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Ynis Afallach Tuath

MATRIARCATO: SI' O NO?
Giovedì, 28 Febbraio 2008 - 18:57 - 2818 Letture
Articoli vari Riflettendo sul discorso del matriarcato, ed essendo io una scettica x natura, vorrei riassumere a grandi linee gli studi riguardanti la cosiddetta “archeologia della Dea” e le controversie da essa suscitate.



Lo studio della teoria secondo cui in tempi remoti (parliamo della fine del Paleolitico e del Neolitico, un periodo di tempo che va dal 30.000 al 3.000 prima dell’Era Comune) è relativamente recente, se pensiamo che risale alla seconda metà del XIX secolo, con le tesi evoluzionistiche dell’antropologia.
Negli ultimi anni del 1800, la disputa tra Bachofen e Maine era incentrata sull’origine matriarcale o patriarcale delle società primitive: da una parte, Bachofen sosteneva che la promiscuità presente nelle società primitive rendesse possibile stabilire soltanto la discendenza femminile, e per questo motivo le donne avrebbero avuto una certa emancipazione attraverso la religione; mentre Maine sosteneva la tesi secondo cui le società europee arcaiche fossero patrilineari, e che avessero avuto il merito di organizzare il precedente periodo promiscuo e senza regole precise.
Tra questi due si inserisce McLennan con l’affermazione che nell’antichità le difficili condizioni di vita diedero vita alla pratica dell’infanticidio (soprattutto di femmine); per questo motivo, essendo le donne in quantità minore, dovevano essere protette. Questo, unito al fatto che la poliandria non permetteva di stabilire la paternità, fu il motivo che permise la nascita del matriarcato (che terminò nel momento in cui gli uomini intrapresero scorribande per rapire nuove donne dalle altre tribù, dando il via alla poligamia).
Nel XX secolo, i lavori di Marija Gimbutas (una delle maggiori esperte di archeologia dell’Europa dell’Est) esposero la tesi che le società neolitiche europee fossero pacifiche, matricentriche e che praticassero una religione dedicata alla fertilità. Secondo la Gimbutas, la società matricentrica fu invasa e soppressa dalle orde Indoeuropee, nettamente guerriere e patriarcali.
Per quanto riguarda l’esistenza di una “religione della Dea”, sostenitrice della tesi secondo cui la religione preistorica d’Europa era incentrata sulla donna, è Merlin Stone; mentre la Wiccan Starhawk cerca di dimostrare che la stregoneria (e, di conseguenza, l’odierna Wicca) discendE direttamente da una religione preistorica europea e che, quindi, può essere definita la religione originale d’Europa.
Alcune delle prove date dai suddetti studiosi a sostegno della tesi di un’originaria società e religione matricentrica europea (pre-indoeuropea) sono le seguenti:

Ø Immagini di donne nude con enormi seni, natiche e pance, indicanti la loro associazione alla fertilità e alla nascita.
Ø Artefatti che presentano (scolpiti o dipinti) figure di uova o animali quali serpenti, api, pesci ecc., associati alla fertilità e alla nascita.
Ø Le invasioni indoeuropee prima, e la nascita ed espansione della religione giudaica e cristiana, furono le maggiori cause della soppressione e distruzione della religione della Dea, poiché dovettero annullare il potere religioso femminile per poter espandere la propria religione patriarcale. L’eredità preistorica della stregoneria potrebbe essere dovuta al fatto che alcuni luoghi remoti dell’Europa non furono toccati dalle invasioni indoeuropee e cristiane, oppure che sopravvissero, all’interno delle società indoeuropee, dei gruppi integrati che mantennero, comunque, le proprie credenze.

Naturalmente, le teorie esposte finora non sono state esenti da critiche e controversie, che vanno dalla creazione delle figurine di donne come surrogati erotici di adolescenti preistorici o come autoritratti di donne incinte, alla tesi secondo cui nei siti neolitici non si ha predominanza di ritrovamenti di figurine femminili, ma che siano stati fatti ritrovamenti in numero equivalente di figure di animali e uomini. Inoltre, l’idea proposta di un’antica società egalitaria (che la Eisler chiama gylania, l’unione paritaria tra gy, “donna”, e an, “uomo”) in cui la donna possedeva una certa importanza (o, addirittura, superiorità), pacifica e in comunione con la natura, corre il rischio di generare separatismo tra i sessi e l’illusione romantica di una nuova “liberazione” della donna dal “giogo” patriarcale.



Note: Per chi fosse interessato, consiglierei la lettura (o, almeno, di farsi un’idea) dei seguenti libri, in modo da avere una panoramica di ciò che di essenziale è stato scritto riguardo all’argomento.:

· J. J. Bachofen “Das Mutterrecht”, 1861
· Henry Maine “Ancient Law“, 1861
· John McLennan “Primitive Marriage”, 1865
· Jules Michelet
· Margaret Murray “The Witch-Cult in Western Europe”, 1921
· Margaret Murray “The God of the Witches” (“Il Dio delle Streghe”), 1931
· Marija Gimbutas “The Goddesses and Gods of Old Europe” (“Le Streghe nell’Europa Occidentale”) , 1974
· Marija Gimbutas “The Language of the Goddess” (“Il Linguaggio della Dea”),
· Merlin Stone “When God was a Woman”,
· Starhawk “The Spiral Dance”,
· F. Baumer “Der Kult der Grossen Mutter” (“La Grande Madre”), 1993
· Pepe Rodrìguez “Dios naciò Mujer“ (“Dio è nato Donna“), 1999
· Doroty Cameron “Symbols of Birth and Death in the Neolithic Era”,
· Riane Eisler “The Chalice and the Blade”, 1987
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Re: MATRIARCATO: SI' O NO? (Punti: 1)
da Eli_Han 17 Mar 2008 - 22:06
(Info utente | Invia il messaggio) http://)
Eh, a trovarlo il Linguaggio della Dea... sono anni che gli sto dietro senza successo! :P
Cmq a mio avviso la Gimbutas è stata l'unica a fare un quadro realistico della situazione... e la pretesa della wicca di essere la diretta discendente di questi antichi culti matriarcali mi sembra davvero poco convincente! Io credo che questo sia semplicemente il momento giusto per l'umanità, dopo secoli di repressione patriarcale, di accogliere nuovamente nei loro cuori l'idea di un divino femminile, che possa emancipare sia uomini sia donne da questa stasi e guidarli nella crescita per un futuro più consapevole.






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