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Ynis Afallach Tuath

Tre sono le cose più importanti al mondo
Sabato, 01 Agosto 2009 - 17:11 - 4010 Letture
Triadi Bardiche Prosegue con questo articolo la serie di studi sulle Triadi chiamate TRIOEDD DEWIANETH CYMRY.

La quinta triade che abbiamo deciso di analizzare è quella che così recita:

Tre sono le cose più importanti al mondo:
bellezza, amore e necessità.


Introduzione alla triade

Nell'analizzare questa triade molte di noi sono rimaste colpite dalla grande importanza attribuita agli elementi indicati. Bellezza, amore e necessità, infatti, non sono genericamente descritti come importanti, ma proprio come "le cose più importanti al mondo". Un altro aspetto della triade che ha suscitato qualche perplessità è stato l'ordine in cui questi tre sostantivi sono elencati. Per cercare quindi di comprendere più a fondo i legami tra questi tre elementi, nonché la forza di una tale affermazione, è sembrato opportuno iniziare il nostro esame partendo da questi termini e cercando di definire con precisione il loro significato.
Che cos'è dunque la bellezza? Secondo il vocabolario Garzanti si tratta della qualità di ciò che è bello – anche in senso morale – ovvero il valore estetico delle cose. Viene definito bello un qualcosa in grado di provocare piacere estetico. E allora, cos’è l’estetica? La natura della parola "estetica" è sia per etimologia che per significato legata alla sensazione e alla conoscenza mediata dai sensi, Kant la individua come teoria della conoscenza. Perché dunque iniziare proprio dalla bellezza, piuttosto che dall'amore, per esempio?
Riflettere su questo interrogativo ha portato alcune di noi a vedere la bellezza, in quanto esperienza di ciò che è bello, come conoscenza – un concetto quindi più primordiale dell'amore dal momento che la bellezza, arrivando a noi attraverso i sensi, rappresenta l’esperienza, la conoscenza, la percezione di un qualcosa che ci fa stare bene, che suscita in noi quel piacere estetico di cui parlavamo prima. Che si tratti della bellezza di un bosco, di un'altra persona o di un tramonto, ciò che percepiamo come bello è un qualcosa che ci emoziona. Da questa emozione può scaturire l'amore, ovvero uno stadio successivo in cui il sentire diventa più profondo. I nostri sensi ci fanno conoscere il bello, il nostro animo lo elabora e ci porta a scoprire la vera essenza della bellezza. Dopo un primo impatto sensoriale, l’amore ci svela cos’è che davvero ci fa stare bene di quella bellezza. L’amore è l’esperienza del bello a un livello più profondo in cui si ritrovano devozione, desiderio, passione, vita – l’illuminazione dell’anima avviene attraverso l’amore.
E la necessità? Sempre secondo il Garzanti per necessità si intende ciò di cui si ha un bisogno assoluto. Ed effettivamente abbiamo tutti bisogno di bellezza e amore per dare un senso alla nostra vita, per elevare la nostra anima. Ma, tornando al vocabolario, necessità può anche voler dire forza superiore al volere degli uomini che ne determina l’agire, destino, fato, miseria, indigenza, e il suo significato filosofico può essere interpretato come la qualità di ciò che non può essere o essere diverso da quel che è. In questo contesto, quindi, potremmo intendere la necessità come il nostro destino o, per usare le parole di Coelho, la nostra Leggenda Personale. Che la necessità sia la destinazione verso cui siamo condotte dal nostro cammino? Ciò che ci spinge ad andare avanti senza farci dominare dall’aspetto esteriore, superficiale delle cose o dalle passioni del momento ma, anzi, ci spinge ad apprendere le lezioni che questi ci insegnano per crescere ed evolverci?
Ovviamente non è possibile dare una risposta univoca a queste domande, ogni Viandante dovrà cercare in sé le proprie risposte, così come diverse di noi hanno fatto, seguendo ognuna il proprio filo rosso oltre il labirinto di queste antiche parole, e giungendo a destinazioni ben diverse.
Partendo dalla bellezza, infatti, possiamo facilmente pensare all'aspetto esteriore, la bella presenza, al curare se stesse per apparire belle anche agli occhi degli altri, ma altrettanto semplicemente possiamo pensare alla bellezza interiore, l'avere un buon carattere e, quindi, dare amore a noi stesse e al prossimo. Bellezza e amore, in effetti, si possono anche trasmettere agli altri e questo dono può offrire a chi sta vivendo un momento di sconforto la certezza che entrambi, amore e bellezza, esistono e possono essere presenti ogni giorno nella vita di ognuno. Ma come si può essere in grado scorgere questi elementi nel prossimo, è necessario anche imparare a trovarli dentro di noi, nell'essenza di ciò che siamo. Solo riconoscendo sia l'aspetto esteriore, o orientato al prossimo, che quello interiore, o orientato al nostro sé, tanto della bellezza quanto dell'amore in tutte le sue sfumature, possiamo essere in pace con noi stesse, offrire speranza agli altri e godere delle piccole cose.
