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Ynis Afallach Tuath

INTRODUZIONE AI CICLI IRLANDESI
Venerdì, 22 Febbraio 2008 - 14:14 - 5226 Letture
Cicli Irlandesi L’antica letteratura irlandese
è stata tramandata grazie all’opera dei primi monaci cristiani,
che si sono occupati della trascrizione delle antiche leggende
e dei racconti narrati oralmente dai filid o fili,
gli antichi poeti irlandesi.

I Celti non erano soliti dividere i loro miti in cicli.
Questi cicli sono solo frutto dei moderni studiosi che,
per comodità, hanno diviso i miti irlandesi in periodi.

La letteratura celtica è divisa in tre cicli:
*il Ciclo Mitologico,
*il Ciclo dell’Ulster
*il Ciclo di Fionn.

A questi tre cicli ne viene talvolta aggiunto un quarto,
chiamato
*Ciclo dei Re o Ciclo storico,
che contiene i racconti delle figure
storiche o semi-storiche dei re d’Irlanda.

I miti irlandesi furono probabilmente messi in forma scritta
nel corso dell’VIII secolo dai Druidi, grazie l’utilizzo dell’Ogham.
Purtroppo ne sono rimasti pochi esempi,
dal momento che tale scrittura era tracciata principalmente
su corteccia o bacchette di nocciolo e di pioppo e quindi,
alla fine,
altamente deperibile...
I monaci del primo Medioevo trascrissero i racconti appresi oralmente,
in una forma che potesse essere adatta ai nobili e alle famiglie reali
e gli antichi miti vennero riscritti in un’ottica cristiana,
perdendo quegli elementi sacri che li contraddistinguevano originariamnete.

IL CICLO MITOLOGICO
- Libro delle Invasioni-

Il tema centrale del Ciclo Mitologico concerne le successive invasioni dell’Irlanda
da parte di clan soprannaturali
e prende l'avvio dalla creazione del mondo.
Secondo la tradizione, il popolo dei Gaeli discenderebbe dell'antica popolazione dei Milesi,
che sbarcò in Irlanda per la prima volta circa tremila e settecento anni fa,
giungendo dalla Spagna.
Ma i Milesi furono solo gli ultimi di una serie di popoli:
i primi abitanti dell’Irlanda furono infatti i Partoloniani,
seguirono i Nemediani, i Fomoriani e i Fir Bolg, i divini Tuatha De Danann,
per giungere infine ai Milesi.

Dopo il Diluvio, Ériu rimase pressoché disabitata per duecentosettantotto anni,
finché giunsero le genti guidate da Partholón.
Durante la loro permanenza in Ériu,
i Partoloniani si moltiplicarono e popolarono l'isola.
Essi istituirono molti mestieri e arti
e per la prima volta stabilirono delle leggi.
I Partoloniani abitarono per trecento anni in Ériu,
finché furono colpiti da una pestilenza che scoppiò il giorno di Beltane,
quando tutta la popolazione di Eriu fu spazzata via.

Dopo la scomparsa della stirpe di Partholón,
l’Irlanda rimase disabitata per trent'anni,
prima che arrivassero le genti guidate da Nemed.
Il nome Nemed vuol dire «privilegio» o forse «santità».
È possibile rapportarlo a una dea dei Celti continentali, Nemetona,
che godeva di particolare importanza.
Il nome Nemetona è sicuramente connesso
al termine nemeton «santuario», il bosco sacro.
Questa Dea è affine a una Dea irlandese, la Némain,
una delle tre furie guerriere.
Con Nemed vi erano la sua sposa Macha e i suoi quattro capitani,
ovvero i suoi stessi figli.
Ciascuno di loro era a sua volta accompagnato dalla propria compagna.
La prima dei Nemediani a morire sul suolo di Ériu fu Macha moglie di Nemed.
Durante il regno dei Nemediani,
vennero ingaggiate numerose lotte contro i Fomoriani.
Fu a seguito di una di queste battaglie che i Nemediani,
sconfitti, decisero di ritornare dai loro antenati in Grecia.

Quella dei Fir Bolg fu la quarta ondata che invase l’Isola.
I Fir Bolg erano stati resi schiavi in Grecia,
e decisero di partire e di stanziarsi in Irlanda,
la terra dei loro antenati Nemediani.
La piccola flotta venne spezzata dal vento e dal mare in tre gruppi
che andarono alla deriva allontanandosi gli uni dagli altri.
Si formarono così tre distinte schiere,
che in seguito vennero chiamate Fir Galeóin «Armati di lancia»,
Fir Domnann «Uomini che scavano la terra»
e Fir Bólg.
È in ogni caso corretto chiamarli genericamente Fir Bólg,
gli «Uomini-Sacco»,
così chiamati per i sacchi che avevano trasportato con loro.
Dopo l’arrivo, i tre gruppi si incontrarono nel centro dell’isola
e là i cinque capi si divisero Eriu equamente in
Míde,
Ulster,
Leinster,
Munster e
Connaught.
Il dominio dei Fir Bólg durò tuttavia soltanto trentasei anni.
Infatti stava già arrivando il popolo dei Túatha Dé Dánann.

