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Ynis Afallach Tuath

V IL VENTO
Mercoledì, 18 Febbraio 2009 - 09:11 - 4514 Letture
Lunologia Am gaeth i m-muir
(Luna Piena tra il 18 febbraio e il 17 marzo)

Benvenuta Luna del Vento!
Forti venti soffiano sulla terra desolata,
animando di vita le acque col loro respiro.
facendo di noi strumento di creazione.


Ci troviamo nel mese di Ogronios, che Kondratiev interpreta come fine del freddo, dato che il termine deriva dal celtico insulare ougro- che significa “freddo” (1).
La Natura inizia a svegliarsi; in questo momento essa è puro potenziale che attende di essere completato (e da qui deriva l’appellativo di Luna Casta usato per questa lunazione).

E’ periodo di semina: finalmente il fertile terreno viene fecondato e può rinnovarsi, ricevendo il seme che porterà nuova vita. Un’attività molto adatta a questo periodo infatti, è quella di dedicarsi al proprio giardino sia fisico che spirituale. Piantare i semi rappresenta un’analogia molto forte con ciò che dovremmo fare a livello interiore: iniziare a pensare a nuovi progetti, i nuovi semi che cresceranno e si affermeranno durante la Stazione dell’Emersione e daranno poi i loro frutti durante la Stazione della Risoluzione. Seminate piante e bulbi a fioritura estiva o autunnale, inoltre questo è un ottimo momento per piantare la maggior parte delle erbe aromatiche, che potranno andare a riempire la vostra dispensa, ed aiutarvi nella preparazione di tisane ed incensi.

Questa lunazione ci invita ad imitare la Natura; dopo aver lavorato assiduamente dentro noi stessi nella metà oscura dell’anno, è arrivato il momento di lottare per far venire alla luce i nostri risultati, come un tenero germoglio che spinge oltre la terra per ricevere l’abbraccio dei raggi solari.
Ma ricordiamoci che siamo ancora nel pieno della Stazione del Confronto! E’ dunque un momento propizio per rinnovare la nostra vita e le nostre mete, facendo pulizia e ordine (magari continuando le nostre belle pulizie di primavera) e rivitalizzando ciò che ha perso il suo vigore.

E’ semplice quindi comprendere il significato degli altri nomi di questa Luna:
Luna del Lentzinmanoth (Rinnovamento), Luna della Vita Senza Fine, Luna del Seme, Luna della Semina, Luna dell’Aratro, Luna dei Venti.
Nel ciclo lunare di Kondratiev, questa è appunto la Luna del Vento, associata, nel canto di Amairgen, al verso che recita “Sono un vento sul mare”.
Forti venti si alzano man mano che l’anno si sposta verso l’Equinozio. Il “vento pazzo di marzo” spazza via le foglie e i rami morti che ingombrano la superficie del terreno, esponendolo maggiormente alla luce crescente. Tutto questo però ha anche un significato mitologico.

In molte culture il concetto dello spirito è legato metaforicamente al respiro: il latino spiritus, per esempio, e l’ebraico ruach, che nel resoconto biblico della creazione “aleggia sopra le acque”; il vento che somiglia al respiro di un essere vivente è in realtà il soffio di vita di un grande potere che sta dietro all’intero mondo naturale, ed è così manifestazione anche del suo aspetto creativo. I celti condividevano questo linguaggio simbolico (l’antico celtico anatlor, respiro, è chiaramente collegato ad anatiâ, anima), di modo tale che, in termini mitologici, una forte folata di vento indica l’infusione dell’anima e del potere creativo.

Nel Lebor Gabála i Tuatha Dé Danann, che sono Dei della creatività cosciente, appaiono improvvisamente in Irlanda provenienti dall’aria, su nuvole portate dal vento. Nel Preiddeu Annwn, il Calderone dell’Altromondo della creatività viene alimentato (ispirato) dal respiro delle nove fanciulle (o anadyl naw morwyn) che, come sappiamo, solo la Dea manifestata in nove aspetti.
Seguendo la sequenza del nostro immaginario nel conto delle nostre lune, scopriamo che il vento sul mare segue in modo logico la manifestazione del lago nella pianura. Le acque sono sfuggite dall’abisso fomorico portando l’essenza della fertilità nella luce del giorno, ma rimangono inerti, senza direzione ne’ scopo. Ora lo spirito, il Vento Divino, deve insufflarsi nel loro fertile potenziale, instillando nelle acque l’idea della crescita. Dal punto di vista della nostra reazione soggettiva a questo punto del ciclo annuale, dobbiamo consentire al nostro sé interiore, scongelato e irrigato dall’esperienza della luna precedente, di aprirsi al dono dello Spirito. Ora siamo pronti a contemplare la creatività futura, il ritorno dell’azione cosciente.