L'amore è anche il ponte che dalla bellezza ci porta alla necessità, perché l'amore diventa una necessità se vogliamo capire gli altri. L'amore e la bellezza sono nell'anima di chi guarda, la necessità è nel cuore di chi spinge il suo sguardo oltre, per crescere, per riuscire a scorgere anche l'invisibile, l'incomprensibile – in una parola, il mistero. Senza necessità, l'amore e la bellezza cadrebbero. Secondo alcune di noi tutti questi elementi sono importanti per il Cammino e dovrebbero orientare le nostre scelte: la bellezza nel fare, l'amore nel dare e la necessità nel creare.
L'ordine in cui queste tre parole sono elencate, infatti, non implica necessariamente una scala ordinata: tutti e tre i concetti sono ugualmente importanti. Senza amore, ad esempio, non abbiamo la forza di far nulla e, allo stesso tempo, se non ci fosse il bisogno nel suo animo, l'essere umano non progredirebbe. Forse la necessità è la molla per ogni cosa, tutto nasce o si evolve in risposta a una necessità. Secondo alcune di noi ci troviamo in realtà di fronte a un codice il cui significato giace oltre la sua apparente semplicità o il significato più superficiale dei termini scelti.
Per altre, tuttavia, questa triade risulta alquanto insipida e non perché le tre cose elencate non possano essere importanti, quanto perché risulta difficile ritenerle le più importanti. Ciononostante è facile riconoscere come l'amore, in tutte le sue accezioni, non solo l'amore romantico, possa effettivamente mettere le ali, perché quando è questo sentimento a spingerci, siamo disposte a fare qualsiasi cosa e nessun ostacolo è in grado di fermarci. Spinte dall'amore possiamo donare noi stesse in maniera disinteressata, scalare le montagne se serve, e combattere fino all'ultimo – forse è davvero il motore del mondo. Tuttavia, quando passiamo alla bellezza per alcune sorgono i primi problemi. Pur essendo indubbio che la bellezza, soprattutto interiore, costituisca un esempio, una lezione morale, bisogna anche riconoscere che è quando scopriamo il lato oscuro delle cose che veniamo spronate, scosse, spinte alla rabbia anche, mettendo in moto quei sentimenti (non sempre nobili) che ci spingono all'azione. La bellezza da sola non serve a niente, è persino noiosa – tutta uguale, tutta perfetta – è solo quando vediamo il rovescio, il lato storto delle cose, che ci fermiamo a pensare, a riflettere; è solo allora che ci svegliamo dal torpore. Avete notato che le esperienze brutte lasciano sovente un segno profondo, mentre c'è una tendenza a dimenticare quelle belle, o a darle per scontate? Avete notato che comunque, anche se rimangono impresse nella nostra memoria, le cose belle non segnano altrettanto profondamente? È quando ti sporchi le mani che impari il valore della pulizia e il significato dello sporco: le mani pulite non ti insegnano niente. Passando invece alla necessità possiamo riconoscere che aguzza l'ingegno, ma quando si ha bisogno di tutto non si riesce a fare nulla. In fondo è a pancia piena che si ragiona, a pancia vuota si è disperati e basta. La necessità può essere importante, ma in piccole dosi, un po' per volta, quel tanto che basta a far sì che ci procuriamo i mezzi e gli strumenti per procedere nel cammino, per poi imparare ad usarli con criterio. Serve a non farci impigrire o dormire sugli allori, ma se non è accompagnata dall'ingegno... non serve a molto neanche lei!
Per altre di noi invece, come già accennato, questa triade è particolarmente significativa e ognuna è pronta ad accogliere il punto di vista contrapposto dell'altra, consapevole che è proprio da simili percezioni contrastanti che nascono gli spunti di riflessione più utili, quelli che ci portano a guardare le cose da un'angolazione che da sole non avremmo mai assunto.
Per chi si ritiene fondamentalmente un'esteta e un'idealista la ricerca della Bellezza e dell'Amore sono una Necessità. Ovviamente la bellezza a cui qui si fa riferimento non è quella implicata da una concezione vanesia del bello, ma la Bellezza con la B maiuscola, quel giudizio del tutto personale che ci fa subito ammirare, desiderare, amare qualcosa – il desiderio che muove il mondo. Il concetto di bellezza di alcune di noi è abbastanza simile a quello di Keats, ovvero bellezza come armonia, come perfezione, come quel momento in cui avverti che tutto è esattamente come dovrebbe essere e ti muove qualcosa dentro. Bellezza è Verità e Verità è Bellezza. Per chi sposa il punto di vista di Keats non è possibile immaginare un mondo senza bellezza o senza amore, essi stessi costituiscono una necessità, sono necessari come l'aria, perché Bellezza e Armonia sono Ingredienti della Creazione, ed è a essi che l'essere umano aspira: Bellezza e Armonia nel creato, nella mente, nello spirito.
Così come interessanti riflessioni possono nascere da interpretazione contrastanti, esse possono scaturire anche da una contrapposizione dei vocaboli stessi: spesso si dice che il bello non ci colpisce come il brutto, che i momenti sereni non hanno lo stesso impatto di quelli difficili. Non sarà forse perché siamo noi le prime a mettere davanti al bello proprio la necessità, che appena raggiunto un traguardo passiamo subito a quello successivo, senza fermarci a onorare la bellezza di ciò che abbiamo conquistato? A volte forse prendere la necessità a piccole dosi può dipendere da noi, così come dipende da noi continuare ad andare avanti a piccoli passi anche se la strada è lunga.