I Tuatha De Danann sbarcarono sull’isola il lunedì di Beltane
e bruciarono le imbarcazioni in modo che nessuno di loro potesse ripartire.
“Tuatha De Danann” in gaelico significa “Popolo della Dea Danu”.
Le genti di questo popolo erano descritte come divinità scese in terra.
Quando gli umani arrivarono in Irlanda,
i Tuatha De Danann si nascosero sotto terra
ed uscivano di rado per comunicare con quelle genti
che li consideravano fate o appartenenti al piccolo popolo.
Venuti a conoscenza dello sbarco dei Túatha Dé Dánann,
i Fir Bólg inviarono degli uomini nel Connacht
per scoprire chi fossero questi invasori.
Le spie riferirono di aver visto una folla di superbi eroi,
bene armati e temibili, bravi nella musica e nella danza.
Lo scontro fu inevitabile e mentre i Túatha Dé Dánann
stavano ancora erigendo le loro fortificazioni,
le tre dee della guerra,
la Badb Chatha, la Macha e la Mórrígan,
si recarono a Temáir, dove i Fir Bólg stavano architettando i loro piani
e portarono nebbia e nuvole sui Fir Bólg
scatenando una terribile pioggia di fuoco e di sangue sulle teste dei guerrieri.
I tre druidi dei Fir Bólg impiegarono tre giorni a rompere quell'incantesimo
e quel tempo servì ai Túatha Dé Dánann per ultimare le loro fortificazioni.
I Milesi sbarcano in Irlanda dapprima in pace,
e poi con la forza delle armi la strapparono ai Túatha Dé Dánann.
Una volta conquistata,
i Milesi stabilirono il loro dominio sull'Irlanda ed i loro due capi,
Éber ed Éremón si divisero l'isola tra loro.

CICLO DELL’ULSTER

Una grande parte di racconti irlandesi ruota intorno al re dell’Ulster,
Conor mac Nessa,
al suo vassallo,
Cuchulain
e all’ordine cavalleresco del Ramo Rosso.
Cuchulain nacque durante il regno di Conor mac Nessa
e divenne il più grande eroe della razza celtica.
Era figlio di Lugh dei Tuatha De Danann
e di Dectra, figlia di Cathbad il druido.
L’episodio centrale,
chiamato la “Razzia del Bestiame del Culainge” (Táin Bó Cúailnge)
racconta il tentativo di Queen Meave del Connacht
di catturare il toro di Cooley,
il più forte e potente toro in tutto il paese,
e la difesa da parte di Cuchulain dei confini dell’Ulster
e del toro dall’esercito di Meave.

CICLO DI FIONN

Il Ciclo di Fionn ruota principalmente
intorno alle figure del comandante Fionn Mac Cumhaill
e dei suoi leggendari guerrieri chiamati Fianna.
Nella figura del guerriero Fianna si fondevano il combattente ed il poeta.
I Feniani erano bande di guerrieri indipendenti,
non legati stabilmente a nessun signore d’Irlanda,
ma con l'obiettivo comune della difesa del paese.
Questi guerrieri erano uomini espulsi dai loro clan di appartenenza
riusciti poi a guadagnarsi l’ingresso nelle bande
attraverso il superamento di alcune prove ben precise
che, oltre ad accertarsi delle capacità fisiche del guerriero,
comprendevano anche la dimostrazione di abilità poetiche.
I Fianna erano uomini completi, nel corpo così come nello spirito.
Da Samhain a Beltane essi dimoravano nei villaggi,
difendendo la popolazione,
mentre per il resto del tempo cacciavano e vivevano nei boschi.
Fionn Mac Cumhail è un personaggio storico, capo dei Fianna.
Durante i suoi viaggi per l’Irlanda,
egli incontrò il bardo Finneigeas
e gli chiese di insegnargli l’arte della poesia e della magia.
Un giorno il bardo diede a Fionn il compito
di cuocere il “Salmone della Conoscenza” che egli stesso aveva pescato
dopo sette lunghi anni di ricerca,
raccomandandosi di non rovinarlo e di non assaggiarlo.
Durante la cottura tuttavia, si formò una bolla sotto la pelle del pesce
e Fionn, nel tentativo di schiacciarla
si scottò il dito e lo portò alla bocca,
acquisendo così un’enorme saggezza.

Il salmone è il simbolo della conoscenza divenuta saggezza.
La sua particolarità di lottare contro la corrente del fiume
con costanza lo rende un importante simbolo spirituale per i Celti.
Rappresenta il coraggio, la fermezza nel raggiungere la meta,
la volontà che lotta per uscire dall'ignoranza
acquisendo conoscenza e saggezza tramite lo sforzo, l'impegno e la ricerca.

Tra il 1760 e il 1763,
il poeta scozzese Macpherson pubblicò alcuni fantastici e affascinanti poemi
attribuendoli al bardo Oisin,
che li avrebbe scritti in onore del padre, Fionn, narrandone la vita.
Nacque così il famoso Ciclo di Ossian.

-Meliade-
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