Gli Indiani d’America chiamavano questa Luna dei Corvi, perché è questo il periodo in cui questi, così come molti altri uccelli, tornano a popolare il cielo.
Molte leggende di diversi popoli parlano del corvo, narrando che in origine il colore delle sue piume fosse bianco. Anche tra i Celti il corvo aveva un simbolismo importante, ed è interessante notare come un racconto irlandese sul piumaggio di questo animale sia così affine al tema di questa lunazione…

Si narra che il corvo, in origine dal piumaggio bianco, era l’uccello favorito dal Dio Lugh e che questi gli aveva lasciato il compito di sorvegliare una giovane fanciulla incinta,amante del Dio, affinché nessun mortale potesse giacere con lei. Ma durante l’assenza del Dio, la giovane passò la notte fra le braccia di un pastore e chiese al corvo di passare sotto silenzio il suo tradimento. L’uccello acconsentì, e al ritorno di Lugh, interrogato sugli eventi intercorsi durante la sua assenza, mentì. Lugh, dio della divinazione, che conosceva ogni cosa, si infuriò e condannò l’uccello ad avere il piumaggio nero come la notte e a ubbidirgli ciecamente.
Il corvo perse così la libertà e il suo piumaggio bianco, e fu sottomesso per sempre alla volontà di Lugh.


Secondo Taraglio, questa storia cela insegnamento riguardante la coscienza umana che, separata dal principio spirituale e divino dell’anima, può rivelarsi estremamente oscura e menzognera.

Con questa luna quindi, ritorniamo nuovamente alla vita ricevendo il Soffio Divino, che ci prepara per la prossima lunazione.
Mentre la luna cresce, diveniamo consapevoli dell’assemblea dei venti, i quali soffiano da quelle regioni dell’Altromondo in cui ha sede l’energia samos. Inseguendo le nuvole scure delle tempeste di marzo, essi portano con sé gli dei della coscienza e della personalità, le divinità dell’attività manifesta. Con la luna piena percepiamo appieno la portata del vento su di noi, assaporiamo la vita che respira dentro di noi, il potere che esso ci conferisce, così perfettamente idoneo ai contenitori psichici che abbiamo preparato. E mentre la luna cala, continuiamo a far entrare in noi lo Spirito col nostro respiro, raccogliendo e compattando la nostra forza per il nuovo ciclo di lavoro che sta per arrivare.


Pesci: influssi e mitologia

L’energia della lunazione è principalmente legata all’ultimo segno zodiacale, i Pesci, che chiude un ciclo vitale, cosmico e umano per prepararci al nuovo, in un’alternanza che non ha mai fine. Anche il suo glifo ricorda quasi l’incontro tra due cerchi, due cicli, uno passato e l’altro futuro.
L’energia di questo segno è tutta volta al rinnovamento e al risveglio, mutevole e imprevedibile come il suo clima (“marzo pazzerello, esce il sole e prendi l’ombrello!”). L’acqua è simbolo di trasformazione e di vita, e quella dei Pesci è percorsa da mille correnti, calde e fredde, portatrici di nuovo fermento. In un tutt’uno con il mondo che ci circonda, e con il quale siamo profondamente legati, ci rinnoviamo, rinasciamo, ci ripromettiamo in vista di una nuova luce.

Moltissimi miti sono legati alla figura dei pesci. Uno è ad esempio il mito di Glauco. In una delle tante versioni, Glauco era un pescatore, che un giorno, portando le reti colme di pesci a riva, si accorse che questi animali riprendevano magicamente vita non appena entravano a contatto con l’erba che cresceva lì intorno. Così volle anch’egli assaggiare quell’erba miracolosa, ed istantaneamente avvenne una trasformazione; Glauco lascio per sempre il suo corpo umano, e si tramutò in un Dio del Mare, bellissimo, i cui capelli erano lunghe alghe, e le cui gambe si erano tramutate in una coda di pesce lucente.
Questo mito ci riporta quindi alle mente il concetto di un nuovo ciclo, una nuova vita che inizia grazie ad un erba magica, che rappresenta il seme che permette la trasformazione in “pesce” ma anche in “dio” di un uomo.