Analisi dei versi

Analizziamo ora, in maggior dettaglio, i diversi elementi della triade:

bellezza

Come abbiamo già accennato questo termine ha subito richiamato alla nostra mente il celebre aforisma di Keats: la verità è bellezza, la bellezza è verità. Bellezza non tanto esteriore e soggettiva, corruttibile, quanto piuttosto l'ideale di bellezza, quella sensazione di perfetta armonia che ci fa vibrare qualcosa dentro, quel sentirsi tutt'uno con il mondo. La bellezza evidentemente è qui da intendersi in un'accezione molto più ampia di quella consueta, accezione che alcune di noi interpretano come perfetto connubio tra i vari aspetti della Madre, poiché Ella è Armonia: dall'Armonia e dall'Equilibrio nasce la Bellezza, tanto nella materia quanto nello spirito.
Oltre la bellezza che i nostri occhi sono in grado di cogliere, infatti, c'è quella che si percepisce tramite più o meno sottili sensazioni: la semplice bellezza del vivere, di concederci il tempo e la disposizione d'animo per percepire queste emozioni e provare stupore per la vita stessa. La bellezza è uno dei doni più straordinari che la Natura ha elargito ai nostri cuori mortali, così affamati di bello e di eterno. Perché la bellezza, anche nel ricordo, dura per sempre. E ci guida verso il bene, verso ciò che è buono, spesso verso l'amore. Certo, non sarebbe possibile vivere costantemente in un simile stato d'estasi, ma provare queste sensazioni anche solo per pochi attimi può donare serenità e calma a tutti, non solo a noi Viandanti. Per noi, tuttavia, un più ampio concetto di bellezza potrebbe essere particolarmente importante, perché solo guardando dentro di noi e riconoscendo la nostra bellezza interiore, insieme alle nostre ombre, possiamo raggiungere quell'equilibrio verso cui il nostro percorso ci indirizza.
La bellezza è tra le primissime cose che i nostri occhi imparano a distinguere, il nostro gusto ad apprezzare, la nostra anima a discernere. Ci rasserena e ci tranquillizza, ci incanta e ci sprona, ci seduce e ci rapisce il cuore – senza non potremmo vivere ed essere persone equilibrate.


