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Ynis Afallach Tuath |
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"Ci sono tre cose che non si arrestano mai in un Viandante" |
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Giovedì, 15 Gennaio 2009 - 08:56 - 5451 Letture |
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Prosegue con questo articolo la serie di studi sulle Triadi chiamate TRIOEDD DEWIANETH CYMRY.
La seconda triade che abbiamo deciso di analizzare è quella che così recita:
Ci sono tre cose che non si arrestano mai in un viandante:
il cuore nel lavorare,
il respiro nel muovere,
e l'animo nel proporre
Introduzione alla triade
Questa triade si apre portando l'attenzione sul cuore, sede della passione e origine di quel battito il cui ritmo costantemente guida la nostra vita. Per coloro che hanno scelto di intraprendere un cammino di consapevolezza, ogni battito è un monito che continuamente rimanda alla presenza del corpo fisico, ma anche al ritmo più profondo dell'intimo pulsare dell'anima. Questo battito è la spinta primordiale, l'energia. Nel Viandante questa energia, proprio come il respiro, non si deve mai arrestare, deve al contrario fluire costantemente e farsi parte integrante del suo lavoro e del suo agire. A loro volta il lavoro e l'agire inevitabilmente innescano un movimento, costituito dalle conseguenze di tali azioni. Cuore e respiro posso quindi essere equiparati a energia e volontà, a cui si va ad aggiungere un terzo passaggio: l'animo nel proporre, ovvero la trasformazione. Questa trasformazione, secondo alcune di noi, rimanderebbe a un passaggio dal piano fisico a quello spirituale, ma non in un'ottica di mutua esclusione, bensì di profonda interconnessione.
Questa connessione tra il corpo fisico e lo spirito emerge anche osservando come la triade nel suo complesso, riferendosi a cuore, respiro e animo, possa essere vista come un rimando al IV chakra. Questo chakra, infatti, corrisponde al cuore, ai polmoni e a tutto l'apparato respiratorio, ed è quindi evidente la sua connessione sia con il respiro che con il cuore. Nella cultura orientale si crede che la mente risieda nel cuore; e probabilmente non è un caso se anche in molte tradizioni occidentali la mente risulta associata all'elemento Aria, aria che sua volta, a livello fisico, è fatta circolare in tutto il nostro corpo proprio dal cuore.
La profonda interconnessione tra il piano fisico e quello spirituale precedentemente ipotizzata trova un'ulteriore conferma anche in questi rimandi al IV chakra, dato che esso costituisce la connessione, ovvero il punto di snodo, tra i chakra inferiori e quelli superiori, tra lo spirito e la materia. Le passioni della nostra interiorità si manifestano all'esterno nella fisicità delle nostre azioni, così come una mente limpida ci dona la concentrazione nell'agire, da cui poi scaturisce la capacità di trasformare. Tutti e tre gli elementi creano un'unica sinfonia: cuore come ritmo, respiro come armonia e animo come melodia.
Ciò a cui rimanda la triade è proprio questo scambio continuo, questo flusso ininterrotto, tra la dimensione materiale e quella spirituale dell'esistenza di un Viandante, perché Avalon non è altrove, ma è con noi in ogni momento: mentre ci impegniamo nel lavoro o nello studio, facciamo le faccende domestiche, ridiamo e scherziamo in compagnia e anche quando restiamo sole con noi stesse la sera prima di addormentarci; così come è con noi mentre meditiamo o celebriamo in contesti rituali.
Inoltre, possiamo rilevare come le emozioni (il cuore), il respiro e l'animo siano tutti elementi impalpabili, eppure pervasivi e dinamici, proprio come lo è il lavoro energetico che costituisce uno dei pilastri della formazione di coloro che camminano lungo il sentiero che conduce alle Antiche Armonie. Come si potrebbe infatti seguire il Ciclo di Guarigione, o entrare in contatto con il Divino, se non si fosse in grado di lavorare con l'energia, di percepirla, di intuirne i sottili mutamenti e il continuo fluire?
Infine, anche in questa triade è possibile riscontrare un invito a tenere un atteggiamento attivo: senza lavoro, movimento e intraprendenza, o spirito propositivo, non si ottiene nulla. Al contempo, però, neppure lavorare, muovere e proporre come semplici attività meccaniche potranno aiutare davvero il Viandante se questi non le svolgerà con cuore, respiro (che può essere anche inteso come prana, energia vitale) e animo – ovvero, ancora una volta, quella connessione incessante tra il piano fisico e il piano spirituale.
