AVALON TRIBE ON FB

 

CURRENT MOON


CURRENT MOON

 

I PILASTRI DELLA TRADIZIONE AVALONIANA

 

Siam Fate di Lago...

 

Le Stazioni del Ciclo



Leggendo...

IL CONFRONTO

E' il tempo del Confronto, il momento di affrontare le scelte del nostro Cammino...

 

Menu Categorie

 

Cerca


 

Ynis Afallach Tuath

L'APE
Giovedì, 01 Luglio 2010 - 00:05 - 5209 Letture
The Bees Sanctuary: l'Apiario di Avalon “Se l’ape scomparisse dalla faccia della terra all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita.”
Albert Einstein


L’ape è l'insetto a cui è sempre stata dedicata molta attenzione in tutte le culture e in tutte le epoche. Questa attenzione non è da attribuirsi solamente alla grande importanza che i suoi prodotti, ad esempio miele e cera, hanno rivestito nei secoli, ma anche al suo particolare stile di vita e comportamento.

La sua laboriosità è sempre stata associata al concetto di regalità, di creazione e di ricchezza. E' industriosa, laboriosa ed efficiente e, quando l'occasione lo richiede, è in grado di difendere la sua casa.
L'ape, quindi, sempre presente nella vita quotidiana dell'uomo, è stata investita di un considerevole valore simbolico, connesso strettamente alla sua operosità e alla capacità di trasformare il polline in miele, da sempre collegato al lento lavoro iniziatico. Da sempre, inoltre, rappresenta l’eterna rinascita, la capacità della Natura di trasformarsi e rinnovarsi.

Il miele era praticamente l’unico dolcificante utilizzato dall'uomo fino a quando, verso il XIX sec, la coltivazione su larga scala della canna e poi della barbabietola, non abbassò il prezzo dello zucchero. Oltre ad essere utilizzato in cucina, il miele era impiegato per la produzione di bevande alcoliche e per la preparazione di medicinali e cosmetici. Era ritenuto una sostanza di origine celeste, sacra, e l’opinione che il nettare dei fiori cadesse dal cielo era ancora diffusa all’inizio del XVII secolo
La cera era oggetto di consistenti scambi commerciali già nel 400 a.C.Materiale duttile, impermeabile e combustibile aveva un'infinità di utilizzi; dall'illuminazione alla scrittura (si utilizzavano tavolette di legno cerate) dalla pittura alla lavorazione dei metalli con la diffusissima tecnica “a cera persa”. Si utilizzava per impermeabilizzare superfici, recipienti, il legno delle navi, sigillare bottiglie ; proteggere e lucidare superfici; modellare figure. Veniva usata come materiale protettivo inerte in alcune tecniche di pittura di tessuti ed incisione di metalli; come adesivo e per usi medicinali e cosmetici.
La propoli è una resina che le api raccolgono sulle gemme di alcune piante. E' una materia ricca di flavonoidi, molecole naturali con una potente azione antiossidante, che svolge un'attività antibiotica e disinfettante. Grazie alle sue proprietà, la propoli viene distribuita nell'intero ambiente alveare e fin dentro ciascuna celletta in cui la regine depone l'uovo.

Qualche parola sulle api:
L'ape è un insetto sociale e specializzato, che vive in perfetta simbiosi con il mondo vegetale. Il suo ruolo di impollinatore è alla base della sopravvivenza delle principali specie vegetali, del mantenimento della biodiversità, della produttività in agricoltura, in definitiva è alla base della vita umana. Senza api, quindi, non ci sarebbe frutta, erba nei campi, alberi nei boschi, ossigeno nell'atmosfera.
L'ape vive in una società di tipo matriarcale ed è un insetto a metamorfosi completa, per quanto riguarda lo sviluppo.
Ogni colonia è suddivisa, gerarchicamente, in tre caste: la regina, i fuchi e le operaie. Ogni alveare ha un'unica regina, che ha il compito di deporre le uova per accrescere la colonia. Essa nasce da un uovo deposto dalla regina precedente, di cui prenderà il posto. La regina viene allevata in una speciale cella del favo,viene alimentata con pappa reale ed accudita con grande attenzione.Il fuco, il maschio dell'alveare, ha come unica missione quella di fecondare la regina. Le api operaie, invece, svolgono tutte le attività necessarie per il funzionamento della colonia, dalla ricerca del polline, alla difesa dell'alveare; dall'accudire le larve, alla costruzione del favo.
L'attività dell'alveare segue il ritmo delle stagioni, in primavera le api incominciano a pulire l'arnia, trasportano fuori i cadaveri delle compagne, morte durante l'inverno, eliminano il polline ed il miele ormai vecchi, riparano i favi rovinati, e puliscono le celle che serviranno alle nuove covate Inoltre, sempre in primavera, avviene la sciamatura, cioè l'abbandono dell'alveare da parte della regina per creare una nuova colonia, lasciando il suo posto ad una nuova regina. In estate avviene la raccolta del polline, mentre in autunno si preparano per il riposo invernale.


