dell’inconscio collettivo junghiano quando ai nostri giorni sentiamo parlare della sorellanza di Avalon. Qualcosa di cosi magico e arcano che attira anche chi nulla conosce dell’isola sacra. Attualmente, nel mondo pagano e più nello specifico nei gruppi che si ispirano alla tradizione di Avalon, si sente parlare molto spesso di sorellanza e si sprecano i discorsi su chi e cosa sia una Sorella. Molto probabilmente, se chiedeste a dieci donne di darvi una definizione di questo concetto, otterreste dieci risposte diverse, forse in alcuni casi diametralmente opposte, senza che tuttavia esse possano essere considerate giuste o sbagliate. Perché ognuna di noi è portata a dare definizioni e giudizi in base alle proprie esperienze, a volte cosi intime e personali da non poter essere giudicate se non da chi le ha vissute in prima persona. Questo breve articolo nasce proprio da una riflessione innescata dai discorsi condivisi con il mio gruppo e con altre persone che hanno incrociato il mio cammino e da ciò che da loro ho potuto apprendere.

Prima di tutto, è forse necessario spiegare che il concetto di sorellanza è in qualche modo peculiare della tradizione avaloniana e che si fonda su antichi miti, leggende e testi storici che raccontano di nove donne, più probabilmente nove dee, che vivevano sull’isola di Avalon ed erano esperte nelle arti dell’incanto e della guarigione. Esse erano inoltre in grado di cambiare forma, trasformandosi in animali e di viaggiare in spirito a luoghi lontani. Alcuni testi ne citano i nomi e vengono da molti gruppi indicati come le nove Morgen, le nove figlie del dio Afallach, di cui la più nota è certamente Morgana la Fata. Le poche fonti che abbiamo sono tuttavia discordanti su vari aspetti e le nove sorelle sono avvolte da un velo di nebbia e mistero proprio come la sacra isola di Avalon. Tuttavia lo scopo di questo articolo non è di esaminare nel dettaglio i testi di riferimento e l’origine mitologica di queste figure, quanto piuttosto di proporre delle riflessioni sull’impatto che esse hanno nella nostra pratica odierna.

I gruppi neo-pagani, in particolare quelli che seguono un percorso prevalentemente incentrato sul divino femminino, si basano in larga misura su un concetto di sorellanza fra i membri femminili.

Personalmente ho sentito molte donne definirsi sorelle oppure ricercare ardentemente delle altre donne con cui davvero potersi sentire sorelle. Sorelle. Cioè donne con cui condividere quel medesimo innamoramento per il mondo che si sperimenta quando finalmente torniamo alla Grande Madre primigenia, quando di nuovo sentiamo il suo abbraccio accoglierci dopo anni di peregrinazioni dello spirito nel deserto di una società patriarcale. Donne che , come noi, mancano un battito quando sentono il nome Avalon. Donne capaci di sognare e credere, di costruire e progettare insieme una realtà nuova, in cui la Dea torni ad avere un ruolo nel mondo. Donne che si struggono di una malinconia che solo noi possiamo conoscere, per un mondo arcano che non vogliamo rassegnarci a considerare perduto, un mondo fatto di sacerdotesse e sorelle che danzano sotto la luna, intorno a fuochi proibiti. Un’isola avvolta da nebbie profonde e laghi incantati che attende per tornare nel mondo degli uomini.

Tuttavia, la realtà è che molto spesso i gruppi spirituali femminili si disgregano a causa di vere e proprie guerre fra qualche membro, causate da divergenze di opinioni, tristi lotte di potere, delusioni e tradimenti, o presunti tali, di una sorella ai danni di un’altra. Cosi molte donne si ritrovano sole a percorrere un cammino di eclettismo o rifiutano di partecipare ad altri gruppi per timore di ulteriori disillusioni. La sorellanza dunque non esiste? Come può esistere se quella che si considerava una sorella ci tradisce alle spalle, magari solo per acquisire maggiore rilevanza agli occhi delle altre?

Io credo che il problema sia fondalmentalmente insito nel concetto stesso che abbiamo di sorellanza. E’ abbastanza improbabile che un gruppo di donne di età, cultura, esperienze, livello sociale molto diverso fra loro, che magari si conoscono poco più che superficialmente possa andare d’amore e d’accordo per lunghi periodi su questioni delicate e aperte a interpretazioni molto personali come quelle spirituali. Lungo il cammino si incontreranno forse anime affini che saranno Amiche e Sorelle per più di un giro della Ruota. Ma ci saranno anche donne con cui scontrarsi aspramente, donne che tradiranno la nostra fiducia e spezzeranno le nostre aspettative. Donne con cui confrontarsi, dibattere, scontrarsi a volte aspramente. Ma io considero anche queste esperienze fondamentali alla crescita ed all’evoluzione personale. Forse dovremmo iniziare a pensare che una sorella non è solo colei che ci ama e ci sostiene, colei che non giudica e ci accetta per ciò che siamo. Sorella è anche chi ci provoca e ci spinge a superare i nostri limiti, colei che ci fa infuriare e rivedere le nostre convinzioni, chi ci tradisce e ci insegna a non concedere a tutti il dono della nostra fiducia. Sorella è anche chi non ci capisce e ci sprona quindi a chiarirci prima di tutto con noi stesse, chi ci mette di fronte alla nostra mancanze, ai nostri difetti.

Sorelle sono per me le persone speciali che la Madre ha messo sul mio cammino per sostenermi ed essere acqua di sorgente sulle mie ferite. Sorelle sono coloro che mi hanno spinto a migliorare, a ricercare , a mettermi sempre in discussione. Sono anche coloro che mi hanno fatto soffrire e dubitare di ogni cosa, infuriare e dare il peggio di me per rendermi conto dei miei migliori pregi e dei lati più bui della mia anima.

Sorelle sono tutte le ragazze del mio gruppo, che ogni giorno mi ispirano, mi fanno riflettere e confrontare con me stessa: donne che non hanno paura di essere semplicemente vere.

Sorelle sono coloro che mi hanno delusa e attaccata, permettendomi di capire in cosa credo veramente e quanto coraggio ho per essere me stessa fino in fondo.

Sorelle sono tutte le donne che come me pregano la Madre, si commuovono alla luna, abbracciano un albero e curano un cucciolo. Sorelle sono tutte coloro che non conosco ma ogni giorno vivono, amano, soffrono e gioiscono sotto il mio stesso cielo e partecipano alla meravigliosa natura che la Madre ci ha donato. Perché io davvero credo che noi donne, in qualche modo siamo tutte sorelle nella Dea. Imperfette e meravigliose. E se Avalon non è per tutte, è pur sempre di tutte, sintesi di ogni contrasto e accessibile da molteplici sentieri.

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Re: La Sorellanza Sacra di Avalon: riflessione sul suo significato oggi (Punti: 1)
da fairymoon 16 Ott 2008 - 10:06
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meraviglioso! amo, cerco e spero la sorellanza, nucleo femmino e avvolto dala nebbia di Avalon...






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