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Ynis Afallach Tuath

-4- le iniziazioni di Gwion Bach e del Viandante secondo Il Cammino del Ramo d’Argento
Martedì, 15 Settembre 2009 - 08:19 - 4259 Letture
I Mabinogion e altri testi gallesi – quarta parte –
LE TRASFORMAZIONI: LO SCRICCIOLO E IL FALCO


dal precedente articolo: Il secondo passo ora consiste nel prendere in considerazione le trasformazioni di Gwion, una alla volta, per conoscere quelli che abbiamo chiamato “gradini” che portano alla Consapevolezza e che compongono il viaggio del Viandante, di colui o colei che voleva, nell’antichità, divenire un Saggio, un Druido. Questo percorso prevedeva la conoscenza e la sperimentazione degli elementi, in cui spirito e corpo vengono iniziati ai misteri dell'eterno. Tutti i Misteri legati alla formazione dei poeti sciamani, chiamiamoli così, erano strettamente connessi agli elementi e si riallacciano alla sperimentazione di diverse forme animali, appartenenti a tutti gli elementi.


Le trasformazioni di Gwion Bach e della Dea Ceridwen in lepre e segugio, in salmone e lontra, ora in scricciolo e in falco e come vedremo successivamente in chicco di grano e gallina, non rappresentano semplicemente l’inseguimento di uno da parte dell’altra, ma nascondono forse qualcosa di più. Ogni trasformazione può infatti rappresentare un percorso a sé stante … un viaggio nel viaggio più grande che porta il giovane e inesperto apprendista a diventare Taliesin dalla Fronte Luminosa. Esattamente allo stesso modo anche noi, durante ogni Ciclo di Guarigione affrontiamo tante tappe che ci impegnano per mesi e mesi, alcune ardue e cariche di sfide e sofferenze, come la Discesa e il Confronto, altre sicuramente più gioiose e addirittura spensierate come l’Emersione. Ma a sua volta ogni tappa può essere ulteriormente scomposta in tanti altri piccoli viaggi, in tante piccole Discese, Confronti, Emersioni e Risoluzioni che possiamo vivere nell’arco del ciclo di un singolo mese. Analogamente, un intero Ciclo di Guarigione non è che una parte del percorso più ampio che può durare molte, moltissime vite. Il Ciclo che compiamo in Avalon è sia micro che macro, e si pone a molti livelli.

Il significato del percorso di iniziazione che stiamo analizzando non risiede esclusivamente nel tentativo disperato di Gwion Bach di sfuggire alla furia di Ceridwen, e non si esaurisce in questo: col passare del tempo e il mutare delle stagioni, così come delle forme assunte dai due protagonisti di questo mito, matura di pari passo in Gwion Bach la consapevolezza di ciò che sta affrontando. Egli sa che in realtà non sta scappando da Ceridwen, sa che non potrà più farlo e che fuggire non è, e non è mai stato, il senso del suo cammino.
Il Viandante e la Dea hanno intrapreso una danza nella quale ai movimenti dell’uno seguono i movimenti dell’altro, e viceversa. Entrambi guidano e indirizzano le azioni dell’altro, in una coreografia di cui conoscono entrambi i movimenti. Le trasformazioni cui va incontro Gwion non sono casuali, ma gli permettono di procedere nel percorso che lo renderà alla fine pronto per l’ultimo passo, quello in cui, raggiunta la Consapevolezza necessaria, potrà affrontare la trasformazione che lo renderà a tutti gli effetti Taliesin. E questo sarà forse il momento più arduo del suo viaggio. In tutto questo la Dea è Guida per noi Viandanti, e lo è sempre, sia quando si fa minacciosa e ci spinge quasi contro la nostra volontà a procedere, sia quando è più amorevole e sembra condurci per mano lungo il cammino.

Ma prima di arrivare a quest’ ultima tappa – la quarta trasformazione e la rinascita di Gwion - dobbiamo procedere con ordine e occuparci della terza trasformazione, legata all’elemento Aria.
Ora vediamo Gwion trasformarsi in uno scricciolo, un piccolo uccellino, e la Dea mutare forma in uno splendido falco dal becco adunco.

I Celti veneravano molte specie di uccelli, dalla colomba al corvo, e attribuivano loro facoltà particolari, sia per le caratteristiche generali e comuni alle diverse specie che in base alle peculiarità di ogni singolo tipo. In generale gli uccelli rappresentavano l’unione tra la realtà terrena e il regno spirituale, ed erano un simbolo comune delle anime in stato disincarnato.
Ad alcune specie di uccelli erano attribuite facoltà divinatorie, altri rappresentavano con il loro volo il viaggio dell’anima umana verso l’aldilà, o ancora gli uccelli necrofagi potevano simboleggiare la morte.
Il corvo, per esempio, è un animale che comunemente richiama alla mente un simbolismo negativo, legato principalmente alla morte e alla sventura. Tuttavia questo splendido uccello era per gli antichi magico e legato alla profezia, simbolo di oscurità e di morte anche in senso simbolico, di profonda trasformazione e rigenerazione dell’anima.
Un altro uccello importante e sacro nella tradizione di Avalon è sicuramente il cigno. Esso era ritenuto un animale soprannaturale e magico, legato all’Aldilà e Guida verso l’Altromondo, collegato al giorno della festa di Samhain .
La colomba era simbolo di guarigione, associata soprattutto ai culti curativi e portatrice di calma interiore e armonia.
Ne “I racconti gallesi del Mabinogion” la Dea Rhiannon è accompagnata da tre uccellini dal canto melodioso, forse merli o usignoli, che volano attorno alla sua testa e possiedono magici poteri. Si dice che il canto dei tre magici uccelli di Rhiannon abbia il potere di far risvegliare i morti e far addormentare i vivi.