<Le api presso i Celti.
“(...)
Io sono il grembo: di ogni bosco,
io sono la vampa su ogni collina,
io sono la regina: di ogni alveare,
io sono lo scudo: per ogni testa,
io sono la tomba: di ogni speranza.”
Da “La canzone di Amergin” R Graves, La Dea Bianca


Presso i Celti il miele aveva un ruolo fondamentale, era utilizzato dai druidi per preparare i medicinali e l'idromele, bevanda sacra utilizzata durante molte cerimonie e matrimoni. Erano soliti allevare le api in tronchi cavi o in alveari fatti di corde di canapa o paglia, al limitare delle foreste dove terminavano i campi coltivati e i pascoli.
I Celti consideravano le api messaggere degli Dei, simbolo di perfezione, saggezza e immortalità dell'anima, in quanto in possesso di una conoscenza segreta derivante direttamente dall'Altromondo.
Erano, per loro, creature associate alla conoscenza del futuro e all'ispirazione divina.

Le antiche leggi druidiche irlandesi, note come le Leggi di Brehon, proteggevano le api e gli alveari e sull'isola di Man rubare api era considerata un'offesa capitale. L'alveare stesso, era il simbolo di una comunità ideale e questa immagine di perfezione era riproposta nelle tombe-alveari o nelle camere iniziatiche. Alcuni esempi di queste strutture li possiamo trovare a Newgrange e a Dowth in Irlanda, terra celebrata proprio per l'abbondanza di miele.
Molti sono i riferimenti alle api nella mitologia e folklore celtico. Ad esempio, nella tradizione gallese troviamo un'arpa conosciuta come Teillin, abbreviazione o forse corruzione di an tseillean cioè “un'ape”. In una delle più antiche triadi bardiche gallesi, le Trioedd Ynys Prydein, si racconta che uno dei nomi dell'Isola di Prydein fu 'Isola del Miele', sottolineando così l'importanza di questa sostanza:

Tre erano i nomi dati all’Isola di Prydein. Prima che fosse abitata era chiamata la terra verde circondata dal mare. Più tardi fu chiamata l’Isola del Miele. La gente formò la tribù dei Cimri sull’Isola di Prydein, dal nome di Prydein ap Aedd il Grande. E nessuno tranne i Cimri ha diritto su di essa, poiché essi per primi ne presero possesso, e prima di quel tempo nessuno vi viveva; ma era piena di orsi, lupi, coccodrilli e bisonti.

Le api nelle culture antiche.
Centinaia di reperti archeologici in tutto il mondo e, prime tra tutte, le pitture rupestri del mesolitico testimoniano l'antichissimo rapporto uomo-ape. Dalla Mesopotamia all’antica Cina, alle civiltà Greca e Romana, le prove di questa convivenza si moltiplicano a dismisura.

Nell’antico Egitto le rappresentazioni sono numerosissime e l’ape era spesso presente nei cartigli che raffiguravano i nomi dei faraoni. Già nel 3000 a. C. erano in uso arnie di argilla o altro materiale. L'ape, animale sacro alla dea Iside, era paragonata all'anima, perché poteva riportare in vita il defunto qualora entrasse nella sua bocca. La sua appartenenza divina, legata al sole e alla vita, infatti, era dovuta alla sua nascita dalle lacrime di Ra.

Numerosissimi sono gli elementi legati alle api, presenti nella simbologia e mitologia legata all'ape dell'antica Grecia, dove rappresentava il lavoro e l'obbedienza. La statua della Diana di Efeso, per esempio, mostra la dea circondata da diversi animali tra cui le api. La dea Cibele era rappresentata come ape regina, perché i suoi sacerdoti si castravano per diventare suoi sposi, così come il fuco è castrato dall'ape regina durante l'accoppiamento. Inoltre, il mito racconta che, al solstizio d'estate, Cibele avesse imprigionato il suo amante, il giovane dio Attis, che in un primo momento aveva ricambiato il suo amore, ma che in seguito si innamorò della ninfa Songaride, nell'erica, i cui fiori erano considerati prediletti dalle api.