amore


Che dire dell'amore? Di questo sentimento tutti parlano, eppure resta il più ineffabile. Rimane comunque il fatto che l'amore e il desiderio fanno girare il mondo, innescano la dinamicità, muovono l'universo: è la danza della Dea e del Dio che crea i mondi.
Ci sono differenti tipi di amore: quello verso un compagno, verso i figli o verso gli animali. Possono sembrare molto diversi tra loro, ma li riconosciamo tutti come "amore" perché solo questo sentimento è in grado di portare i nostri passi ovunque si manifesti, di dare un senso alla nostra esistenza rendendola ricca di luce e armonia. L'amore ci lega alla Terra, alla Madre, al sentiero di armonia che perseguiamo e costruiamo giorno dopo giorno. L'amore ci rafforza nel cammino tra Sorelle e guida i nostri pensieri verso un fine comune. L'amore è una necessità per l'essere umano, nessuno può prescindere da esso e vivere con equilibrio.


necessità


A molte questo termine è sembrato far riferimento al cammino di noi Viandanti, sia in quanto la Cerca stessa può essere considerata una necessità per il nostro essere più profondo, sia in quanto rimando a tutte quelle caratteristiche indispensabili per affrontarla quali, in particolare, il coraggio, la dedizione e la costanza che ci spingono a proseguire, ad andare comunque avanti affrontando le piccole e grandi prove che ci troviamo di fronte. La necessità è quindi identificata, più che come ciò che desideriamo, come quello che ci fa bene, che ci spinge in avanti senza mai sentirci arrivate alla meta finale. Secondo questa interpretazione la necessità è anche ciò che ci apre gli occhi sui nostri limiti, facendoci così comprendere fino a che punto siamo effettivamente libere e mostrandoci la strada per raggiungere una sempre maggiore pienezza e libertà.
Ad altre, invece, il concetto di necessità è parso rimandare all'immagine del Figlio/Compagno della Dea nella cultura celtica (e in particolare alla figura di Mabon o Maponos), figura che sta a rappresentare colui che diventerà Re – e quindi compagno della Dea – nella metà luminosa dell'anno e che si sacrificherà all'inizio di quella oscura per garantire la fertilità della terra e il benessere della popolazione per poi rinascere dalla Dea stessa alla stagione successiva. Secondo Markale si tratta del ringiovanimento della divinità, di una sua metamorfosi ritenuta necessaria, così come era necessario per Mabon venire imprigionato. E comunque dietro questa continua alternanza, alla base del ciclo ininterrotto di vita/morte/rinascita, troviamo sempre l'amore che fa da perno, che dà sostanza alla necessità che tutto abbia un seguito, una continuazione, perché il ciclo non si interrompa mai.
Alcune, infine, ritengono che pur essendo sicuramente riferita a questi cicli cosmici, la necessità menzionata dalla triade possa anche banalmente indicare quelli che sono i bisogni primari e, appunto, più strettamente necessari per ogni essere umano: cibo, acqua, riparo, calore e via dicendo. Ci si può tuttavia sorprendere di come questi elementi compaiano nell'elenco solamente dopo la bellezza e l'amore, quando in realtà sembrano essere ben più importanti e indispensabili per la nostra sopravvivenza. La spiegazione a questa apparente contraddizione secondo alcune di noi risiede nel fatto che le triadi hanno comunque uno scopo di formazione nei confronti di coloro con cui entrano in contatto e a nessuno serve davvero la guida fornita da un'antica saggezza per riconoscere che tutti hanno bisogno di mangiare, bere, dormire o proteggersi dalle intemperie. Quello che la triade vuole insegnarci è un modo diverso di vivere questi bisogni primari, ovvero a viverli sotto l'egida della bellezza e dell'amore. Più volte abbiamo ripetuto nei diversi articoli presenti su questo sito come la tradizione Avaloniana vada vissuta sulla pelle e nelle ossa, in ogni momento della nostra giornata, cercando di seguire le Antiche Armonie con dedizione e consapevolezza anche quando siamo impegnate nella più triviale delle incombenze quotidiane, come può essere considerato il soddisfare le esigenze basilari della vita. Scorgere la bellezza e l'amore anche nella necessità, e nelle più umili e banali mansioni ad essa sovente associate, è uno degli insegnamenti più profondi di moltissime tradizioni spirituali, sia orientali che occidentali, e crediamo che sia proprio in questa direzione che la triade, con la sua apparentemente incongruente disposizione dei diversi elementi, voglia indirizzarci.