Il Calendario Arboreo Celtico: il Sorbo

Nelle diverse interpretazioni del calendario arboreo, il sorbo (L, luis) presiede periodi che vanno dal 4 gennaio al 28 marzo.
E’ un albero che cresce fino a notevole altitudine, pur assumendo un aspetto di cespuglio quando nasce oltre i mille metri. Le sue bacche rosse sono una leccornia per gli uccelli, e in passato venivano usate come esca per catturarli. Da qui il nome scientifico di Sorbus aucuparia (derivato dal verbo aucupor che significa “dare la caccia agli uccelli”), e l’appellativo di sorbo degli uccellatori.
Possiamo riscontrare quindi una prima similitudine con questa lunazione, poiché essa presiede il periodo in cui gli uccelli tornano a popolare i cieli. Una particolare varietà di sorbo cresce non sul terreno, ma sulla cima di altri alberi, sui tetti, sulle fessure delle rocce, da un seme portato dagli uccelli; per questo è detto sorbo volante (si dice infatti che è con legacci di sorbo che venivano fissati i rami di betulla ai manici di frassino delle scope con cui le streghe “volavano”); nelle regioni nordiche viene chiamato flögrönn, nome che ricorda particolarmente quello del mese che stiamo prendendo in esame, ogronios
Il sorbo viene anche chiamato albero della vita, ed è infatti l’albero del riitorno in vita e del risveglio: in inglese il sorbo degli uccellatori viene chiamato quickbeam o quicken, e il verbo quicken significa animare, riportare in vita e destarsi alla vita. Vita che sotto questa lunazione è intesa come Soffio Divino, il concepimento prima del parto.
Il termine gaelico Luis con cui si definisce il sorbo rosso, oltre al significato di “mano, “ramo”, “mantello”, e “puro”, viene tradotto con “fiamma”, come attesta l’Ogham di Maron Mac Main contenuto nel Libro di Ballymote che ne dà la definizione poetica di “delizia dell’occhio” (Luisu, “fiamma”); anche il suo nome botanico, Pyrus aucuparia, rimanda all’idea del fuoco (πυρ, “pur”, in greco significa fuoco, e la υ, u greca chiamata upsìlon, è diventata la nostra yùpsilon). Questo significato potrebbe appunto indicare, tra l’altro, la fiamma della vita, colei che anima ogni essere vivente, e che a sua volta viene alimentata dal soffio (come le nove fanciulle soffiano sul Calderone dell’Ispirazione per alimentarlo).

Uno degli usi del sorbo è quello di protezione, e una curiosità che si lega al nostro discorso è il suo uso protettivo contro la “caduta di fuoco dal cielo”, che può essere intesa come fulmine in senso stretto.
Se poi il Soffio Divino e la Vita stessa vengono intese come Ispirazione dell’Anima, possiamo nuovamente collegarci ad alcuni usi del sorbo. Esso infatti era considerato un albero magico, appartenendo alla categoria dei sette alberi signori dell’Ogham; in Irlanda i Filid ne facevano uso durante un rituale di ispirazione e veggenza: essi intrecciavano una stuoia con alcuni rami di sorbo, vi si sedevano e procedevano ad un raccoglimento interiore per spostare la propria coscienza in uno stato di calma silenziosa, così da poter avere illuminazioni e visioni. Anche le bacche avevano proprietà simili, come testimoniano diverse leggende celtiche in cui il veggente usava nove bacche in modo da ottenere la risposta ad una domanda.




Note: Testo di Jlandra.
Vietata qualsiasi riproduzione senza il consenso dell'autrice.

NOTE:
1) Samon, Giamon e Ogron finiscono tutti per –on, e significano rispettivamente “fine dell’estate”, “fine dell’inverno” e “fine del freddo”. Pur non avendo nessuna nozione di linguistica, di indoeuropeo e di alcuna lingua celtica, mi azzardo ad ipotizzare che –on possa essere tradotto come “fine”. Per questo concordo con la traduzione di Kondratiev di questo mese come appunto “mese della fine del freddo”, nonostante altre interpretazioni traducano il termine come “mese del freddo”.
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Re: V IL VENTO (Punti: 1)
da fairymoon 18 Feb 2009 - 13:17
(Info utente | Invia il messaggio)
splendido e ricchissimo, possa il soffio divino riempirci il cuore, la mente, i polmoni e l'anima!

Re: V IL VENTO (Punti: 1)
da Elbereth 22 Feb 2009 - 17:51
(Info utente | Invia il messaggio)
Complimenti per questo bellissimo testo Jlandra! Da grande amante del vento non posso che adorare questo luna ;)






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