Una tradizione delfica attribuiva alle api la costruzione del secondo tempio eretto in quel luogo. Secondo gli orfici, invece, le api simboleggiavano le anime, poiché il loro uscire, sottoforma di sciame dall'alveare, rappresentava le anime che si allontanavano dall'unità divina.
Le sacerdotesse dei Misteri di Eleusi, riti misterici che si celebravano nel santuario di Demetra, erano chiamate “melisse”, in quanto formavano una comunità intelligente e operosa, lavoravano per il bene della comunità stessa e preparavano l'ambrosia, bevanda a base di miele. Nella lingua greca, la parola “ape” è la medesima anche per “sacerdotessa” e la stessa pizia, la profetessa di Delfi, era chiamata “l’ape delfica”. Per migliaia di anni il procedimento della fermentazione del miele selvatico di queste sacerdotesse è stato il balsamo delle loro comunità e, oltre ad avere, proprietà antibatteriche antisettiche e antimicotiche, poteva portare ad uno stato di estasi. Nella mitologia, Melissa era una ninfa alla quale Rea affidò il figlio Zeus, appena nato, per sottrarlo al padre Cronos che voleva divorarlo. Ella lo allevò amorevolmente nutrendolo di miele e del latte della capra Amaltea.

A Creta, invece, ci fu lo sviluppo di un leggendario sacerdozio sciamanico femminile, quello delle Menadi, donne che sapevano maneggiare serpenti ed addomesticare api. Anch'esse facevano fermentare il miele per preparare una bevanda sacra, usata per officiare rituali estatici. Gli ingredienti di questa bevanda erano a un tempo sacri, nutrienti e trasformativi.
Grazie alle sue incredibili caratteristiche, l'ape è entrata a far parte anche dell’immaginario cristiano. Sant’Ambrogio, ad esempio, paragonò la Chiesa ad un alveare e San Bernardo di Chiaravalle considerava l’ape un simbolo dello Spirito Santo. L’eloquenza, poi, di certi predicatori fu spesso assimilata alla dolcezza del miele e proprio questa caratteristica servì anche per dare un’idea concreta dell'infinita clemenza di Cristo; allo stesso modo in cui il pungiglione sembrò adatto a simboleggiare il castigo divino nel momento del Giudizio Finale. Nei secoli, l’ape diventò anche uno dei simboli della Vergine Maria. Quindi, nel simbolismo cristiano, le api rappresentano l'eloquenza e la diligenza, mentre nelle tradizioni indiana e mussulmana, assumono lo stesso significato puramente spirituale che gli si attribuiva tra gli orfici.

Simbologia e considerazioni.
L'ape è da sempre considerato un animale solare, poiché viaggia tra i fiori seguendo la posizione del sole e producendo il miele, che ne ripropone il colore. L'ape, "la mosca del miele", rappresenta la realizzazione del sé e spesso simboleggia l'anima che abbandona il corpo o il soffio divino che ridona la vita. Rappresenta anche la dedizione disinteressata per il compimento di un'opera comune, un forte senso della comunità o un'azione da intraprendere insieme per la salvaguardia o lo sviluppo del gruppo. Il loro consueto "sciamare" via può essere considerata come lo stimolo a non rimanere incastrati in un qualcosa che non è più adatto a noi, quindi la volontà di agire ed esplorare nuovi percorsi che ci porteranno a scoprire le energie che ci circondano.
La capacità dell'ape di trasformare la materia, cioè il polline in miele, inoltre, manifesta chiaramente il lento lavoro iniziatico di trasformazione personale.

Il ronzio delle api nell’alveare è, inoltre, connesso con la profezia oracolare femminile e l’uso dei mantra. Infatti, il sacro OM, strumento della pratica religiosa e meditativa induista, se correttamente intonato, dà origine a un suono molto simile al ronzio delle api. Questo mantra e il suo suono, quindi, sono collegati all’omphalos, il centro, “il grande alveare”, la sede dell’enunciazione sacra e della vibrazione ronzante della vita.
« Colui che non conosce la sillaba imperitura del Veda, quel punto supremo presso il quale vivono tutti gli Dei, che cosa egli ha a che fare con il Veda? Solo coloro che la conoscono siedono qui pacificamente riuniti. »
(Ṛgveda I,164,39)


In letteratura, l'ape, andando di fiore in fiore, incarna il sentimento amoroso in particolare quello dell'adolescente, in quanto illustra la leggerezza, l'esplorazione sentimentale e la scoperta del primo amore. Il suo aspetto negativo, invece, è suggerito dal suo pungiglione. Tuttavia, la sua puntura, non offensiva bensì difensiva, diventa espressione della sua forza e del suo coraggio; quando l'ape punge, infatti, muore. Questo sacrificio rappresenta il risveglio di una volontà creatrice che dorme e che non potrà esprimersi pienamente se non per effetto di un trauma, simboleggiato dalla puntura.