Analisi dei versi
Analizziamo ora, in maggior dettaglio, i diversi elementi della triade:
il cuore nel lavorare
Il cuore è il motore che permette al Viandante di mettere in moto ogni progetto; è la passione, la convinzione, la tenacia e la determinazione che gli permettono di andare avanti. Il cuore desidera, sogna, spingendoci sempre oltre nel lavoro, almeno fintantoché ci impegniamo ad amare le attività intraprese. In questo senso, ovviamente, il termine "cuore" non si riferisce all'organo fisico, bensì ai sentimenti che, tradizionalmente, si dice vi alberghino. Il suo battito ci aiuta a procedere con ritmo, a lavorare con caparbietà, mai in modo superficiale, conservando però la gioia nel fare; la serenità, ma anche l'impegno e la responsabilità: fare un qualcosa tanto per fare, non ci porterà a nulla.
Al contempo, il cuore può anche essere considerato come la sede di quella scintilla divina che brilla in ognuno di noi, per questo deve sempre essere la causa prima da cui scaturiscono tutti i nostri lavori, sia spirituali che non: dobbiamo cercare di essere consapevoli della fiammella divina che arde in noi in ogni momento della nostra vita.
Questa consapevolezza si può raggiungere impegnandoci in tutto ciò che facciamo, con passione e con amore, come se ogni gesto costituisse un atto di devozione verso la Madre. Fosse anche il compito più noioso, più meccanico del mondo, dovremmo sempre tenere a mente il perché lo stiamo facendo. Quante volte raccontiamo a noi stessi che non riusciamo a sentirci connessi ai cicli della Madre perché ci sentiamo troppo stanchi o stressati? In questi casi dovremmo forse domandarci se lavoriamo per vivere o viviamo per lavorare e, soprattutto, chiederci se non stiamo scindendo il secolare dallo spirituale, quando dovremmo invece riuscire a scorgere l'unità e lo scopo ultimo in tutto ciò che facciamo.
il respiro nel muovere
Il respiro è essenziale, senza respiro non c'è vita. Sebbene in talune circostanze si possa trattenere il respiro e sopravvivere, ad esempio sott'acqua, resistere è possibile solo per un periodo limitato di tempo, poi si inizia a risentire della mancanza d'aria. Cuore e respiro, da questo punto di vista, sono strettamente correlati perché per muoversi il corpo ha bisogno di entrambi, come avrà sicuramente avuto modo di constatare chiunque abbia passato del tempo ad allenarsi in palestra. Durante l'allenamento, infatti, si può sentire il cuore battere all'impazzata e il respiro farsi affannoso: entrambi si stanno allenando insieme al corpo, entrambi concorrono a dare il ritmo al nostro movimento.
Non sono solo i battiti del cuore a cadenzare il nostro procedere, ma anche i respiri: ogni passo un respiro, ma anche ogni difficoltà superata un respiro, ogni traguardo un respiro. L'aria entra ed esce a seconda del ritmo respiratorio, aiutandoci a regolarizzare i battiti del cuore. A sua volta, il ritmo varia in funzione delle nostre necessità, anche per questo dobbiamo imparare a controllarlo. Per permettere al corpo di vivere in armonia, il respiro non deve mai essere forzato, ma sempre il più naturale possibile.
Gli esseri umani hanno bisogno di respirare per vivere e spesso lo fanno automaticamente, con noncuranza, nonostante ciò non sia sempre la scelta migliore. Di sovente, infatti, i nostri respiri risultano contratti, perché noi persone del XXI secolo non siamo abituati a respirare a pieni polmoni o a controllare il nostro respiro in funzione dei bisogni del momento o delle attività che stiamo svolgendo. Per regolarizzare i battiti del cuore e respirare naturalmente, senza sforzo, i Viandanti moderni dovrebbero studiare la meditazione e le relative tecniche di respirazione che servono a insegnarci una respirazione più controllata, più consapevole. Compiere una qualunque azione, ovvero muoversi, controllando adeguatamente il respiro significa essere consapevoli dell'atto o del movimento intrapreso.
Il respiro che ci avvolge e ci compenetra, governando il movimento fisico, ma anche quello dei pensieri e delle energie che scorrono dentro e fuori di noi. Se non ci sono ordine, regolarità e consapevolezza nell'andamento della respirazione, non ci saranno neppure a livello mentale, emozionale o energetico; tutto si muove all'unisono con il respiro che sposta l'aria dentro di noi: il movimento di cui si parla in questi versi è quello gestito dal respiro a spirale che ci tiene in vita.