Lo scricciolo ha doti vocali altamente sviluppate e si distingue per movimenti e saltelli vivaci e veloci. Per quanto piccino, lo scricciolo era considerato il Re degli uccelli, tanto che il 26 dicembre veniva festeggiato il “Wren day”, ossia “il giorno dello scricciolo”. Si narra che con il suo forte canto avesse guidato le truppe romane al rifugio di Santo Stefano, ed è per questo che lo scricciolo viene festeggiato il 26 dicembre. Questo uccellino era considerato simbolo di profezia e di astuzia, e un tempo la tradizione prevedeva la caccia allo Scricciolo: esso veniva sacrificato e appeso ad un ramo di agrifoglio. Attualmente viene appesa solamente un'immagine dell'uccellino, mentre i bambini, chiamati “Wren boys” bussano alle porte delle case richiedendo delle offerte.
Ad ogni Capodanno l'apprendista Druido si addentrava nella foresta alla ricerca della saggezza nascosta. Se in questa ricognizione avesse incontrato uno scricciolo, avrebbe letto questo come segno della benedizione di una conoscenza profonda che avrebbe ricevuto l'anno a venire.


Immagine liberamente tratta da:
http://boscodidattico.provincia.cremona.it/album/animali/index.htm



Il Falco assume nella tradizione celtica lo stesso valore dell’aquila, essendo entrambi animali solari e grandi predatori del cielo. E infatti questo animale è associato a una divinità come Giove, re degli dei e dio del cielo.
All’interno della mitologia gallese, l’aquila compare nella storia di Math, nel quarto ramo de “I Racconti Gallesi del Mabinogion”. Qui troviamo Lleu Llaw Gyffes – la controparte gallese del Lugh della letteratura irlandese – che viene ferito a morte dalla lancia del cacciatore Gronw Pebr e si rifugia su una quercia dopo essersi trasformato in aquila. La stessa quercia, con la sua altezza, vive contemporaneamente in mondi diversi, richiamando così il simbolo dell’unione tra terra e cielo. Gwydion, lo zio di Lleu Llaw Gyffes, lo raggiunge accompagnato da una Scrofa – simbolo della Dea nel sua forma oscura, e dunque della stessa Dea Ceridwen – a cui l’aquila getta la sua carne in putrefazione perché la mangi e lo aiuti così a compiere la trasmutazione che gli contente di rinascere e guarire.
L’aquila, e similmente il Falco, possono quindi simboleggiareb> la capacità di spiccare il volo metaforicamente, per liberarci dalle nostre parti sofferenti, da tutto ciò che ci soffoca e che ci impedisce di crescere e di evolverci, o che potrebbe addirittura condurci ad una sorte di morte interiore, se non viene riconosciuto e trasformato, plasmato e quindi reintegrato nel nostro essere.

Questa tappa del percorso di Gwion è infatti collegata alla stazione del Ciclo di Guarigione chiamata Riemersione. Questa stazione, con il suo culmine a Beltane, rappresenta il momento di progredire e abbandonare tutto ciò che è necessario lasciare affinché le energie possano essere indirizzate alla costruzione e alla realizzazione del nostro potenziale interno.
Dopo la stazione del Confronto cerchiamo di staccarci da terra, di volare via, verso l'alto, lasciandoci alle spalle le fatiche e le ferite del periodo invernale, mossi da quelle energie costruttive, libere e purificate che ci rendono più vicini alla realizzazione del nostro vero Sé, come Blodeuwedd ci insegna.

Questa trasformazione si lega ovviamente come abbiamo detto b>all’elemento Aria, e alla Fonte Bianca di Glastonbury. L'aria è l'elemento che si collega all'ispirazione, alla libertà, a un qualcosa di impalpabile e leggero. Rappresenta l'intuizione, il guizzo creativo, quella folata di vento che spazza via gli schemi preconcetti e apre le porte a idee nuove, a nuovi spunti e nuovi inizi.
La White Spring, che si trova in fondo a Well House Lane, rappresenta la Dea nel suo aspetto di Fanciulla, mentre la Blood Spring simboleggia la Dea nel suo aspetto di Mater.
Il Rosso e il Bianco rappresentano da sempre forze cariche di energia sacra. Sono simboli importanti per la Tradizione Avaloniana, e ne troviamo anche altri esempi, tra cui il nome Ceridwen, che potrebbe significare “Grande Scrofa Bianca”, o i cani di Annwn, caratterizzati da un rosso e un bianco brillanti.
La Fonte Bianca richiama subito alla mente il colore del latte e può essere collegata alla forza vitale della donna che allatta, ma anche, d’altra parte, alla forza vitale del seme dell’uomo. In entrambi i casi la Fonte Bianca è vista come Fonte di Vita.


FINE QUARTA PARTE: CONTINUA

Note: Il gruppo di studio “Il Meleto” all’interno della mailing list “Sentieri di Avalon” Ynis Afallach Tuath.

Green, M., J. (2003). Dizionario di Mitologia Celtica. Tascabili Bompiani.

Taraglio, R. (2001). Il Vischio e la Quercia. L’età dell’Acquario.

Mann, N., R. (2006). Avalon. I Misteri di Artù e Glastonbury. L’Età dell’Acquario.

Carr-Gomm, P., Carr-Gomm, S. (2001). L'oracolo dei Druidi: lavorare con gli animali Sacri della Tradizione Celtica. Il punto d'Incontro.


ARTICOLO A CURA DI:
Meliade, sulla base degli studi condotti nel gruppo di studio “Il Meleto”.

Un particolare ringraziamento a: Argante, Euphorbia, Lelania, Patty, Meliade, Selendir. Ogni riproduzione, sia integrale che parziale è vietata senza il permesso dell'autrice. Materiale protetto da copyright.
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