Le api durante la loro vita subiscono dei cambiamenti, una metamorfosi, che anche per noi è inevitabile e alla quale spesso ci opponiamo, andando in contro a non non pochi problemi. Dovremmo ricordarci che è il cambiamento che assicura la crescita non solo a livello fisico, ma anche a livello interiore. Infatti nel cambiamento troviamo la chiave per creare e manifestare qualsiasi cosa, non siamo sempre gli stessi, ma in continua evoluzione.
La simbologia di questa creatura porta a riflettere sul significato della condivisione,del lavorare insieme, far parte di un gruppo di persone che condividono lo stesso fine. Le api possono insegnarci a celebrare, a vivere bene assieme, sapendo che l'aiuto offerto e ricevuto, non ha valore solo per il singolo individuo, ma per l'intera comunità. Abbiamo bisogno, noi esseri umani, di avere momenti nei quali ci riuniamo per godere della reciproca compagnia, l'ape ci insegna che possiamo vivere insieme e in armonia, per quanto a volte possa sembrare impossibile.
L'alveare funziona armoniosamente poiché ogni ape conosce il suo ruolo e il lavoro che deve svolgere, e di conseguenza è altamente produttiva. Osservando più da vicino questa comunità, il messagio che possiamo trarne, oltre alla cooperazione e il vivere in armonia. E' necessario guardare la terra come alleata, armonizzarsi con essa e con il suo ciclo naturale. L'uomo, tuttavia, è portato a giudicare esclusivamente l'aspetto 'domestico' delle api, perdendosi così la magia di un microcosmo perfetto, dove i diversi organismi che ne prendono parte, collaborano istintivamente a vicenda.


Note: Fonti:
Andrews T. (1993). Segni e presagi del mondo animale. I poteri magici di piccole e grandi creature. Ed. Mediterranee

Bortoluzzi D., Pavan Russo A. (2009) Iniziazione ai culti celtici. Edizioni mediterranee.

Carr Gomm P., Carr Gomm S. (2001). L'oracolo dei druidi. Lavorare con gli animali sacri della tradizione celtica. Il Punto d''Incontro.

Cirolt J.E. (2004). Il libro dei simboli. Armenia.

Fattore R. (2004). Feste pagane. Macro Edizioni.

Graves R. (2009). La Dea Bianca. Grammatica storica del mito poetico. Adelphi.

Morel C. (2006). Dizionario dei simboli, dei miti e delle credenze. Giunti.

Noble V. (2005). La dea doppia. Venexia.

Olivero G., Giacosa M. (1981). Api e apicoltura. CLESAV.

Taraglio R. (2001). Il vischio e la quercia: la spiritualità celtica nell'Europa druidica. Edizioni l'Età dell'Acquario.

www.it.wikipedia.org
www.ynis-afallach-tuath.com

Articolo redatto da Euphorbia sulla base delle discussioni del gruppo di studio 'Ynis Afallach Tuath'.
Un particolare ringraziamento a Hexgreen, Berkana, Fairy, Morgelyn, Euphorbia, Argante.
L'APE | Login/crea un profilo | 0 Commenti
I commenti sono di proprietà dei legittimi autori, che ne sono anche responsabili.






Creative Commons License
Questo/a opera è pubblicato
sotto una Licenza Creative Commons.

© Ynis Afallach Tuath, 2014/2015
Sito internet con aggiornamenti aperiodici, non rientrante nella categoria Prodotto Editoriale.
Nessuna parte di questo sito può essere riprodotta senza il permesso degli autori e senza citare la fonte.
Tutti i lavori pubblicati sono protetti dalla legge n. 633 e s.m.i. in tutela dei diritti d'autore.
Tutti i loghi e marchi in questo sito sono di proprietà dei rispettivi proprietari. I commenti sono di proprietà dei rispettivi autori.
Questo sito è stato creato con MaxDev, un sistema di gestione di portali scritto in PHP.
MD-Pro è un software libero rilasciato sotto la licenza GNU/GPL Visualizzate le nostre news usando il file backend.php
Il tema grafico è stato creato da Isobel Argante. Webmaster Nemea del Lago.

Powered by MD-Pro