In questo senso il respiro è prana, l'energia vitale che ci anima e che dovrebbe animare tutte le nostre azioni perché ci sia possibile agire consapevolmente, dando il meglio di noi stessi, rimanendo connessi al nucleo del nostro essere e al Divino. Questi versi insegnano al Viandante a vivere la propria vita radicando lo spirituale nel secolare, perché non si limiti a sopravvivere o lasciar scivolare via la propria esistenza, ma impari a vivere pienamente la vita.
l'animo nel proporre
Questo verso sembra incitare il Viandante a spingersi ancora un po' più avanti, a continuare a cercare, e a farlo con "animo". In altre parole, questi versi ci spronano a essere sempre motivati in tutto ciò che intraprendiamo: nello svolgere un lavoro, nel proporre una soluzione a un problema o un'idea per migliorare qualcosa. La triade ci insegna che ci vogliono coraggio e determinazione per proporre un progetto, per portare avanti la nostra visione e i nostri sogni, per affrontare le novità e le difficoltà con la giusta grinta; così come, allo stesso stempo, ci vogliono l'attenzione e la pazienza di ascoltarsi più volte prima di farsi avanti. L'animo in questo caso è un'esortazione a non essere passivi nella vita.
Il verbo "proporre" parrebbe poi rimandare al parlare e, per un Viandante, le parole sono estremamente importanti, non sono solo dei suoni o un mezzo di comunicazione, ma possono divenire Parole di Potere. Ogni Viandante dovrebbe guardarsi dal pronunciare frasi vuote o troppo leggere, al contrario dovrebbe sempre riflettere e pensare bene ai termini che sceglie di impiegare, usando le parole con moderazione, saggezza e giudizio.
L'espressione "animo nel proporre" sembra anche suggerire di farsi avanti soltanto con uno scopo ben chiaro in mente, dimostrandosi pronti a impegnarsi per realizzarlo con proposte concrete, orientate all'Armonia e all'unione con la Madre. Questo perché il fine ultimo di ogni nostra Cerca è lo Spirito, l’Anima che appartiene alla Madre e che abita i nostri corpi: è da lì che devono nascere tutti i nostri desideri e la nostra volontà.
Conclusioni
Questi versi ci insegnano a vivere in maniera attiva, consapevole, a mettere passione in quello che facciamo ogni giorno della nostra vita. E questa non è solamente l'essenza della triade, ma della Tradizione Avaloniana stessa, il cui principale insegnamento è proprio la Consapevolezza.
Non a caso, infatti, il detto di Avalon recita: Avalon va vissuta nel respiro, nel sangue e nelle ossa, perché percorrere questo Cammino significa modificare anche la propria vita quotidiana, guardarla e viverla da un'angolazione diversa, con un animo diverso. Essere propositivi non solo verso gli altri, ma anche verso se stessi, mettendosi in discussione quotidianamente. Questo è uno degli aspetti della Consapevolezza: non dar mai nulla per assodato, per compreso, per fatto proprio una volta per tutte, ma essere consapevoli sempre del mutare costante di ogni elemento dell'universo - mente, corpo, spirito.
Lavorare, muovere, proporre: tutti i verbi scelti suggeriscono la dinamicità dell'esistenza, non la staticità o la fermezza. Noi siamo creature in continuo movimento, le nostre cellule nascono e muoiono ogni giorno, siamo "attività" allo stato materiale e dobbiamo imparare ad esserlo anche a livello spirituale.
Note: Analisi a cura del gruppo di studio Sentieri di Avalon dell'associazione Ynis Afallach Tuath. In particolare, l'articolo è stato redatto con i contributi di (in ordine alfabetico) Argante, Barbara-Lady Dagmaar, Caillean, Erin, Euphorbia, Marin, Meliade, PhoenixMoon e Valeria-Lelaina, e riuniti in questo documento da Valeria-Lelaina |
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Re: "Ci sono tre cose che non si arrestano mai in un Viandante"
(Punti: 1)
da Argante (isiabbi@hotmail.com)
18 Gen 2009 - 14:06 (Info utente | Invia il messaggio)
http://)
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Splendida come sempre Leli! Grazie mille!!!!
Arghi
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