Conclusioni

Per concludere possiamo riprendere tutti gli elementi analizzati fino a questo momento per notare come, ad un'analisi più approfondita, i termini della triade risultino effettivamente elencati secondo una successione logica. Iniziamo quindi dalla bellezza: per dire che una cosa è bella esteriormente è necessario averla guardata, forse persino osservata con attenzione, ma quando si afferma di qualcuno che è una "bella persona" vuol dire che non l'abbiamo solo visto con gli occhi, ma siamo andati oltre, abbiamo cercato di cogliere anche la sua interiorità, abbiamo cercato di percepire la totalità del suo essere. Si può dunque ipotizzare che la bellezza di cui si parla in questa triade non sia riferita solo alla bellezza esteriore, ma neppure esclusivamente a quella interiore, bensì a entrambe. Allo stesso modo si può stabilire un nesso tra la percezione della bellezza, nel suo senso più ampio possibile, e uno dei nostri sensi: la vista, anch'essa intesa nel senso più ampio possibile del termine. Nel guardare al mondo, infatti, noi possiamo fare molto di più che limitarci a vederlo materialmente, possiamo anche avvertire la bellezza e l'armonia presenti in quello che ci circonda, ad esempio. Allo stesso modo, oltre a vedere il nostro cammino, dovremmo cercare di coglierne, attraverso la vista interiore, l'essenza. E l'essenza cosa potrebbe essere se non l'amore? Un amore inteso non solo come sentimento, ma come spirito, come nucleo o centro. Ed è proprio questo tipo di amore a mettere in moto determinati pensieri in base ai quali si rendono necessarie certe le azioni – ed eccoci così giunti alla necessità vista come azione, movimento. Si può dunque schematizzare questa interpretazione dei diversi elementi della triade come segue:

Bellezza: vista, percezione – da cui scaturisce l'Amore: centro, spirito, essenza – da cui scaturisce la Necessità: azione, movimento – che a sua volta ci porta a scorgere nuove forme della Bellezza, in un eterno fluire ciclico.



Note: Analisi a cura del gruppo di studio Sentieri di Avalon dell'associazione Ynis Afallach Tuath. In particolare, l'articolo è stato redatto con i contributi di (in ordine alfabetico) Abigail, Argante, Barbara-Lady Dagmaar, Caillean, FairyMoon, Hexgreen, Marin, Meliade, PhoenixMoon e Valeria-Lelaina, e riuniti in questo documento da Valeria-Lelaina.
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